Settima salvaguardia, come si forma la graduatoria degli aventi diritto

Franco Rossini Lunedì, 18 Gennaio 2016

Buon giorno, sono nato l'8 dicembre 1954, lavoro alle Poste e svolgo lavoro notturno per più di 78 notti all'anno, quest'anno a novembre maturo 39 anni di servizio.Mi sono recato all'INPS di Bari per chiedere che documentazione dovrei consegnare per l'accertamento del lavoro usurante, mi hanno detto che il lavoro notturno alle poste non esiste nella casistica , mi chiameranno per farmi sapere. Esistono le quote per il lavoro usurante e non lo sapevano, il decreto parla di lavoro notturno e non di casistiche, possibile che i dipendenti dell'INPS non conoscono la legge? Da Voi ebbi tempo fa una risposta nella quale mi dicevate che maturavo il diritto l'8 luglio 2016, l'azienda mi ha consegnato buste paga e cartellini marcatori da luglio 2007 ad ottobre 2015, bastano questi documenti? Ringrazio sin d'ora della risposta. Kamsin La normativa di cui al decreto legislativo 67/2011 consente a tutti lavoratori dipendenti l'accesso alla pensione con le cd. quote se è stato svolto lavoro usurante o notturno secondo i requisiti fissati dal suddetto decreto. La normativa parla di lavoratori dipendenti senza quindi operare alcuna preclusione nei confronti di coloro che risultino iscritti a fondi esclusivi dell'assicurazione generale obbligatoria (esempio lavoratori del pubblico impiego o gli iscritti al fondo quiescenza poste). Pertanto non pare sussistere alcun limite al riconoscimento del beneficio per gli iscritti al fondo poste. O almeno attualmente non risulta noto. Nel 2016 al lettore basta raggiungere 61 anni e 7 mesi di età unitamente al quorum 97,6 e 35 anni di contributi ed attendere l'apertura di una finestra mobile di 12 mensilità (dunque la prima decorrenza sarà dal 9 luglio 2017).

Per accedere alla pensione agevolata il lettore deve produrre domanda di accesso volta all'accertamento dell'aver svolto lavoro usurante entro il 1° marzo 2016 all'inps ed attendere, entro fine anno, la risposta dell'istituto circa la possibilità di fruire del pensionamento anticipato con l'indicazione della prima decorrenza utile. L'unica incertezza è legata ai fondi messi a disposizione. Qualora infatti le risorse per tale pensionamento si rivelassero insufficienti la data di pensionamento slitterà in avanti rispetto alla data indicata. 

Ho verificato attraverso il sito di Pensioni Oggi che posso partecipare alla settima salvaguardia, profilo in mobilità. Ho presentato dunque domanda all' INPS attraverso il patronato. Ora sono in attesa di risposta , che sicuramente arriverà dopo il 1 Marzo. Mi chiedo quali saranno i criteri usati da INPS per stilare la lista degli ammessi e degli esclusi dalla settima salvaguardia (pur avendone i requisiti) e come eventualmente si possa fare ricorso? La lista degli ammessi viene stilata in base alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Si ritiene che il lettore non abbia ragione di preoccuparsi dato che in passato il numero dei posti messi a disposizione è sempre risultato sufficiente, almeno per questo profilo di tutela, a garantire l'accesso alla pensione a tutti coloro che erano in possesso dei requisiti. 

Secondo Vs. calcolatore rientro nella 7° salvaguardia con data decorrenza pensione 01/03/2016. Lunedi 18/01/16 ho appuntamento c/o Patronato per inoltro richiesta all'INPS. a) Con che criterio INPS certifica la salvaguardia (data presentazione domanda o data risoluzione rapporto lavoro?) b) decorrendo la pensione dal 01/03/16 si puo' già inviare la domanda di pensione o è meglio attendere la certificazione INPS. Si ritiene sia opportuno presentare domanda di pensione in modo da non perdere eventuali arretrati tra la prima data utile di decorrenza e quella di ricezione della lettera di certificazione. In merito l'Inps ha dato istruzione alle sedi territoriali (Circolare Inps 1/2016) di non rigettare le domande di pensione.

Lavoro nel settore Sanità (Ospedale Pubblico) e sono anche titolare di pensione di reversibilità. Il mio pensionamento dovrebbe avvenire intorno al 2025/26 per vecchiaia se raggiungerò la contribuzione dovuta. Il quesito che le pongo è il seguente: se mi licenzio prima del pensionamento, posso avanzare la richiesta dell'intera reversibilità del coniuge, non avendo più alcun reddito? Oppure è opportuno andare in pensione ed avanzare la richiesta di aggiungere alla mia pensione la quota di reversibilità ricalcolata? Premetto che ho appena sottoscritto un Fondo (Perseo-Sirio) con il minimo di trattenuta dallo stipendio (1%), presumo quindi che il mio TFR sia - dal momento della sottoscrizione del Fondo - investito in esso. Come posso districarmi fra queste due eventualità, nel modo meno svantaggioso per me? Ho posto la questione nei termini corretti, oppure devo considerare altri fattori? La scelta è ovviamente personale. In linea generale è possibile dimettersi dal lavoro e percepire l'intera quota di reversibilità della pensione ai superstiti qualora il reddito annuo risulti inferire a tre volte il minimo inps (circa 19.500 euro annui). Tuttavia appare difficile immaginare che l'incremento della quota di reversibilità possa compensare la rinuncia al reddito a cui il lettore andrebbe incontro per diversi anni lasciando il lavoro anticipatamente. Da un punto di vista del reddito sarebbe quindi opportuno continuare a lavorare sino all'età della vecchiaia conseguendo la prestazione di vecchiaia che, a quel punto, si aggiungerà alla prestazione ai superstiti attualmente in godimento. Oltre a vantare un reddito superiore da oggi al 2025 si potrà ottenere un reddito più cospicuo anche dopo il pensionamento dato che la prestazione di vecchiaia sarà più elevata grazie al versamento di un maggior numero di contributi.  

Zedde

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