Ai primi di dicembre si conoscerà la ricetta del Governo Meloni sulle pensioni. E’ quanto ha fatto intendere ieri il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, in una intervista al quotidiano de «La Repubblica» anticipando che dal 2023 non si tornerà pienamente alla Legge Fornero con l'obiettivo di anticipare 50.000 uscite dal lavoro.
«Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori. Pensavamo anche a un bonus per chi resta a lavorare, ma la prudenza di bilancio ci induce a rinunciare», ha detto Durigon, aggiungendo che, anche con Quota 102 del governo Draghi, è stato così: una misura ponte pensata per 16 mila persone e scelta dalla metà.
Stop allo scalone
«In manovra metteremo una formula che evita lo scalone di gennaio per un gruppo di lavoratori. Quota 41 ci sarà e questo è importante: la stiamo studiando nei dettagli con la ministra del Lavoro Marina Calderone e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti». Non era quello che la Lega aveva promesso in campagna elettorale, ma «per una riforma complessiva delle pensioni bisogna discuterne con i sindacati e ci vuole tempo. Questa è una legislatura anomala, iniziata di fatto solo a novembre. In campagna elettorale – ricorda - avevamo detto che facevamo Quota 41, molto cara anche ai sindacati. E così sarà». Durigon ha spiegato che una Quota 41 «pulita», senza vincoli di età, costerebbe 4 miliardi il primo anno e poi a salire. «Se la limitiamo a chi ha 61 o 62 anni, con il divieto di cumulo con un reddito da lavoro, il costo scende sotto il miliardo, con un piccolo trascinamento nel 2024» ha aggiunto.
La nuova combinazione, destinata a superare l'attuale «quota 102», sarà ufficializzata con la presentazione della legge di bilancio, attesa per i primi di dicembre alle Camere. Seguirà poi un iter di approvazione veloce per rispettare la deadline del 31 dicembre 2022. L'altro giorno, peraltro, il Ministro Calderone ha annunciato che la legge di bilancio imbarcherà anche la proroga dell’ape sociale e di opzione donna, due misure che scadrebbero a fine anno.
Tra le altre novità la stretta al Reddito di cittadinanza, da cui l’esecutivo si aspetta di ricavare un miliardo di risparmi, la flat tax per le partite Iva allargata dai 65 mila agli 85 mila euro di fatturato e la flat tax incrementale, una tassa piatta del 15% sugli incrementi di reddito.