Redazione
Riforma Pensioni, Damiano: tempi maturi per un intervento
Venerdì, 20 Marzo 2015L'Inps ha oggi evidenziato come cambieranno le pensioni dal prossimo anno con l'ennesimo incremento pari a 4 mesi. La situazione è ormai insostenibile da un punto di vista sociale. E' quindi positivo che il ministro Poletti convochi i sindacati per discutere di pensioni”. Kamsin Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. “L’argomento – spiega Damiano – e’ maturo e il tema e’ in calendario alla Commissione Lavoro della Camera, che ha intenzione di audire le parti sociali, il Presidente dell’INPS e lo stesso ministro per discutere una serie di norme a 360 gradi di revisione della Legge Fornero. Un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale e’ necessario per favorire, con il turnover, l’ingresso dei giovani nelle aziende e per evitare che aumenti il numero dei nuovi poveri, cioe’ di lavoratori over 60 rimasti senza lavoro e senza pensione ”, conclude Damiano.
Ieri il ministro del Lavoro, aveva indicato che la convocazione dei sindacati per un confronto sul tema delle pensioni è all'ordine del giorno: "arriverà a breve dopo un breve confronto con l'Inps".
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Zedde
Statali, Ichino: il Jobs si applica anche alle Pa. Nessuna norma lo vieta
Venerdì, 20 Marzo 2015Il Senatore Pietro Ichino ricorda che servirebbe una modifica nella legge delega sulla Pa per evitare l'applicazione del Jobs Act al pubblico impiego.
Kamsin Secondo il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, il Jobs act non si applicherà pubblico impiego. Ma nel testo del decreto legislativo sui contratti a tutele crescenti (dlgs 23/2015) non c'è traccia di una norma che escluda le Pa dalla nuova normativa. Lo conferma anche Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia, e Pietro Ichino, senatore del Pd che sottolineano come, nella legge delega, di esclusione del pubblico impiego non vi sia traccia. Ciò vuoi dire che se davvero il governo vorrà escludere gli statali dalla riforma del lavoro, le norme dovranno cambiare e i tempi per l'approvazione, annunciata entro l'estate, risulterebbero stretti.
Per Zanetti la questione è di sostanza: «Dire che la specificità del pubblico impiego rende opportuno non estendere il Jobs act ai dipendenti pubblici è profondamente sbagliato, oltre che ingiusto nei confronti di chi lavora nel settore privato. Semmai è giusto dire che la specificità del pubblico impiego rende opportuni appositi accorgimenti procedurali in una normativa che non può fare figli e figliastri. Di questo dovrebbe occuparsi il ministro Madia». «E' chiaro sottolinea che non deve essere il singolo dirigente a decidere su un licenziamento, ma una Commissione. Ecco mi aspetto che ci si occupi di queste aspetti, ma i principi non si toccano».
Critico verso il messaggio lanciato dalla Madia anche Pietro Ichino. «Poiché il decreto 23, entrato in vigore il 7 marzo scorso, non contiene una norma che escluda il settore pubblico, esso si applica anche al pubblico impiego. È la conseguenza di una norma molto chiara contenuta nel Testo Unico sul pubblico impiego del 2001. In questo senso il governo ha deciso il 24 dicembre e questa scelta è stata confermata il 20 febbraio. Se il ministro Madia intende compiere una scelta diversa, occorrerà che questa si esprima in una modifica della legge delega sulle p.a.; e se ne dovrà discutere in Parlamento». «Per quanto mi riguarda - sostiene Ichino - sono invece convinto che sia giusto e necessario applicare le stesse regole nel settore pubblico e in quello privato, anche se ciò non basta certo a risolvere i problemi delle amministrazioni pubbliche: è altrettanto importante che i dirigenti pubblici siano incentivati e motivati a riappropriarsi delle prerogative manageriali e a esercitarle correttamente e incisivamente».
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Zedde
Garanzia Giovani, ecco gli incentivi per chi assume i giovani Neet
Giovedì, 19 Marzo 2015Tramite il programma Garanzia Giovani le imprese che assumono un "neet" possono ottenere un incentivo sino a 6mila euro. il Bonus è cumulabile con il nuovo esonero contributivo introdotto dalla recente legge di stabilità.
Kamsin Ci sono incentivi assegnati ai datori di lavoro privati che assumono giovani inseriti nel programma nazionale chiamato "garanzia giovani". È un programma che nasce in Europa, durerà fino a giugno 2017 (per una spesa complessiva di 189 milioni di euro) e che i giovani faranno bene a non sottovalutare. È un programma che tenta di ridurre quello spaventoso 43% di disoccupazione giovanile. Con esso c'è l'opportunità, ma ovviamente non la certezza, di essere assunti. Per dare il via all'operazione la prima mossa è proprio dei giovani. I giovani interessati al programma sono in via potenziale 1.723.000. Di essi solo circa il 20% si sono registrati.
Vediamo chi sono i giovani interessati e cosa devono fare per facilitare l'assunzione.
La procedura
La misura è destinata ai giovani che vanno dai 15 ai 29 anni e sono in regola con la scuola obbligatoria. Si tratta dei cosiddetti "Neet", acronimo inglese per definire giovani che: 1) non studiano; 2) non hanno un lavoro; 3) non sono inseriti in programmi di formazione professionale. Per accedere al programma gli interessati devono registrarsi al " Programma garanzia giovani" con il modulo disponibile sul sito apposito. A questo punto il centro per l'impiego o altra persona accreditata li contatterà per un colloquio nel quale saranno verificate le capacità del soggetto e in base ad esse sarà stabilito il grado, la possibilità di trovare lavoro.
I livelli si occupabilità sono classificati tra basso, medio, alto, molto alto; l'assegnazione è influenzata direttamente dalla posizione del giovane: più è istruito e voglioso di lavorare, più dimostra nel colloquio capacità professionali, più diventa alto il grado di occupabilità e quindi più basso diventa l'incentivo per l'azienda.
La domanda all'Inps
Le aziende devono intanto inoltrare all'Inps domanda preliminare di ammissione tramite il modulo di domanda "Gagi" sul sito ww.inps.it. indicando i dati relativi al giovane.
L'Inps: a) determina l'importo dell'incentivo spettante in relazione al tipo di assunzione e alla classe di profilazione attribuita al giovane; b) verifica la disponibilità residua delle risorse della Regione o Provincia autonoma di pertinenza e in caso positivo comunica che è stato prenotato in favore del datore di lavoro l'importo dell'incentivo. Quindi, entro 7 giorni lavorativi dal momento in cui ricevono dall'Inps la comunicazione che è stata accettata la prenotazione, devono provvedere ad assumere il ragazzo. Infine, entro 14 giorni dalla comunicazione Inps devono comunicare l'avvenuta assunzione, senza la quale tutta la procedura decade. Attenzione: nella comunicazione devono chiedere anche la conferma della prenotazione. L'istanza di conferma diventa in pratica la domanda definitiva di ammissione all'incentivo.
Gli incentivi
La misura dell'incentivo è differente in base al tipo di assunzione e al grado di difficoltà del giovane. Per le assunzioni a tempo determinato al di sotto dei 12 mesi l'incentivo riguarda solo le difficoltà alta e molto alta e offre un bonus di 1.500 - 2.000 euro. Per le assunzioni a tempo determinato dai 12 mesi in poi il bonus sale rispettivamente a 3.000 e 4.000 euro. Per le assunzioni a tempo indeterminato sono previsti tutti e quattro i gradi di difficoltà e il bonus è rispettivamente di 1.500, 3.000, 4.500 e 6.000 euro. Nessun incentivo è previsto per le assunzioni di apprendisti, colf, badanti e per lavori accessori. L'incentivo, peraltro, è cumulabile con il nuovo esonero contributivo per l'assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato introdotto nel 2015 con la legge di stabilità 2015.
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Zedde
A cura di Bruno Benelli
Aspi 2015, la richiesta di mobilità respinta vale per l'Aspi
Mercoledì, 18 Marzo 2015La domanda di mobilità ordinaria rigettata dall'Inps può valere come domanda di Aspi. E' quanto comunica l'Inps con il messaggio 1644/2015.
Kamsin Il lavoratore che erroneamente presenta istanza per avere l'indennità di mobilità, potra' sempre chiedere che la domanda venga ritenuta utile per ricevere l'indennità di disoccupazione (Aspi o Naspi che sia). E' quanto precisa l'Inps nel messaggio n. 1644/2015. Non sempre è valido il contrario.
Trasformazione domanda Aspi in mobilità. Il primo caso riguarda la presentazione della domanda per l'indennità di disoccupazione Aspi, erroneamente prodotta da un lavoratore licenziato a seguito della procedura di mobilità (art. 4 della legge n. 223/1991). L'Inps spiega che la domanda può essere ritenuta utile ai fini della concessione dell'indennità di mobilità ordinaria solo se l'esplicita richiesta di conversione (da domanda Aspi a domanda di mobilità) viene inviata entro i termini di decadenza previsti per la presentazione della domanda di mobilità ordinaria, ossia entro 68 giorni dal licenziamento.
Ciò in quanto, precisa l'Inps, la condizione di tali lavoratori (collocati in mobilità) è a loro ben nota in quanto evidenziata dai diversi elementi: comunicazione obbligatoria Unilav del licenziamento collettivo; lettera di licenziamento nella quale viene segnalato che lo stesso è avvenuto a seguito della procedura di mobilità; iscrizione nelle liste di mobilità approvata dalla commissione regionale per l'impiego che può intervenire nei 68 giorni dal licenziamento.
Trasformazione domanda mobilità in Aspi. Il contrario è invece ammesso. possibile, cioè, la trasformazione della domanda di mobilità in domanda di Aspi nel caso di reiezione della domanda di mobilità. Anzi, in questi casi, le sedi Inps sono tenute a suggerire l'opportunità ai lavoratori, indicando in calce al provvedimento di rigetto il motivo della reiezione e la nota con cui si offre l'opportunità di trasformare la domanda di mobilità in quella di Aspi.
Trasformazione domanda Aspi in trattamento speciale edile. Terzo e ultimo caso riguarda la presentazione di domanda per l'indennità di disoccupazione Aspi o di mobilità, prodotta erroneamente dal lavoratore destinatario di trattamento speciale di disoccupazione per l'edilizia (ex legge n. 223/1991 o n. 451/1994). L'esplicita richiesta di conversione dell'istanza al fine di ricevere il trattamento speciale, spiega l'Inps, è da ritenersi utile se prodotta entro il termine dei 24 mesi dalla data di licenziamento.
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Zedde
Divorzio Breve, Disco verde dal Senato. Resta la separazione
Mercoledì, 18 Marzo 2015Il Senato ha dato il via libera alla legge sul Divorzio Breve. Il testo ora torna alla Camera per la terza Lettura. Resterà però il passaggio della separazione.
Kamsin Se mesi per divorziare se i coniugi fanno una scelta consensuale. Un anno se si tratta di un addio giudiziale. Oggi il Senato ha votato e approvato la legge sul divorzio breve con 228 si'. Stralciato invece il cosiddetto divorzio lampo che consentiva di saltare a pie' pari la separazione, il ddl, che torna alla Camera per l'approvazione definitiva perche' Palazzo Madama ha apportato delle modifiche tecniche al testo, accorcia i tempi per dirsi addio. Non servono piu' gli attuali tre anni di separazione per presentare domanda di divorzio ma bastano dodici mesi in caso di giudiziale e soltanto sei mesi per la consensuale.
"Il gruppo del PD vota a favore del disegno di legge sul divorzio breve perche' e' una legge che produrra' un passo avanti importante nella legislazione italiana in materia di scioglimento del matrimonio, verso la soluzione di questioni molto sentite da tanti cittadini. E' una legge giusta, necessaria ed attesa" ha detto il senatore Claudio Martini, vicepresidente del gruppo del Pd nella dichiarazione di voto in Aula.
"L'approvazione da parte del Senato del divorzio breve rappresenta una splendida notizia. Auspichiamo che la Camera dei deputati sappia approvare definitivamente la legge in tempi brevissimi". E' quanto dichiara il deputato di Forza Italia, Luca d'Alessandro, segretario della commissione Giustizia alla Camera.
"Via libera del Senato al divorzio breve. Grazie ad Area popolare evitato il divorzio stile 'Las Vegas', garantendo pero' tempi piu' rapidi e diritti per minori e coniuge debole". Lo scrive su twitter il presidente del gruppo al Senato di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani.
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