Redazione
Riforma Pensioni, ecco gli emendamenti al ddl di stabilità
Giovedì, 13 Novembre 2014Verso un accordo per contenere il taglio ai patronati. L'Aliquota sulla previdenza complementare potrebbe salire solo al 15%. Riammesso l'emendamento per i 4 mila docenti e personale Ata nel movimento "quota 96".
Continua il braccio di ferro tra forze politiche, sindacati e governo sugli emendamenti da apportare alla legge di stabilità, in corso di esame alla Commissione Bilancio di Montecitorio. Le aperture da parte del Governo nei giorni scorsi confermano la possibilità di un temperamento di alcune misure soprattutto sul pacchetto previdenziale, fortemente penalizzato nel testo govenativo della legge di stabilità.
Passano infatti l'esame di ammissibilità della V Commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) gli emendamenti che chiedono lo stop al taglio di 150 milioni di euro ai patronati. Contro la sforbiciata si è compattato un fronte largo. Ben 100 deputati del Partito Democratico hanno firmato un emendamento che chiede il ripristino completo dei fondi. Difficile per il governo riuscire a mettere un argine. Così dal Tesoro sarebbero arrivati i primi segnali di apertura.
Kamsin Azzerare l’intero taglio da 150 milioni, tuttavia, non sarà possibile. Si tratta attorno ad una sforbiciata più contenuta. Il modello sarebbe quello di un emendamento firmato da Marco Causi del Pd, e che prevede una riduzione del fondo per i patronati di una quarantina di milioni, in pratica il 10% dell’intero ammontare (430 milioni). Contemporaneamente anche il prelievo dello 0,226% sui contributi versati dai lavoratori, e che il governo puntava a ridurre allo 0,148%, verrebbe invece contenuto allo 0,205%.
Kamsin Altra modifica ormai data quasi per acquisita, è la riduzione del balzello fiscale sui Fondi pensione. Nella manovra il governo ha ritoccato al rialzo il prelievo dall’11,5% al 20%. Ora potrebbe portarlo al 15%. Si tratta ancora sul prelievo delle Casse Professionali. Passa il giudizio di ammissibilità anche l'emendamento di Sel che punta a reintrodurre la possibilità per i 4mila lavoratori del comparto scuola che si riconoscono nel movimento cd. quota 96 di accedere alla pensione dal prossimo 1° settembre 2015.
Non ha invece trovato spazio la proposta dello stop alle penalizzazioni sino al 2017 sulla quale si era battuta l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd). In assenza del placet del governo il Pd ha preferito non presentare, per ora, emendamenti in tal senso. Altre norme al vaglio della Commissione Bilancio riguardano la possibilità di unificare il pagamento dei trattamenti previdenziali il 1° del mese (e non il 10 come previsto nel testo governativo per gli 800mila lavoratori interessati dalla misura), alcune norme in materia di estensione dei benefici previdenziali in materia dei lavoratori usuranti.
Ma il capitolo previdenziale non è l’unico modifica alla quale si sta lavorando. Sul regime dei minimi Iva si va verso una riscrittura della norma. L’aliquota forfettaria dovrebbe scendere dal 15% al 10%, mentre il reddito che consente di accedere al sistema agevolato salirebbe da 15 mila a 30 mila euro. Stesso discorso sulla tassazione del Tfr in busta paga. Si cercano risorse per tassarlo in maniera agevolata, e non con l’aliquota marginale come previsto dalla versione attuale del provvedimento.
Chi ha debiti con il fisco potrebbe presentare domanda di rateizzazione semplificata, senza alcun onere di dimostrare con documenti la propria situazione di difficoltà, e accedere al pagamento dilazionato per un periodo fino a dieci anni (120 rate mensili). Verrebbe applicato un tasso di interesse annuo lordo del 3,69, più basso di quello erariale (4,5%). Per le rate è previsto un importo minimodi 100 euro.
Zedde
Pensioni Quota 96, Anief: bene emendamento Sel ma la strada è in salita
Giovedì, 13 Novembre 2014L'Anief-Confedir esprime soddisfazione per la riammissione dell'emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (Ac 2679-bis) in Commissione Bilancio di Montecitorio a firma Pannarale (Sel) e Airaudo: "questi lavoratori avevano i requisiti per lasciare il lavoro alla fine dell'anno scolastico 2011/2012. Permettergli di lasciare il servizio, come da noi sempre invocato, darebbe loro giustizia e aiuterebbe a ringiovanire il corpo docente italiano piu' vecchio al mondo". Kamsin La proposta emendativa consentirebbe ai docenti del comparto scuola che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di essere collocati in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015.
L'emendamento fissa in 4mila il numero dei potenziali beneficiari della misura ma, come ricordano dalla Cisl Scuola, alcuni di questi lavoratori sono già usciti dal mondo del lavoro o attraverso la legge 104/1992 (con la quarta o sesta salvaguardia) o perchè hanno, nel frattempo, maturato i nuovi requisiti previsti dalla Riforma Fornero.
A livello politico tuttavia la strada per l'approvazione dell'emendamento è in salita. Il Pd non ha infatti presentato un emendamento in tal senso, stante la contrarietà dell'esecutivo e ciò lascia intendere che la proposta non avrà vita lunga. La prossima parola spetta ora alla Commissione Bilancio che dovrà votere gli emendamenti.
Zedde
Riforma Pensioni, riammesso l'emendamento per i Quota 96 della Scuola
Mercoledì, 12 Novembre 2014E' stato riammesso dalla Commissione Bilancio, dopo la bocciatura di ieri, l'emendamento per i quota 96 della scuola. Ne ha dato notizia la deputata Annalisa Pannarale (Sel).
Sono una novantina gli emendamenti alla legge di stabilità riammessi oggi dalla Commissione Bilancio. Ieri ne erano stati bocciati 1.600 su un totale di 3.800 circa tra cui c'erano diverse proposte in materia di lavoratori precoci, usuranti e quota 96 della scuola.
Kamsin La Commissione ha riammesso anche l'emendamento in favore dei Quota 96 della scuola a firma Pannarale (12.03) che ora dovrebbe andare alla votazione. Ne ha dato notizia la stessa deputata Annalisa Pannarale (SEL) dalla sua pagina facebook: "Ora avanti fino in fondo. La vostra insipienza e le vostre bugie hanno già sottratto troppi anni di dignità ai lavoratori" (in calce il testo dell'emendamento riammesso in favore dei quota 96 della scuola).
Passano anche gli emendamenti in materia di previdenza complementare e patronati, anticipo del TFR, nuovo regime dei minimi e bonus mamme, proposte che saranno quindi messe al voto della V Commissione Bilancio di Montecitorio da Lunedì. Tra le novità c'è anche la possibilità di una rateazione “semplificata” per tutti i debiti fiscali, con un tasso d'interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni (senza dover dimostrare di essere in difficoltà). La misura potrà essere applicata a più tipologie di debiti, che vanno dalle cartelle di pagamento di Equitalia, alle ingiunzioni fiscali dei comuni che riscuotono in proprio, passando per gli avvisi di accertamento esecutivo e quelli con adesione emessi dall'Agenzia delle entrate.
Zedde
EMENDAMENTO 12. 03 PANNARALE
Dopo l'articolo 12, aggiungere il seguente:
Art. 12-bis.
(Salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola).
1. All'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni».
2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2015, nel limite massimo di 4.000 soggetti e nei limiti dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 3. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche, definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. Per l'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l'anno 2015, di 105 milioni di euro per l'anno 2016, di 101 milioni di euro per l'anno 2017, di 94 milioni di euro per l'anno 2018 e di 81 milioni di euro per l'anno 2019.
Conseguentemente, all'articolo 26, comma 11, sostituire le parole: è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015 con le seguenti: è ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015».
12. 03. Pannarale, Marcon, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Melilla,
Riforma Pensioni, Russo (Pd): ora un tetto per quelle piu' ricche
Mercoledì, 12 Novembre 2014Il Senatore PD Francesco Russo annuncia la presentazione di un emendamento al ddl di stabilità per impedire che circa 160mila fortunati cumulino i vantaggi del sistema retributivo con quello contributivo.
"Se alla Camera nessuno presentera' un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare un tetto massimo alle pensioni d'oro, lo faro io in Senato". E' quanto ha affermato il senatore del Partito democratico Francesco Russo. "Mi sono arrivate molte segnalazioni relative al famoso comma che cancellerebbe il tetto alle pensioni d'oro - scrive sulla sua pagina Facebook l'esponente Pd -.
Kamsin Sto facendo delle verifiche. Ma come ho gia' scritto privatamente ad alcuni di voi se nessuno lo fara' prima alla Camera presentero' io al Senato un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare quelle famose quattro righe cancellate. Innanzitutto per riparare a una stortura inaccettabile". "E anche per lanciare un messaggio chiaro a chi 'ci prova sempre' - conclude Russo - il tempo dei trucchetti, delle furberie e dei sotterfugi alle spalle del Paese deve finire. Per sempre.
La vicenda è stata rilanciata ieri da un articolo di Gian Antonio Stella dalle pagine del Corriere della Sera che sta avendo una grande eco nella stampa nazionale. Il problema è noto. Infatti tra i lavoratori che sono passati al calcolo contributivo dal 2012, alcuni con retribuzioni molto elevate, possono percepire assegni più elevati, poiché cumulano i benefici di una larga quota della pensione calcolata con il retributivo ed una particolare agevolazione connessa con il contributivo che non è soggetto ad un limite sui contributi.
In tal modo, la quota contributiva accresce una pensione già caratterizzata da un alto tasso di sostituzione grazie al sistema retributivo. La "stortura" era stata segnalata dall'Inps al momento dell'introduzione della Riforma Fornero del 2011 ma, come sottolinea Gian Antonio Stella, il legislatore dell'epoca non intervenne stralciando la correzione suggerita dall'istituto di previdenza.
Oltre a generare una certa ingiustizia sociale la misura comporta anche effetti negativi per le Casse dello Stato. Ricorda Stella infatti che "secondo una tabella riservata fornita al governo dai vertici dell’Istituto di previdenza, infatti, 160 mila persone circa potranno godere sia dei vantaggi del vecchio sistema retributivo sia di quelli del «nuovo» sistema contributivo. E tutto ciò, se non sarà immediatamente ripristinata quella clausola di salvaguardia - continua Stella -, causerà un buco supplementare nelle pubbliche casse di 2 milioni quest’anno, 11 l’anno prossimo, 44 fra due anni, 93 fra quattro e così via. Fino a una voragine fra nove anni di 493 milioni di euro. Per un totale complessivo, di oltre due miliardi e mezzo da qui al 2024".
Effettivamente quei denari potrebbero essere destinati in favore di altre misure piu' urgenti nel comparto previdenza, un capitolo che fa acqua da tutte le parti.
Zedde
Pensioni, La Cgil proclama lo sciopero generale di otto ore per il 5 dicembre
Mercoledì, 12 Novembre 2014La Cigl annuncia lo sciopero generale per il prossimo 5 Dicembre contro le misure contenute nel Jobs Act e la legge di stabilità. Richiesta anche l'apertura di un tavolo di confronto sulle pensioni.
La Cgil ha proclamato per il 5 dicembre uno sciopero generale di otto ore, con manifestazioni a livello territoriale, contro la legge di Stabilita' e il Jobs Act. Lo ha annunciato il segretario del sindacato, Susanna Camusso, che ha rivolto la proposta anche a Cisl e Uil, nella speranza di garantire una loro partecipazione alla mobilitazione generale.
Kamsin "La proposta parte dalle richieste venute dalle piazze del 25 ottobre e dell'8 novembre e dalla volonta' di salvaguardare tutti i punti delle iniziative unitarie in atto, a partire dalla decisione dello sciopero della scuola e del pubblico impiego", ha dichiarato Camusso. La scelta del 5 dicembre, ha spiegato, risponde all'esigenza di raccogliere la mobilitazione unitaria gia' decisa dai sindacati della scuola e dalla volonta' di proseguire la protesta espressa dai lavoratori pubblici con la manifestazione di sabato a Roma. La convocazione da parte del ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, per il 17 novembre, non cambia la situazione dal momento che secondo il leader della Cgil il Governo non ha intenzione di cambiare in modo strutturale la Legge di Stabilita'.
Governo Convoca le Parti Sociali per il 17 Novembre
Ad ogni modo le Organizzazioni sindacali sono state convocate a Palazzo Chigi dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione per lunedì 17 novembre, alle ore 19. All’ordine del giorno, gli interventi riguardanti la Pubblica Amministrazione. Sul tavolo ci sarà l'avvio di un confronto sulle questioni aperte dell’occupazione, del fisco, dei contratti, delle pensioni.
Zedde