Redazione
Riforma Pensioni, Baretta: apriremo a maggiore flessibilità
Mercoledì, 06 Agosto 2014Il ministro del Lavoro Giuliano ha indicato oggi dai microfoni di Sky che «qualcosa di significativo si può fare» per introdurre «meccanismi di flessibilità per persone che sono avanti con l`età». Kamsin A ventiquattr'ore dalla decisione del governo di ritirare l`emendamento che garantiva un'uscita anticipata a 4 mila insegnanti, il sottosegretario Pier Paolo Baretta lancia la sua mediazione dalle Pagine del Quotidiano "il Garantista": «Non credo che il problema sia lo scontro tra politica e funzionari. Bisogna intervenire sui buchi lasciati aperti dalla legge Fornero».
Vuole abolirla?
“Ma no, va mantenuta. Ci permette di gestire al meglio la tendenza che vede l`Italia tra i Paesi con la maggiore aspettativa di vita. Cosa che rende plausibile l`innalzamento dell`età di ritiro. É tata necessaria per mettere sotto controllo la spesa pensionistica”.
Cosa non va?
“Nella fretta l`ex ministro ha lasciato scoperti una serie di casi che ancora adesso stiamo affrontando situazione per situazione. I più famosi sono gli esodati oppure quello dei 4mila professori tenuti al lavoro con le nuove norme”.
Che cosa suggerisce?
“La soluzione sta nel trovare strumenti strutturali. Il limite della riforma è stato quello di non gestire la transizione. Tutte le leggi regolano la transizione tra l`esistente e quello che sarà. La Fornero non l`ha fatto”.
Chiuda il cerchio.
“Bisogna introdurre la flessibilità in uscita che manca. La Fornero ha previsto che chi vuole restare a lavoro dopo i 66 anni, e fino a 70, veda rivalutata la sua pensione. Nella stessa logica, ma con un meccanismo rovesciato, si può prevedere che chi abbandona prima dei 66 anni - questo limite non va assolutamente toccato - si ritrovi con un assegno minore”.
Quale sarà il meccanismo?
“Sarà un sistema di penalizzazioni. Se vado via - la modalità sarà facoltativa - vedrò la mia pensione diminuire. Quanto? Io non ho ancora fatto calcoli precisi, ma ci sono centri studi che hanno ipotizzato a una riduzione tra il 4 e il 9 per cento. Il tutto in base agli anni di anticipazione e in relazione allo stato dei conti.”
I tempi sono maturi?
“Prima di arrivare al governo, ho presentato una proposta di legge con l`ex ministro Cesare Damiano. Adesso va aggiornata e completata con i calcoli sulle coperture necessarie. Anche oggi (ieri ,ndr) il ministro Poletti ha proposto una cosa simile alla mia. L`importante è superare le tensioni di questi giorni. Si può intervenire nella Legge di Stabilità. Ben sapendo che ci saranno sempre persone vittime del blocco del pensionamento tra í 62 e i 66 anni”.
Chissà che dirà la Ragioneria?
“Parlare dei costi, cosa complessa perché i calcoli non stati ancora fatti, non ha senso di fronte ai 12 miliardi spesi nelle varie salvaguardie per aiutare gli esodati. Soldi benedetti. Però quanto si sarebbe potuto risparmiare avendo a disposizione uno strumento simile?”
Sui professori vi ha piegato?
“No, ha solo segnalato un problema di copertura. Senza contare il "rischio dí emulazione": in situazioni di questo tipo le categorie che non ottengono lo stesso trattamento presentano ricorsi.
Allora giovani contro anziani?
“L`innalzamento pensionistico comporta il problema del ricambio generazionale che è sequenziale al mix produttivo in fase di riconversione tecnologica. Da un lato si mantengono in organico i soggetti già a lavoro, dall`altro c`è un rallentamento proporzionale dell`ingresso di nuove leve”.
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Fisco, calano le entrate tributarie nel primo semestre
Mercoledì, 06 Agosto 2014Nel periodo gennaio-giugno 2014 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 194.797 milioni di euro, sostanzialmente stabili (-0,8% pari a -1.549 milioni di euro), rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo sottolinea il Dipartimento delle Finanze del Mef. Kamsin Registrano - informa una nota del Mef - un gettito complessivamente pari a 105.291 milioni di euro e una diminuzione del 4,7% (-5.191 milioni di euro), rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.
L'Irpef è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La leggera variazione negativa dello 0,2%, (-175 milioni di euro) che riflette gli andamenti delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-0,7%), delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (-0,2%) e dei lavoratori autonomi (-2,9%), risulta parzialmente compensata dall'aumento dei versamenti in autoliquidazione (+11,8%). L'Ires mostra un calo del 26% (-3.449 milioni di euro) essenzialmente riconducibile ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014 effettuati da banche e assicurazioni a seguito dell'incremento della misura dell'acconto 2013 fissato, per questi contribuenti, al 130% dal D.L. n. 133 del 30 novembre 2013.
Per i contribuenti non interessati da questa misura, i primi dati relativi ai versamenti Ires del mese di luglio mostrano un andamento favorevole in proiezione annua per effetto di un aumento delle frequenze, di maggiori importi medi versati e del ricorso alla rateazione. Tra le altre imposte dirette, si riducono del 12,4% (-730 milioni di euro) l'imposta sostitutiva su interessi e altri redditi di capitale e del 35,9% (-496 milioni di euro) l'imposta sostitutiva sul risparmio gestito e amministrato.
Cresce invece il gettito derivante dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche del 49,5% (+107 milioni di euro) e dall'imposta sostitutiva sul valore dell'attivo dei fondi pensione del 6,7% (+36 milioni di euro). Registra un gettito di 1.692 milioni di euro l'imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia (art. 1 comma 148 Legge di stabilità 2014), mentre ammonta a 1.912 milioni di euro (+79 milioni di euro, pari a +4,3%) l'Imu riservata all'erario, derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D.
Le imposte indirette, invece, nel primo semestre dell'anno, registrano un gettito pari a 89.506 mln di euro con un incremento del 4,2% (+3.642 mln di euro), rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Si conferma in crescita il gettito Iva che aumenta del 3,1% (+1.486 mln di euro). L'imposta di bollo cresce dell'8,4% (+414 mln di euro) per effetto dei versamenti affluiti nel mese di aprile a titolo di acconto su quanto dovuto dai contribuenti per l'anno 2015. L'andamento positivo risente inoltre dell'aumento dall'1,5 al 2 per mille dell'imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti finanziari previsto dalla legge di Stabilita' 2014, dell'eliminazione del limite minimo di 34,20 euro e del contestuale incremento del limite massimo dell'imposta di bollo, passato da 4.500 euro a 14.000 euro.
Tra le altre imposte indirette si segnala l'incremento del gettito dell'accisa sui prodotti energetici (oli minerali), pari all'8,7% (+925 milioni di euro), principalmente per effetto dell'abolizione della riserva destinata alle regioni a statuto ordinario, che dal mese di dicembre 2013 viene contabilizzata tra le imposte erariali. Cresce il gettito dell'accisa sul gas naturale per combustione (+23,8% pari a +426 milioni di euro) e quello dell'accisa sull'energia elettrica e addizionali, che segnala un aumento del 20,4% (+233 milioni di euro). Le entrate relative ai giochi presentano, nel complesso, un calo del 2,3% (-135 mln di euro). Infine continua l'andamento favorevole del gettito relativo alle entrate tributarie derivanti dall'attivita' di accertamento e controllo, che risulta in crescita del 10,9% (+398 mln di euro).
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Pensioni, la revocabilità degli assegni è triennale
Martedì, 05 Agosto 2014Il trattamento pensionistico liquidato a titolo definitivo ai pubblici dipendenti, ivi compresi i dipendenti della scuola, può essere revocato o modificato d'ufficio dall'amministrazione che ha emanato il provvedimento o a domanda dell'interessato non oltre il termine di tre anni dalla data di registrazione del provvedimento stesso o entro sessanta giorni dal rinvenimento di nuovi documenti. Kamsin E' quanto ha indicato la Corte costituzionale con la sentenza n. 208 del 16 luglio 2014 secondo quanto apprende il Quotidiano Italia Oggi.
La Consulta ha dichiarato non fondata la legittimità costituzionale dell'articolo 204 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092/1973 nella parte in cui non consente la revoca o la modifica del provvedimento definitivo di liquidazione del trattamento pensionistico anche nel caso di errore di diritto.
Secondo la Consulta il termine di tre anni trova applicazione nel caso in cui, nel predisporre il provvedimento di pensione, vi sia stato un errore di fatto o sia stato omesso di tenere conto di elementi risultanti dagli atti o vi sia stato un errore nel computo dei servizi o nel calcolo del contributo di riscatto, nel calcolo della pensione, assegno o indennità o nell'applicazione delle tabelle che stabiliscono le aliquote o l'ammontare della pensione, assegno o indennità. Quello di sessanta giorni è il termine entro il quale l'amministrazione o l'interessato potranno chiedere la revoca o la modifica del provvedimento nel caso siano stati rinvenuti nuovi documenti o si è avuto notizia della riconosciuta o dichiarata falsità dei documenti agli atti.
Nessuna revoca o modifica è invece possibile quando, successivamente all'emanazione del provvedimento definitivo di pensione, si riscontra esserci stata una errata interpretazione o applicazione di norme di diritto. Secondo la Consulta, la mancata inclusione nell'articolo 204 dell'errore di diritto, tra le cause che rendono possibile la richiesta di revocare o modificare un provvedimento pensionistico, non solo non viola la Costituzione ma è finalizzato a rafforzare e garantire la sicurezza giuridica delle aspettative del dipendente collocato a riposo, sicurezza giuridica che non è invece assicurata dall'errore di fatto o di calcolo.
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Quota 96, M5S: vergognoso il dietrofront del governo
Lunedì, 04 Agosto 2014Oggi al Senato abbiamo assistito ad un vergognoso dietrofront da parte del governo sulla vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla riforma Fornero (i cd. quota 96 della scuola): prima il ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma all'interno del decreto sulla Pubblica Amministrazione e oggi, come se nulla fosse, con un colpo di spugna questa stessa norma è stata cancellata e con essa la speranza per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione". Kamsin E' quanto hanno affermato in una nota i parlamentari M5S delle commissioni Cultura di Senato e Camera.
"Il motivo è sempre lo stesso: nonostante il Parlamento si fosse espresso a favore di questa norma, ora il governo viene a dirci che i soldi non ci sono. Ora a quegli insegnanti che dopo una vita di sacrifici avevano maturato i requisiti per andare in pensione e che poi si sono visti negare questo diritto, il ministro Madia deve andare a spiegare come mai le risorse per continuare a pagare stipendi e pensioni d'oro ai parlamentari ci sono, mentre per correggere una palese ingiustizia no".
"Altrimenti gli italiani saranno autorizzati a credere che la spending review si fa sempre e solo sulle spalle e sulle tasche dei cittadini. Constatiamo con terrore, inoltre, che Renzi e il suo governo non sanno fare bene i conti: oggi se ne accorgono i 4mila docenti che non andranno in pensione, domani se ne accorgeranno tutti gli italiani", concludono i parlamentari cinquestelle.
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Lupi firma il decreto per il fondo di garanzia sulla prima casa
Lunedì, 04 Agosto 2014Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha firmato il decreto interministeriale che istituisce il Fondo di Garanzia per la prima casa. Kamsin Al decreto sono state attribuite risorse per 200 milioni di euro per il triennio 2014-16. E' quanto si legge in una nota diffusa dal Dicastero dei Trasporti. "La garanzia del Fondo e' stabilita nella misura massima del 50% della quota capitale sui finanziamenti concessi per l'acquisto, la ristrutturazione e accrescimento dell'efficienza energetica, con priorita' per l'accesso al credito da parte delle giovani coppie o dei nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori, dei conduttori di alloggi di proprieta' degli Istituti autonomi per le case popolari e dei giovani di eta' inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico".
"Gli interventi del Fondo di garanzia per la prima casa - spiega la nota - sono assistiti dalla garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza. Il decreto, gia' sottoscritto dal Ministro dell'Economia e delle finanze e dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, diventa cosi' attuativo".
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