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Cgil, oltre 500 mila i lavoratori in cig da inizio anno
Poco meno di 650 milioni di ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, e per oltre la meta' fatte di cassa straordinaria, messe a segno nel periodo che va da gennaio a luglio. Kamsin Un monte ore di cig che relega in cassa a zero ore circa 530 mila lavoratori da inizio anno, che hanno subito un taglio del reddito pari a 2,5 miliardi di euro, ovvero quasi 4 mila e 700 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Sono questi i numeri elaborati dall'Osservatorio Cig della Cgil sulla base delle rilevazioni Inps.
Secondo il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, "ancora una volta registriamo un trend medio di ore richieste, stabile da anni sulle 80 ore al mese, che punta anche per quest'anno a superare la soglia di un miliardo di ore. Un segnale inequivocabile di una crisi strutturale, come emerge chiaramente dall'andamento della cassa straordinaria". Per la dirigente sindacale di corso d'Italia "difesa e rilancio del sistema produttivo, tutela e creazione di lavoro, devono essere il binomio strategico per portare il paese fuori dalla crisi. Meccanica, commercio e edilizia, risultano essere i settori piu' colpiti. Il governo non perda altro tempo e rilanci subito una politica industriale". Nel dettaglio dei dati sulla cig, si rileva come il totale di ore di cassa integrazione a luglio sia stato pari a 79.530.285 di ore richieste e autorizzate, in aumento sul mese precedente del +6,74%.
Nei primi sette mesi dell'anno si sono registrate 642.030.774 ore di cig per un -7,78% sullo stesso periodo dello scorso anno. Emerge poi che la cassa integrazione ordinaria (cigo) cala a luglio su giugno del -9,68%, per un totale pari a 20.234.728 di ore. Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 162.220.949 di ore per un -29,86% sul periodo gennaio-luglio del 2013. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese e che sono oltre il 55% del totale delle ore concesse, e' stata di 50.383.751 per un +38,08% su giugno mentre da inizio anno si totalizzano 358.031.572 ore autorizzate per un +19,79% sullo stesso periodo dello scorso anno. Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato a luglio un calo sul mese precedente pari a -42,93% per 8.911.806 di ore richieste.
Nei sette mesi trascorsi da inizio anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, la flessione della cigd e' stata del -26,65% per complessive 121.778.253 di ore. Continua a crescere il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs: da gennaio a luglio sono state 4.897 per un +27,86% sullo stesso periodo del 2013 e riguardano 9.084 unita' aziendali territoriali (+32,25%). Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale (2.354 decreti da inizio anno per un +5,18% sui primi sette mesi del 2013) che rappresentano il 49,07% del totale dei decreti, un deciso aumento di ricorsi al concordato preventivo (372 per un +195,24%) e al fallimento (155 per un +44,86%). Crescono le domande di ristrutturazione aziendale (132 per un +3,94%) e di riorganizzazione aziendale (149 per un +8,76%).
Zedde
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Statali, blocco degli stipendi solo per il 2015?
Nonostante le rassicurazioni del Premier e del Sottosegretario Graziano del Rio la possibilità di una estensione del blocco dei salari nel pubblico impiego non è una eventualità. Kamsin Più di un interlocutore, lungo l'asse Palazzo Chigi-Tesoro, conferma, secondo alcuni quotidiani, che almeno per il 2015 i margini per scongelare i salari degli Statali sono ridotti al lumicino. E casomai si tratta di accorciare al minimo, per gli anni a venire, i sacrifici di una platea di 3,3 milioni di persone. «Parlare di rinnovi o di sblocco delle retribuzioni in una fase come quella che stiamo attraversando riassume una fonte è fuori luogo.
Il quadro si è deteriorato negli ultimi mesi: il Paese è piombato in recessione e deflazione». Il che vuol dire, viene spiegato, che le eventuali risorse che resteranno dopo aver finanziato gli 80 euro di bonus, le spese indifferibili e la correzione di mezzo punto del deficit (circa 23 miliardi di euro da indicare nella prossima legge di Stabilità da presentare a metà ottobre al Parlamento) saranno utilizzate per altre misure. Vale a dire ammortizzatori sociali, taglio Irap e magari qualche intervento fiscale per i pensionati a basso reddito.
Per far ripartire le retribuzioni ferme da 4 anni (con un risparmio cumulato di 11,5 miliardi per le casse pubbliche) servono 2,1 miliardi di euro l'anno prossimo. Che salgono fino a 4,5 comprendendo anche l'esercizio 2016. L'orientamento del Tesoro (ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delro ieri ha smentito proposte in tal senso da Via XX Settembre) sarebbe quella di cercare un compromesso utile per placare le proteste sindacali e dell' area della maggioranza più sensibile ai mal di pancia dei dipendenti pubblici. Dunque conferme del blocco per il solo 2015 (e non fino al 2018 come da indicazione del Def che nel tendenziale prevede risparmi da 8,6 miliardi) prendendo l'impegno in legge di Stabilità a risolvere la questione negli anni successivi.
L'ipotesi di un prolungamento del blocco dei contratti è quanto mai indigesta per Raffaele Bonanni, che chiede alla politica di concentrarsi invece su sprechi e inefficienze che secondo il segretario della Cisl fioriscono soprattutto a livello locale. «Spero che il governo non voglia proseguire su una strada sbagliata. Il blocco è un fatto gravissimo: i dipendenti pubblici sono gli unici che hanno il reddito fermo da otto anni. Qualcuno dice che sono comunque dei privilegiati, ma forse confonde la massa dei lavoratori con i grandi dirigenti. Ormai il grosso del pubblico impiego è fatto da persone che sono appena al di sopra dei 1000 euro al mese. È una vicenda pericolosa non solo per gli interessati ma per tutta la pubblica amministrazione, che viene danneggiata: non c'è più nessun progetto, non si affrontano i problemi, come dimostra anche la vicenda del ricambio generazionale.
Riforma Pensioni, Baretta: sì a maggiore flessibilità
Delrio, escludo in maniera categorica un prelievo sulle pensioni
Nell'intervista rilasciata oggi al quotidiano la Repubblica, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio smentisce l'ipotesi di un prelievo di solidarietà sulla pensioni medio-alte. Stop ad un nuovo blocco degli stipendi degli statali.
Kamsin Nel governo è ripartito il carosello di dichiarazioni intorno al prelievo sulle pensioni. Ci sarà si o no?
"A palazzo Chigi non abbiamo nessuna proposta in questo senso. E siccome decide palazzo Chigi, cioè Renzi, escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni".
L'altra ipotesi che fa capolino, per trovare i soldi necessari a rilanciare gli investimenti, è quella di una patrimoniale. Esclude anche questa?
"Benché quest'estate il sole non si sia fatto vedere troppo, qualcuno deve aver comunque preso un colpo di calore. La filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani. In sei mesi abbiamo dato 80 euro a 11 milioni di italiani, abbiamo ridotto l'Irap del 10 per cento, la bolletta energetica per le imprese e i contributi Inail per oltre un miliardo. Noi siamo quelli che levano le tasse, non quelli che le mettono".
Intanto sarebbe bello sapere se il governo darà seguito alla promessa di Renzi di estendere il bonus di 80 euro...
"Noi siamo il governo dei fatti, quelli che mantengono le promesse. Avevamo detto che l'avremmo esteso non appena fosse stato possibile. Ora purtroppo siamo in presenza di una congiuntura negativa che nessuno - Ocse, Ue, Bce - aveva previsto".
Luca Ricolfi è convinto che siano state le imposte sulla casa a bloccare la domanda interna. Si può immaginare un alleggerimento della Tasi? «È vero che quella sulla casa fu una tassazione violenta, ma il paese era sull'orlo del collasso. Quella di Monti è stata di fatto una grande patrimoniale, ma ha salvato i conti dello Stato. Ora la Tasi vale in media quanto l'Imu 2012, con qualche comune che fa pagare di più e qualcun altro di meno».
Quindi ce la teniamo?
«Il tema vero è fare quello che ci raccomanda l'Europa, ovvero completare la riforma del catasto. Ci sono ancori troppi proprietari che pagano poco per appartamenti di lusso accatastati come popolari e, viceversa, tantissimi che pagano cifre elevate per case che andrebbero valutate al ribasso. La revisione servirà a introdurre elementi di equità e ci sarà anche chi pagherà di meno»
Leviamo di torno un'altra delle "voci" estive che ha fatto infuriare i sindacati. Si parla di un nuovo blocco contrattuale del pubblico impiego. Cosa c'è di vero?
«È un altro dossier mai arrivato a palazzo Chigi. L'abbiamo letto dai giornali».
Tutto questo ottimismo è dovuto al fatto che l'Istat rivedrà i criteri di calcolo del PII e vi troverete magicamente un tesoretto da spendere?
«Non cambierà molto in ter-mini quantitativi. Non confidiamo in qualche decimale in più ma nella capacità nostra e degli italiani di rimboccarsi le maniche».
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