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Pensioni, all'Inps scende il disavanzo
Con la prima variazione al bilancio di previsione 2014, l'Istituto migliora di 4 miliardi il conto economico. Il "rosso" scende a 8 miliardi ma la gestione ex-inpdap continua a mostrare un disavanzo strutturale importante.
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Otto miliardi di buco per l'Inps. Un 2014 per niente facile per l'Istituto Nazionale di Previdenza che comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione, per circa 4 miliardi. E' quanto emerge dalla prima nota di variazione al bilancio preventivo approvato dal Consiglio di integrazione e vigilanza dell'Istituto lo scorso febbraio. (Lo apprende l'Adnkronos).
Nel dettaglio la gestione finanziaria di competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi: la differenza cioè, fra 402 miliardi di accertamenti e 410,3 di impegni. Il miglioramento è stato di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio originarie del 2014 che presentava un disavanzo di 12 miliardi.
Migliora la situazione patrimoniale - La nota di variazione presenta un netto miglioramento della situazione patrimoniale, che passa da un rosso di 4,5 miliardi a un attivo di 21,2 grazie al ripiano dei disavanzi delle gestioni ex Inpdap (l'ex Istituto Nazionale di Previdenza per i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche) deciso con la legge di stabilità con un apporto di 21,6 miliardi.
Entrate contributive inferiori alle uscite per le pensioni - Dal bilancio di previsione dell'Inps emerge che le entrate contributive nel corso del 2014 ammontano a 211,6 mld a fronte di uscite per le pensioni per 269,3 miliardi. Le uscite per prestazioni Istituzionali ammontano a 305,5 miliardi, tenendo conto di 36,1 miliardi per prestazioni temporanee. Dall'analisi dei dati appare significativo lo stacco tra le entrate contributive e la spesa per prestazioni pari a circa 58 miliardi, che interessa sia la gestione Inps per 48 mld che quella ex Inpdap per 10,4 mld.
Preoccupa la situazione dell'ex Inpdap - C'è preoccupazione per l'ex Inpdap, il cui disavanzo complessivo è influenzato in modo quasi esclusivo dalla Cassa pensioni dei dipendenti locali. La Cpdei infatti, presenta il maggior disavanzo economico patrimoniale tra le gestioni ex Inpdap con un trend che è peggiorato negli ultimi anni e un disavanzo patrimoniale per il 2014 di 42,2 miliardi. Si tratta di un disavanzo (si legge nella nota di variazione), strutturale generato dal blocco del turn over e dalle pensioni baby, per il quale occorrerebbe trovare una idonea soluzione che individui le fonti di copertura.
Un 2014 quindi per niente facile per l'Istituto Nazionale di previdenza che, comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione.
La nota Civ conferma poi gli effetti della vecchia spending review che, da quest'anno, impongono un contenimento complessivo delle spese di funzionamento dell'Istituto di oltre 591 milioni, di cui 529 derivanti da tagli alle spese di gestione, razionalizzazioni e tagli di consumi intermedi. In particolare si prevede la rinegoziazione dei contratti con Poste e banche per circa 70 milioni, il taglio di 32,5 milioni alle risorse destinate ai Caf e di 115 milioni di quelle postali grazie alla posta elettronica certificata. L'Inps otterrà risparmi dai tagli alla spesa per l'informatica di 88 milioni, dalla dismissione di contratti di locazione, dalla riduzione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa e dal taglio ai compensi agli organi dell'Istituto. Punto sul quale incide anche il nuovo tetto di 240mila euro lordi annui per le retribuzioni dei dirigenti, che tocca il direttore generale ed oltre 10 figure professionali dell'istituto.
Decreto Lavoro, così cambiano i contratti a termine
È stata confermata l'innovazione più grande della riforma, la norma che cancella, per tutti i rapporti a tempo determinato, senza distinzione tra primo contratto o successivo, l'obbligo di indicare le esigenze di carattere tecnico, organizzativo, produttivo che hanno indotto il datore di lavoro ad apporre una scadenza al contratto.
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Il contratto a termine potrà essere prorogato fino 5 volte e durare 3 anni senza alcun obbligo di apporre la causale per motivare il ricorso a questa forma contrattuale. E' stato convertito definitivamente in legge il decreto Poletti (Dl 34/2014) dopo una lunga corsa parlamentare che ha visto numerose e sostanziali modifiche rispetto al testo originario. La versione definitiva del decreto consente di stipulare accordi della durata massima di 3 anni togliendo l’obbligo di mettere nero su bianco le ragioni di tale scelta; l’intesa con l’occupato potrà subire, inoltre, 5 «allungamenti» in tutto, versione ridotta a Montecitorio rispetto al testo base del decreto, dove s’era stabilita una soglia di almeno 8 proroghe. Infrangere, però, il «tetto» del 20% dei modelli a termine (sul complesso degli assunti stabilmente) costerà caro, giacché la società sarà tenuta a pagare una multa pari al 20% dello stipendio del 21° dipendente «extra» per tutta la sua durata, che sale al 50% per gli ulteriori precari dal 22° in poi; tale limite, invece, non varrà per gli istituti pubblici e privati che operano nella ricerca, proprio in ragione della specificità dell’attività svolta.
Non concorrono al raggiungimento della soglia i contratti stipulati per ragioni sostitutive, quelli per esigenze stagionali, i contratti stipulati per l'avvio di nuove attività e quelli siglati con lavoratori over 55.
Ritocchi significativi anche per l’apprendistato, canale d’ingresso nel mercato per i giovani con meno di 29 anni. L’obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti scatterà soltanto nelle aziende con oltre 50 unità. Per quanto riguarda le attività formative, ogni regione dovrà indicare «sedi e calendario» (e potrà anche avvalersi delle aziende per trasmettere competenze), nonché comunicare entro 45 giorni le modalità di svolgimento dei corsi. E sarà, infine, permesso sottoscrivere contratti di apprendistato a tempo determinato per gli incarichi di carattere stagionale.
L'esecutivo tiene comunque a precisare che l'intervento riformatore sul mercato del lavoro è solo all'inizio. Seguirà infatti un disegno di legge delega che completerà quel piano più ampio di revisione delle regole del mercato del lavoro che Renzi ha denominato «Jobs Act» per "rendere più stabile l’occupazione"; un contesto in cui troverà spazio in punto di forza della campagna del Pd, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
E se i precari di «lungo corso» e le mamme lavoratrici finiranno (per iscritto) nella corsia privilegiata in caso l’azienda sia nelle condizioni di stabilizzare i dipendenti, la regolarità contributiva delle imprese sarà a portata di clic, effettuata con un’interrogazione telematica presso le banche dati di Inail, Inps e Casse edili. È il voto di fiducia di ieri sera, nell’aula di Montecitorio, ad assicurare la conversione in legge del decreto 34/2014. (Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese) del ministro del welfare Giuliano Poletti.
Nel successivo «step» della riforma, si legge nel decreto al vaglio dei deputati, ci sarà la sperimentazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, una previsione inserita nel corso del passaggio a palazzo Madama su insistenza del relatore Pietro Ichino (Sc): si tratta di un impegno preciso del governo a sottoporre a restyling un punto cardine delle disciplina dei rapporti di lavoro, vincolando l’inquadramento «sine die» a delle protezioni progressive per chi firmerà tale modello. Per ora, però, le maggiori correzioni si concentrano sulla formula a tempo determinato, perché seguendo un principio di maggiore flessibilità e puntando a incrementare le acquisizioni di personale.
Per quanto riguarda le attività formative, ogni regione dovrà indicare «sedi e calendario» (e potrà anche avvalersi delle aziende per trasmettere competenze), nonché comunicare entro 45 giorni le modalità di svolgimento dei corsi. E sarà, infine, permesso sottoscrivere contratti di apprendistato a tempo determinato per gli incarichi di carattere stagionale.
Dl Casa: ok definitivo della Camera con 277 si'
Grillo spinge Porta a Porta nella top 10 dei programmi più popolari in rete
Una performance in volata quella di ieri sera di Bruno Vespa che nel suo salotto ha ospitato il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e ha ottenuto il 26,88% di share, facendo entrare di prepotenza la trasmissione al settimo posto tra quelle piu' popolari sui social network, secondo la classifica del socialscore di Tvzap.
Sul web spospola la hashtag #GrilloinVespa e la puntata di Porta a Porta e' stata seguita da 4 milioni e 276 mila spettatori. Una puntata che entrera' nella storia della tv, non solo per il gli ascolti eccezionali, ben oltre i consueti della trasmissione, durante la stagione 2012-2013 ha registrato ascolti medi pari a 1,5 milioni di spettatori con poco piu' del 15% di share, ma soprattutto per il suo successo sui social network.
Il leader del Movimento 5 stelle ospite di Bruno Vespa ha contribuito in maniera decisiva al successo inarrestabile del programma sui social e la hashtag #GrilloinVespa continua ad essere tra i trending topic su Twitter. Il socialscore della trasmissione di Raiuno e' balzato in un giorno da un indice totale pari a 15 a 54 punti su 100, guadagnando la settima posizione tra le trasmissioni televisive piu' popolari della giornata televisiva appena trascorsa.
Europee, scontro al calor bianco Grillo contro Napolitano e Renzi
- Roma, 20 mag. - E' scontro al calor bianco a cinque giorni dalle elezioni europee tra i tre principali leader politici, con scambi di accuse reciproche e minacce di crisi di governo. Dalla sua visita in Svizzera, Giorgio Napolitano lo dice con la voce velata di una certa preoccupazione: "L'Italia attraversa una fase complessa e cruciale" e lo scontro elettorale e' caratterizzato dall'"asprezza", mentre l'Europa e' percorsa da "populismi e nazionalismi".
Ma le sue parole suonano quasi come un eufemismo perche' mentre lui e' impegnato a Berna, tra Roma e Milano Beppe Grillo, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi non lesinano gli attacchi frontali. Il leader del M5s non risparmia lo stesso capo dello Stato: "Il Parlamento e il presidente della Repubblica sono delegittimati" afferma in piazza Montecitorio. "Non hanno piu' il sostegno della base, "ne' politica ne' sociale", dunque "dopo le europee andremo sotto il Quirinale in forma pacifica".
Il bersaglio e' anche il premier Matteo Renzi: "Sono gli ultimi giorni di Pompei. Lui ha capito che ha perso e gia' si sta organizzando per dare informazione del contrario". Pur di andare a elezioni politiche, Grillo non ha dubbi: "Vogliamo andare alle elezioni con la legge elettorale che c'e', non con quella nuova". Senza mezzi termini gli replica Silvio Berlusconi: "Lui e' uno esperto sul non entrare in prigione perche' con colpa ha ucciso tre amici, e' entrato dentro una strada che aveva un cartello che avvisava 'strada impraticabile', lui e' riuscito ad uscire dalla sua auto e sono morte tre persone.
E' stato condannato per omicidio plurimo, ha fatto tre mesi di carcere, e' un pregiudicato e' un assassino ma la prigione l'ha scampata e non dovrebbe tornare su questi argomenti". Intanto Matteo Renzi insiste sull'idea di elezioni europee come un derby tra chi scommette sul futuro e chi invece soffia sul fuoco del terrore: domenica "si gioca la vera sfida tra chi pensa che il futuro dell'Italia sia evocare paura e terrore e gioca sulla sconfitta e chi pensa che abbiamo mille limiti, compreso il presidente del Consiglio, pero' ci proviamo".
"Oggi siamo davvero in un momento in cui ci vogliono far credere che sia tutto disperazione e distruzione, anche il linguaggio che viene utilizzato e' un linguaggio che evoca morte" attacca Renzi. "Io credo che l'Italia abbia, indipendentemente dai colori politici, una occasione straordinaria di speranza e di ripartenza".
EUROPEE: RENZI, VOTO PER CAMBIARE UE, NON GOVERNO
"Spero che la gente voti il Pd", detto questo, "non e' che il giorno dopo le elezioni cambi il governo: queste sono elezioni per cambiare l'Europa". Cosi' Matteo Renzi intervistato da Barbara D'Urso nella registrazione di 'Pomeriggio cinque'. "Il problema di Grillo e Berlusconi e' che devono sapere che qui si vota per le europee", ha proseguito il presidente del Consiglio.
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Bonus Irpef, ecco come ottenere il bonus degli 80 euro
Il versamento del bonus Irpef previsto dal decreto legge 66/2014 avverrà tramite modalità differenti a seconda della platea dei lavoratori interessati. Ammessi al bonus anche i disoccupati e i beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito.
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Si avvicina la scadenza del 27 Maggio data in cui oltre 10 milioni di lavoratori troveranno in busta paga il tanto discusso bonus di 80 euro previsto dal decreto legge 66/2014.Vediamo dunque in breve di riassumere quali sono le modalità attraverso cui i lavoratori potranno ricevere il credito.
L'accredito sarà relativamente agevole per i lavoratori dipendenti del settore privato e della Pa (compreso il personale della scuola titolare di supplenze brevi). A questi soggetti il bonus verrà infatti erogato direttamente nella busta paga di maggio: saranno i sostituti d'imposta ad effettuare i calcoli senza che i lavoratori debbano effettuare alcuna richiesta in tal senso. In pratica i datori dovranno verificare per ciascun lavoratore che l'Irpef da versare superi le detrazioni previste per il lavoro; calcolare il beneficio spettante in base al reddito complessivo e determinare l'importo da attribuire ogni mese. Il bonus totale di 640 euro dovrà essere rapportato ai giorni lavorati.
Più complessa invece l'erogazione del bonus in favore delle colf, collaboratrici familiari e in generale dei lavoratori senza sostituto d'imposta. Questi soggetti potranno richiedere il credito tramite la dichiarazione dei redditi relativa al 2014, cioè l'anno prossimo con le indicazioni che verranno specificati nei modelli delle dichiarazioni stesse. Il bonus potrà essere utilizzato anche in compensazione rispetto ad eventuali importi da versare all'erario oppure potrà essere chiesto sottoforma di rimborso.
Al bonus partecipano anche i lavoratori disoccupati e i beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito. Si tratta in particolare dei percettori di cassa integrazione guadagni, dell'indennità di mobilità e dell'indennità di disoccupazione come indicato dalla circolare dell'Agenzia delle Entrate 9/E/2014. In favore di questi soggetti il bonus verrà erogato direttamente dall'INPS sulla base dei dati che l'istituto possiede relativi al reddito del lavoratore interessato. Anche in tal caso il bonus verrà erogato automaticamente senza che il lavoratore debba attivarsi in tal senso.
Si ricorda che qualora la somma dei redditi percepiti (evidentemente da più rapporti di lavoro subordinato instaurati con piu' committenti) superi i 26 mila euro, il lavoratore dovrà comunicarlo ai sostituti e non avrà diritto al bonus. Qualora sia percepito un bonus non dovuto il prestatore è tenuto a comunicarlo tempestivamente al sostituto il quale potrà recuperarlo delle paghe dei mesi successivi o entro il conguaglio di fine anno.
Napolitano: Italia vive fase complessa, riforme sono mature
Grillo: Berlusconi da' dell'evasore a me? Fantastico....
Berlusconi: Grillo un assassino In troppi non vedono il pericolo
- Roma, 20 mag. - Si fa al calor bianco lo scontro tra i protagonisti della campagna elettotrale in vista delle Europee. L'ultima bordata l'ha riservata Silvio Berlusconi a Beppe Grillo, definendolo "un assassino" e un evasore "che ora fa il moralista". "Lui e' uno esperto sul non entrare in prigione perche' con colpa ha ucciso tre amici, e' entrato dentro una strada che aveva un cartello che avvisava 'strada impraticabile', lui e' riuscito ad uscire dalla sua auto e sono morte tre persone. E' stato condannato per omicidio plurimo, ha fatto tre mesi di carcere, e' un pregiudicato e' un assassino ma la prigione l'ha scampata e non dovrebbe tornare su questi argomenti" ha detto il leader di Forza Italia a La7.
Grillo, "sono gli ultimi giorni di Pompei. Napolitano delegittimato"
"Questo signore e' conosciuito come uno che non faceva lo spettacolo se non era pagato in gran parte in nero, vederlo che ora fa il moralista in televisione e' un qualcosa che mi disturba. C'e' troppa genete che non capisce la pericolosita' di quanto sta avvenendo nel nostro paese, questi vogliono il sangue e purtroppo Grillo dice le stesse cose che diceva Hitler". .
Alfano firma il piano per riparto fondi polizia
(AG) Roma, 20 mag. - Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha firmato il piano per ripartire ai poliziotti i fondi che serviranno per retribuire le reperibilita', i cambi turno, i servizi in alta montagna e le indennita' di produttivita'. "Con questa sottoscrizione - afferma il ministro Alfano - gia' nel mese di giugno, le retribuzioni aggiuntive saranno riconosciute ai poliziotti che, ogni giorno, proteggono in strada le nostre citta' e tutti gli italiani.
E' un risultato molto importante che da' la misura di come le nostre donne e i nostri uomini in divisa stiano a cuore al governo. Ma non ci fermeremo qui. C'e' ancora il blocco salariale di cui occuparsi: queste problematiche saranno, dunque, affrontate nel corso del tavolo che sara' appositamente costituito presso la Funzione Pubblica".
"L'annuncio e' un buon inizio, positivo, ma devono seguire fatti concreti". Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, valuta cosi' "l'intenzione del ministro Alfano di sbloccare il tetto salariale e ripartire con la contrattazione per le donne e gli uomini in divisa. Se, come ha detto il ministro, la concertazione vince, e' il momento di dare seguito agli annunci e togliere i blocchi a stipendi e contratto, che come tutto il pubblico impiego, riguardano le donne e gli uomini della Polizia di Stato". "La sicurezza - conclude Tissone - e' un bene comune che si regge su regole, valori, donne e uomini in divisa, che per questo hanno bisogno del giusto riconoscimento". .