Eleonora Accorsi
Sono una giornalista freelance. Collaboro con diverse testate e blog nella redazione di notizie ed approfondimenti su materie fiscali e di diritto del lavoro. Dal 2014 collaboro con la redazione di PensioniOggi.it
Pensioni 2015, ecco la tavola con tutti i requisiti per la pensione nel 2015
Domenica, 08 Marzo 2015Quest'anno sono andate via le penalizzazioni per coloro che maturano i requisiti contributivi utili per la pensione anticipata (42 anni e mezzo di contributi per gli uomini e 41 anni e mezzo per le donne). Dal 2016 scatta l'adeguamento alla speranza di vita Istat.
Kamsin Anno di transizione per le pensioni. L'ingresso nel 2015 non ha portato sostanziali cambiamenti rispetto al 2014 se non la parola fine al meccanismo della penalizzazione: chi raggiungerà la massima anzianità contributiva (41 anni e mezzo le donne e 42 anni e mezzo gli uomini) nel 2015 non subirà la decurtazione dell'1-2% sulle quote retributive dell'assegno.
Ma orientarsi tra riforme e norme non è facile. Ecco dunque la mappa ragionata, elaborata da PensioniOggi.it con il Patronato Inca, che riassume le modalità per l'accesso alle prestazioni previdenziali di vecchiaia e anticipate nell'Ago e nei fondi sostitutivi, integrativi, esclusivi della stessa suddivise per ciascun comparto lavorativo.
Requisiti generali. Come si evince dalla tabella i lavoratori (dipendenti o autonomi) hanno la possibilità di andare in pensione nel 2015 o con 42 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall'età anagrafica oppure con 66 anni e 3 mesi di età e 20 di contributi (pensione di vecchiaia). Le lavoratrici possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni e 6 mesi di contributi oppure alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 3 mesi se dipendenti pubbliche, 63 anni e 9 mesi se dipendenti del settore privato e 64 anni e 9 mesi se autonome o parasubordinate. Per la prestazione di vecchiaia servono 20 anni di contributi (che scendono a 15 ove si possano attivare le deroghe amato: vedi quindicenni).
Opzione per il contributivo. Tutta da giocare, invece, la partita sull'opzione donna, cioè l'uscita anticipata per le lavoratrici con il sistema di calcolo contributivo a 57 anni e 3 mesi di età e 35 di contributi. L'opzione scade il 31 Dicembre 2015 ma l'Inps con un cavillo ha indicato che i requisiti anagrafici e contributivi sopra esposti devono essere raggiunti con un anno di anticipo, nel 2014. Sulla questione ci sarà a breve un ricorso presso il Tar del Lazio.
Usuranti. Ancora requisiti diversi sono riconosciuti per i lavori usuranti ai quali il Dlgs 67/2011 consente l'uscita con il vecchio sistema delle quote, piu' agevole rispetto al regime Fornero. Nel 2015 sono richiesti 61 anni e 3 mesi ed il quorum 97,3 con almeno 35 anni di contributi. In questo regime tuttavia è in vigore la finestra mobile e dunque bisogna mettere in conto uno slittamento di almeno un anno nella percezione dell'assegno. Stesso requisiti mantengono i lavoratori salvaguardati o presunti tali (cioè coloro che hanno fatto domanda per essere inclusi tra i 170mila beneficiari delle regole ante-fornero).
Armonizzazioni. Diversi comparti mantengono requisiti previdenziali diversi da quelli vigenti nell'AGO: si pensi agli autoferrotranvieri, ai minatori, ai lavoratori marittimi, ad alcune categorie di lavoratori iscritti all'ex-enpals, ai lavoratori con una invalidità di almeno l'80%. A costoro l'ordinamento riconosce anche nel 2015 la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 5 anni circa rispetto a quello vigente nell'AGO.
La stima di vita. Dal 2016 tutti i requisiti saranno adeguati alla speranza di vita Istat e quindi subiranno un incremento di 4 mesi. Per tenere sott'occhio tutte le ultime novità pensionioggi.it ha messo a disposizione gratuita dei lettori il pensionometro per verificare la prima data utile per accedere alla pensione.
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Zedde
Pensioni / Esodati, ecco la lettera che certifica la salvaguardia
Sabato, 07 Marzo 2015L'istituto di previdenza sta inviando le comunicazioni con cui si certifica il diritto a fruire della salvaguardia ai sensi della legge 147/2014.
Kamsin Stanno arrivando le lettere di certificazione nell'ambito della sesta salvaguardia. Dopo una lunga attesa alcune categorie di lavoratori che avevano presentato domanda di accesso ai benefici hanno ricevuto la conferma di poter presentare la domanda di pensione in quanto risultati inclusi nella graduatoria stilata dall'Inps.
La comunicazione riguarda, come indicato nel messaggio inps 9924/2014, in primo luogo coloro che erano rimasti esclusi dalla quarta salvaguardia per esaurimento del relativo plafond, ossia i lavoratori che hanno fruito dei congedi e dei permessi per l'assistenza a disabili nel corso del 2011 e che hanno maturato un diritto a pensione, con la vecchia normativa, dopo il 31 Ottobre 2012. Abbiamo notizie che le lettere inviate interessino anche le altre categorie di lavoratori beneficiari della legge 147/2014, come gli autorizzati ai volontari e i cessati dal servizio.
Nella lettera l'Inps indica la prima data di decorrenza utile e formula l'invito a presentare la domanda di pensione entro il mese antecedente la data di decorrenza. Ecco un Fac-Simile della Lettera che conferma la possibilità di accedere alla pensione in deroga alla Normativa Fornero.
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Zedde
Pensioni Militari, no all'uscita anticipata per il personale non operativo
Venerdì, 06 Marzo 2015La risposta del sottosegretario alle Politiche Sociali, Franca Biondelli, chiarisce che il personale amministrativo è soggetto ai requisiti pensionistici piu' elevati vigenti nell'AGO.
Kamsin Il personale tecnico-amministrativo dei vigili del fuoco e di tutti i comparti della forze armate e di polizia ad ordinamento civile non fruisce di un anticipo dell'età pensionabile. E' quanto ha chiarito il Sottosegretario al welfare Franca Biondelli, ieri, in risposta ad una interrogazione da parte di Marilena Fabbri (Pd) circa la possibilità per tale personale di essere annoverato all'interno del comparto comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico e, quindi, di accedere alla pensione con età inferiori rispetto ai requisiti vigenti nell'AGO.
Secondo il sottosegretario dal punto di vista previdenziale, "tale personale risulta assoggettato al regime pensionistico previsto per gli appartenenti al pubblico impiego ancor prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, cosiddetto «Salva Italia», diversamente dal personale del ruolo operativo del Corpo, il quale è assoggettato ad un regime previdenziale specifico e di maggior favore".
Il sottosegretario ha inoltre ricordato come il comparto difesa e sicurezza non sia stato toccato dalla Riforma Fornero del 2011: l'articolo 24, comma 18 del Dl 201/2011 indicava l'adozione di un regolamento di armonizzazione che ricomprendesse anche il comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico nonchè alcune categorie di lavoratori iscritti presso l'Inps, l'ex-Enpals e l'ex-Inpdap. Tuttavia, sulla base dei pareri formulati dalle competenti commissioni parlamentari, si è proceduto allo stralcio della parte relativa al comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico, cosicché il Dpr 157/2013 ha riguardato esclusivamente le categorie di personale iscritto presso l'Inps, l'ex Inpdap e l'ex Enpals.
Nel prendere atto della risposta fornita dalla rappresentante del Governo, l'onorevole Fabbri ha chiesto, inoltre, all'esecutivo di fornire assicurazioni circa i propri intendimenti in ordine alla disciplina pensionistica futura da applicare ai lavoratori dei comparti difesa e sicurezza e vigili del fuoco e soccorso pubblico, non interessati dalle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 157 del 2013. Il regolamento citato infatti, ricorda la Fabbri, "costituisce una prima applicazione del processo di armonizzazione previsto dall'articolo 24, comma 18 del Dl 201/2011 e ciò lascia intendere la possibilità di un intervento ulteriore che ricomprenda anche il settore difesa e sicurezza".
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Zedde
Riforma Pensioni, Riparte alla Camera l'esame del ddl flessibilità
Mercoledì, 04 Marzo 2015Si mette in moto la macchina parlamentare per la revisione della Legge Fornero. Obiettivo introdurre i pensionamento flessibili e raccogliere ulteriori proposte da parte dei gruppi parlamentari.
Kamsin Le aperture della settimana da parte del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del neo-presidente dell'Inps sulla Riforma Fornero rimetteranno in modo l'iter parlamentare per il ddl sui pensionamenti flessibili. Ne ha dato notizia oggi il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano: "La commissione Lavoro riprendera’ l’esame del disegno di legge 857 sulla flessibilita’ del sistema pensionistico e calendarizzera’ una proposta relativa al pensionamento delle donne” ha indicato Damiano.
“L’obiettivo della commissione – spiega – e’ quello di intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di contribuire a correggere la riforma Fornero. Sono previste audizioni informali con il ministro del Lavoro, il presidente dell’INPS e le parti sociali, anche al fine di confrontarsi con la proposta di CGIL, CISL e UIL sulle pensioni. Rendere piu’ flessibile il sistema previdenziale vuol dire togliere dalla condizione di poverta’ molti cittadini senza lavoro e in attesa per anni della pensione e favorire lo svecchiamento delle aziende, attraverso il turnover, con l’ingresso dei giovani al lavoro”.
Il disegno di legge in parola come già anticipato nei giorni scorsi da pensionioggi.it prevede la possibilità di uscita a partire da 62 anni di età e 35 anni di contributi con una decurtazione dell'8% sulle anzianità maturate con il sistema retributivo; decurtazione che decresce del 2% per ogni anno di ritardo sino ad azzerarsi a 66 anni di età secondo la tabella allegata al ddl (si veda grafica supra). Dai 66 anni è anche previsto un meccanismo di incremento dell'assegno.
La proposta non è da confondere con la quota 100, una variante anch'essa sostenuta da Damiano ma che attualmente non è stata tradotta in un disegno di legge.
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Zedde
Riforma Pensioni, Lamonica (Cgil): preoccupazione per le proposte di Poletti
Martedì, 03 Marzo 2015L'ipotesi di interventi sulla legge Fornero in direzione di maggiore flessibilità rilanciata oggi dal neo presidente Inps, Tito Boeri è stata confermata come ''un'opzione'' dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che ha ricordato però i vincoli europei sui conti pubblici e la difficoltà di operare in un quadro molto delicato. Gli interventi dovrebbero arrivare nella prossima legge di stabilità e diventare operativi quindi nel 2016. Kamsin Abbiamo chiesto al Segretario interconfederale della Cgil, Vera Lamonica, cosa ne pensa delle aperture del Governo.
Ha visto le dichiarazioni del Ministro Poletti? Che qualcosa bolle in pentola è chiaro. Vogliamo vedere nero su bianco le proposte che il Governo intende sostenere. Per ora c'è solo tanta nebbia.
Tito Boeri, il neo presidente dell'Inps, ha indicato oggi che una strada da seguire potrebbe essere di anticipare l'uscita con assegni piu' magri. Cosa ne pensa? Vorrei ricordare che uno strumento del genere esiste già nella legislazione vigente. Si chiama opzione donna e consente alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni con una decurtazione del 30%. Peccato che questa opzione ormai ha i giorni contati: si esaurisce a fine anno e il governo non ha trovato i fondi neanche per eliminare l'assurda restrizione imposta dall'Inps nel 2012 che ha accorciato la durata del regime di un anno. Se non sono stati trovati i fondi per togliere questa restrizione non si comprende come si possa estendere il ricalcolo con il contributivo per tutti.
Ma se questa fosse la direzione del Governo? Siamo contrari. Non si possono accettare ulteriori tagli alla consistenza degli assegni, e quindi di un'operazione pagata interamente dai lavoratori. Bisogna procedere ad una riconsiderazione dell'impianto rigido e punitivo della legge, anche alla luce della irriducibile diversità dei lavori cui questa, invece, si applica in modo uniforme. Si proceda piuttosto al ricalcolo degli assegni piu' elevati che non si riescono a tagliare: lo sa che il contributo di solidarietà introdotto dal Governo Letta è tornato di nuovo alla Consulta e rischia di saltare per la seconda volta?
Cosa propone il sindacato? Ancora stiamo elaborando una piattaforma comune con le altre organizzazioni. Sono dell'avviso che si debba dare la possibilità di uscire dai 60 anni abbinandola ad un requisito contributivo. Senza penalizzazioni. Personalmente trovo la cd. quota 100 (una proposta promossa dagli Onorevoli Damiano e Gnecchi, ndr) una base di partenza accettabile. Naturalmente bisogna anche porre fine alla questione esodati, rendere piu' agevole il trasferimento dei contributi tra i vari fondi, rivedere la normativa sui lavori usuranti.
Cioè? E' impensabile che chi ha una aspettativa di vita piu' bassa rispetto agli altri, proprio in virtu' della tipologia di lavoro svolto, debba soggiacere comunque agli adeguamenti alla speranza di vita. Bisogna togliere subito l'incremento della stima di vita agli usuranti ed abrogare la finestra mobile che innalza occultamente i requisiti per la pensione a questi lavoratori.
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Zedde