Redazione
Pensioni, l'inflazione colpisce anche i trattamenti minimi
Martedì, 27 Gennaio 2015Il mese di gennaio porta brutte sorprese ai pensionati. Le pensioni minime (importo intorno ai 500 euro lordi) perdono, a causa del recupero dell’inflazione, 5,40 euro su dicembre 2014, mentre alle pensioni da 1.500 euro “mancano” 16,30 euro. Kamsin E anche se la pessima sorpresa avrà un effetto limitato – perché già a partire da febbraio la rivalutazione automatica prevista per il 2015 (calcolata sulla base di un’inflazione annua dello 0,3%), porterà nelle tasche di un pensionato con il trattamento al minimo “ben” 1,50 euro in più sul 2014 – bisognerà aspettare fine maggio per recuperare quanto perso a fine gennaio.
“Una delle tante situazioni paradossali che – a proposito di pensioni – desta rabbia e malumore”, dichiara Giancarlo Acciaio, appena eletto alla carica di coordinatore regionale del CUPLA, il Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo.
“Il problema della inadeguatezza e del progressivo impoverimento delle pensioni, non solo degli autonomi – dice Acciaio – è in cima alle nostre preoccupazioni e rivendicazioni. Una indagine realizzata da CUPLA, in collaborazione con il CER, a fine 2014 ha evidenziato che l’aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i circa 7,4 milioni di pensionati, pari al 44% del totale, che vivono con pensioni inferiori a 1.000 euro lordi al mese, quindi in uno stato di semipovertà”. In Umbria (dati Istat 2012, gli ultimi disponibili) su un totale di 201.771 pensioni di vecchia e anzianità, 9.665 hanno un ammontare di meno di 250 euro, 9.447 meno di 500 euro, meno 53.615 meno di 750 euro, 22.619 meno di 1.000 euro.
“Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si sono sempre più aggravate a causa della pressione fiscale e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita”, continua Acciaio. “Proprio per questo il CUPLA, che a livello nazionale rappresenta 5 milioni di pensionati dei settori autonomi, chiede di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come chiede, del resto, la carta sociale europea, rivedendo il meccanismo di indicizzazione e tenendo in conto anche il costo dei servizi sanitari, che colpiscono le persone anziane in modo maggiore rispetto al resto della popolazione. Nelle prossime settimane – spiega il presidente – chiederemo un incontro ai candidati alle prossime elezioni regionali e al presidente dell’Anci Umbria, per sottoporre alla loro attenzione alcune richieste specifiche: alle amministrazioni locali chiediamo infatti di prevedere detrazioni sul pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nelle case di proprietà e abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro), se singoli, o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall’imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in casa di riposo”. L’impegno nella sanità e nel sociale è un’altra delle priorità che il CUPLA, sotto la guida di Giancarlo Acciaio – il cui mandato durerà due anni – mette in prima linea per rappresentare le istanze e necessità della folta platea dei pensionati ex lavoratori autonomi.
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Esodati, una salvaguardia per ulteriori 49.500 lavoratori
Martedì, 27 Gennaio 2015La Rete dei Comitati degli Esodati chiede al premier Matteo Renzi l'approvazione di una settima salvaguardia. "Scontato l'esito del referendum".
Kamsin Un ulteriore provvedimento legislativo che tuteli dalla normativa Fornero tutti coloro che non erano più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che, come esito finale, prevedano il futuro licenziamento; e che maturano il diritto pensionistico, con le previgenti norme entro, il 31.12. 2018.
E' quanto torna a chiedere la Rete dei Comitati degli Esodati al Governo dopo la bocciatura del referendum sulla Riforma Fornero promosso dalla Lega Nord. Secondo la Rete restano esclusi dalle 6 salvaguardie finora approvate, almeno 49.500 cittadini, come certificato dal Governo in base a dati documentali INPS, resi noti in risposta all' interrogazione parlamentare dell’On.Gnecchi lo scorso 15 Ottobre 2014. "Sulla reale consistenza della platea in questione - precisano dal Comitato - sono ormai 3 anni che assistiamo ad un indecoroso balletto; nel giugno 2012 INPS li aveva quantificati e certificati in quasi 400.000 che, al netto dei 170.000 salvaguardati dalle 6 “lotterie” sarebbero ora ridotti ad oltre 200.000".
Il Comitato chiede quindi "con fermezza e determinazione che Governo e Parlamento procedano sollecitamente ad approvare una 7a salvaguardia, che comprenda ALMENO i 49.500 esodati , attualmente non salvaguardati e certificati da Governo e INPS. Un provvedimento d'urgenza, finanziato dai residui dei fondi già stanziati per le precedenti salvaguardie e che risultano ampiamente sufficienti allo scopo, senza alcuna necessità di reperire ulteriori risorse".
Dal canto loro i memebri della Rete degli Esodati annunciano che nelle prossime settimane saranno di nuovo a presidiare le sedi governative ed istituzionali per far sentire la loro voce.
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Inps, domani sarà ascoltato Tito Boeri in Commissione Lavoro alla Camera
Lunedì, 26 Gennaio 2015Martedì 27 gennaio, alle 14 la commissione Lavoro della Camera, nell'ambito dell'esame della proposta di nomina del Presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, svolgerà l'audizione informale del professor Tito Boeri. L'appuntamento sarà trasmesso in diretta sulla webtv. Lo rende noto un comunicato di Montecitorio.
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Pensioni, Damiano: i tagli al welfare sono stati controproducenti
Lunedì, 26 Gennaio 2015“Il voto della Grecia dimostra che la politica dell’austerita’ e dei tagli indiscriminati allo stato sociale portata avanti della cosiddetta Troika, e’ stata controproducente. Continuare su questa strada significherebbe allontanare settori sempre piu’ ampi di cittadini dalla condivisione della prospettiva di un’Europa piu’ forte ed unita”. Kamsin Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano. “Il segnale che arriva dalla Grecia – aggiunge – dev’essere l’occasione per cambiare strada: si’ all’Europa, no all’austerita’ a senso unico. Occorre dare impulso ad una prospettiva di crescita dell’economia -prosegue Damiano- a partire dalla quale migliorare l’attuale situazione dell’occupazione e preservare lo stato sociale del continente dal diventare il bancomat da cui attingere per la riduzione del debito. La giusta richiesta nei confronti dell’Europa da parte del premier Renzi di avere maggiore flessibilita’ nei conti puo’, in questa situazione, uscire rafforzata e trarre anche beneficio dalle recenti decisioni del Presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi” conclude l’esponente Pd.
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Pensioni, i matrimoni di comodo riducono l'assegno ai superstiti
Domenica, 25 Gennaio 2015Dal 2011 il legislatore ha introdotto una particolare penalizzazione sull'importo della pensione qualora siano stati contratti dopo il compimento del 70° anno di età e qualora la differenza di età tra i coniugi è superiore a 20 anni.
Kamsin La pensione ai superstiti è una prestazione previdenziale finalizzata a ridurre lo stato di bisogno economico sorto nel nucleo familiare per la morte del congiunto, lavoratore o pensionato. Nel caso che a mancare sia un lavoratore non ancora titolare di pensione, la reversibilità spetta ai superstiti a condizione che il dante causa, in vita, raggiungesse particolari requisiti contributivi: almeno 15 anni di contribuzione versata in qualunque epoca o, in alternativa, almeno 5 anni di contributi di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la morte del lavoratore.
In mancanza di queste condizioni, la legge purtroppo preclude ai familiari la possibilità di beneficiare della prestazione pensionistica. Diversamente, nel caso di defunto già titolare di pensione, i superstiti hanno diritto alla prestazione di reversibilità senza necessità di perfezionare alcun requisito contributivo. La legge individua puntualmente i soggetti beneficiari della pensione riconoscendo una particolare tutela al coniuge. Il vedovo o la vedova hanno, infatti, diritto a una prestazione pari al 60% dell'importo della pensione del dante causa. L'assegno così calcolato è, poi, soggetto a un'ulteriore riduzione che può variare dal 25 al 50% a seconda che i redditi personali del coniuge in vita superino i limiti previsti anno per anno dalla legge.
Per contenere il diffondersi di matrimoni di comodo, nel 2011 il legislatore ha introdotto una particolare penalizzazione sull'importo della pensione: se il matrimonio è stato, infatti, contratto dopo il compimento del 70° anno del dante causa, e la differenza di età fra i coniugi è superiore a 20 anni, l'aliquota percentuale deve essere ridotta del 10% per ogni anno di matrimonio mancante ai 10. Il diritto alla pensione ai superstiti cessa per il coniuge che contragga nuovo matrimonio. In questo caso, a chiusura della prestazione, l'Inps riconosce un una tantum pari a una doppia annualità di pensione, comprensiva della 13esima mensilità.
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a cura di Paolo Ferri - Patronato Acli