Invalidi, con l'80% di invalidità la pensione di vecchiaia arriva a 55 anni
Sono una lavoratrice dipendente dal 1977 e ho scoperto tramite il vostro portale che essendo invalida al 100% potrei beneficiare di un anticipo sull'età pensionabile. Volevo sapere come stanno realmente le cose e se potrò fruire della deroga indicata. Benedetta da Napoli
Kamsin Come già è stato anticipato su Pensioni Oggi per i lavoratori con invalidità pari almeno all'80% è rimasta in vigore la disciplina pensionistica precedente alla Riforma Amato. Ai sensi dell’articolo 1, comma 8, del Dlgs 503/1992, è dunque possibile per gli invalidi in misura non inferiore all’80 per cento - che lavorano nel settore privato - accedere alla pensione di vecchiaia con i requisiti previgenti la riforma Amato del 1992, 55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini.
A decorrere dal 2013, il requisito anagrafico va tuttavia adeguato alla stima di vita e dunque è pari a 55 anni e tre mesi per le donne e di 60 anni e 3 mesi per gli uomini. La decorrenza del trattamento pensionistico avverrà non prima di dodici mesi, a causa del differimento dovuto alla finestra mobile, che, nel caso in esame, continua a trovare applicazione. E' richiesto il perferzionamento di almeno venti anni di contributi o 15 anni, se maturati entro il 31 Dicembre 1992 (cd. quindicenni). La disciplina in questione è invocabile dai soli lavoratori dipendenti del settore privato in quanto essa si applica, per espressa previsione normativa, esclusivamente agli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (Ago) per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti. Sono dunque esclusi dal beneficio i lavoratori del pubblico impiego e i soggetti iscrittinella gestione dei lavoratori autonomi.
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