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Consulta-Csm: fonti Pd, 'patto' tiene su Violante-Bruno
Responsabilita' toghe, si' del Senato alla fiducia
Consulta, Napolitano inascoltato Altra fumata nera alla Camera
- Roma, 17 set. - Niente da fare, nemmeno Giorgio Napolitano puo' molto contro le riottosita' dei partiti. Una recalcitranza alimentata e sostenuta dalla possibilita' di dare sfogo a malumori e inviare segnali attraverso l'arma del voto segreto. E nemmeno dopo un incontro deciso in poche ore tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che rilancia e rinnova quel Patto del nazareno colonna portante dell'attuale stagione politica. Dodicesima fumata nera: i giudici della Corte Costituzionale ancora mancanti restano tali. Luciano Violante e Donato Bruno, anzi, segnano un regresso nel numero dei consensi. Due giorni fa avevano ricevuto 530 e 529 voti rispettivamente. Ieri erano 526 e 544. Oggi 518 e 511, sempre piu' lontani da quei 570 consensi che segnano il quorum necessario. Con l'aggravante che - mossa inusuale - era giunta esplicita la richiesta dal Quirinale a farla finita con i tatticismi ed a procedere con l'elezione. "Si rifletta bene", aveva tuonato il Presidente della Repubblica, se continuano a "prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte il meccanismo si paralizza". Quindi basta con i settarismi che bloccano l'attivita' parlamentare. E' finita in un altro modo.
L'IRA DI NAPOLITANO PER IL PARLAMENTO RECALCITRANTE (LEGGI)
Da parte del Pd e da parte di Forza Italia le prime reazioni vedono il rinnovo della fiducia ai candidati ufficiali. Anzi, qualcuno all'interno di FI gia' giura che domani la Lega si ravvedera' e fara' convergere i suoi voti su Violante e Bruno. Quindi sara' la volta buona. Renzi e Berlusconi, un'ora e quaranta di colloquio a Palazzo Chigi, concordano su una serie di punti. Avanti con le riforme, avanti con l'Italicum che, a detta del premier, dovra' essere approvato entro l'anno. Ma gia' da giorni, in Transatlantico, qualcuno fa notare che, con questo preludio, il cammino non sara' comunque facile.
Consulta-Csm: l'ira di Napolitano per il Parlamento recalcitrante
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Consulta-Csm: ancora fumata nera
Tv, primo round a Giannini, Ballaro' fa 11,76%; per Floris share del 3,46%
AGI) - Roma, 17 set. - Il primo round della 'guerra' degli ascolti tra Massimo Giannini e Giovanni Floris e' andato decisamente a Ballaro', su Rai3: ieri sera ha esordito con un ascolto di 2 milioni 503mila spettatori e media share dell'11,76%. Invece Floris, che ha lasciato Ballaro' e la Rai migrando a La7 dove ha ieri lanciato il suo nuovo programma "diMartedi'", ha esordito con un ascolto pari a 755mila spettatori e media share del 3,46%.
Il successo di Giannini, almeno nel primo faccia a faccia a distanza, era comunque atteso; l'incognita semmai riguardava l'entita' degli ascolti che l'ex vicedirettore di Repubblica e spesso ospite di punta con la conduzione Floris avrebbe fatto ora che il timone e' passato nelle sue mani. E gli ascolti sono andati bene, anche se rispetto alla passata stagione si e' registrato intorno ai 5-600mila spettatori in meno e un paio di punti sotto la media stagionale.
Da aggiungere che nella passata stagione il programma di Rai3 terminava intorno alle 23,30 mentre ieri e' andato oltre la mezzanotte. Il picco di ascolto di Ballaro' si e' avuto con la parte finale dell'intervista a Roberto Benigni, con 3 milioni 972mila spettatori alle 21,40, mentre il picco di share alle 23,17 con l'intervento del segretario della Fiom Maurizio Landini, ed e' stato del 15,5%. Soddisfazione e' stata subito espressa dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, per il risultato di Giannini.
Il dg di viale Mazzini - a quanto si apprende - ha telefonato al conduttore complimentandosi per il risultato che ha accompagnato il suo esordio televisivo. Dal dg i complimenti anche al direttore di Rai3, Andrea Vianello. Gubitosi ha sottolineato la grande professionalita' dei lavoratori della Rai che ha contribuito a questo successo, parlando di grande gioco di squadra.
Nessun commento, per ora, invece ne' da parte di Giannini ne', sul fronte opposto, da Floris: si preferisce guardare gia' alla prossima sfida, martedi' 23, per capire quale possa essere il trend stagionale dei due talk di approfondimento, l'uno consolidato negli anni con la conduzione Floris ed ora in mano a Giannini, l'altro invece in una fase di netto rodaggio, e dunque e' come se Floris debba ripartire da zero e su una rete completamente diversa dal servizio pubblico.
Tra i commenti della giornata da segnalare quello dell'Aiart. Premesso che "la concorrenza e' sempre positiva", per il presidente del'associazione degli utenti televisivi cattolici, i dati di ascolto sono inferiori alle aspettative sia per l'uno che per l'altro programma e testimoniano che "il pubblico ha raggiunto il massimo della ricettivita' nei confronti dei talk show politici, che rischiano di trasformarsi in 'parlatoi'".
Berlusconi-Renzi, quasi due ore di faccia a faccia
Pensioni, ecco le regole di pensionamento vigenti sino al 2011
Per i lavoratori salvaguardati e per coloro che fruiscono del prepensionamento nel Pubblico Impiego è prevista l'ultrattività delle regole previdenziali vigenti sino al 31 Dicembre 2011.
Kamsin Alcune categorie di lavoratori possono beneficiare, in via eccezionale, delle precedenti regole di pensionamento e di decorrenza anche dopo il 2011. Si tratta in primo luogo dei lavoratori esodati salvaguardati, soggetti per i quali il legislatore ha approvato specifici provvedimenti legislativi per consentirgli di beneficiare di un trattamento pensionistico anticipato, in deroga alla nuova disciplina Fornero. Le vecchie regole sono state altresì rimesse in carreggiata per il prepensionamento dei pubblici dipendenti, cioè per far uscire i dipendenti in soprannumero nelle Pa all'esito dell'approvazione di specifici piani di riduzione delle piante organiche (articolo 2, comma 11 del Dl 95/2012).
Appare quindi utile richiamare le regole pensionistiche che tali lavoratori hanno "cristallizzato" e dunque mantenuto in vigore anche dopo il 2011 anche alla luce della sesta salvaguardia che sarà a breve convertita in legge dal Senato.
La Finestra mobile e la Stima di Vita - Sia che si andasse in pensione con il pensionamento di vecchiaia o con la pensione di anzianità la vecchia normativa preveda una finestra mobile standard pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Entrambi gli istituti erano poi soggetti all'applicazione della speranza di vita Istat (3 mesi già scattati dal 2013; altri 4 mesi dal 2016).
La Vecchiaia - Il pensionamento di Vecchiaia richiedeva il perfezionamento di un'età anagrafica di 65 anni per gli uomini (settore privato e pubblico); 61 anni per le donne del pubblico impiego (65 dal 2012); 60 anni per le lavoratrici del settore privato (dipendenti e autonome). Queste ultime lavoratrice subivano - ai sensi dell'articolo 18, comma 1 del 98/2011 convertito con legge 111/2011 - il progressivo innalzamento dell'età pensionabile a partire dal 1° gennaio 2014 sino al 2026 in modo da raggiungere la parificazione con l'età pensionabile dei lavoratori del pubblico impiego.
La seguente tabella riassume il graduale innalzamento del pensionamento di vecchiaia per i lavoratori e le lavoratrici con le vecchie regole pensionistiche comprensive degli adeguamenti alla speranza di vita Istat (3 mesi dal 2013; 4 mesi dal 2016; 4 mesi dal 2019).
Anzianità - La pensione di anzianità richiedeva requisiti di pensionamento piu' bassi. Nello specifico il diritto si perfezionava al raggiungimento di una quota data dalla somma tra l'età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di contributi. Per i lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensione sostitutivi ed integrativi, a partire dal 1° gennaio 2011, era necessario raggiungere la quota 96 con almeno 60 anni di età (ovvero 60 anni di età + 36 di contributi oppure 61 anni di età + 35 di contributi). Per i lavoratori autonomi il quorum era di un anno piu' elevato: ossia bisognava perfezionare la quota 97 con almeno 61 anni di età: dunque 61 anni e 36 di contributi oppure 62 anni e 35 di contributi. Dal 2013 tali requisiti crescevano di un anno e venivano adeguati alla stima di vita. Il risultato? I lavoratori dipendenti dovevano raggiungere la quota 97,3 (con almeno 61 anni e 3 mesi di età), gli autonomi la quota 98,3 con almeno 62 anni e 3 mesi di età. E dal 2016 il nuovo scatto della stima vita prevede un innalzamento di ulteriori 4 mesi.
In alternativa, la pensione di anzianità poteva essere conseguita, indipendentemente dall'età anagrafica, con 40 anni di contributi. In tal caso tuttavia la finestra mobile sarebbe stata leggermente piu' lunga (1 mese; 2 mesi o 3 mesi in piu' a seconda se il requisito contributivo fosse stato maturato rispettivamente nel 2012; 2013 o dal 2014 in poi).
Le seguenti tabelle mostrano il graduale innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione di anzianità dal 2011 in poi comprensivi degli adeguamento alla speranza di vita (si noti che il requisito contributivo dei 40 anni non è soggetto ad adeguamento cfr: messaggio inps 20600/2012)
Statali, così il prepensionamento nel pubblico impiego
Esodati, stop a nuove salvaguardie. Piu' flessibilità per la pensioneZedde