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Renzi: Europa non e' solo spread Banche finanzino economia reale
- Bari, 13 set. - Il presidente del consiglio, Matteo Renzi inaugura la 78esima edizione della Fiera del Levante di Bari. Il premier e' stato 'accolto' da un gruppo di manifestanti che protestano contro il gasdotto Tap. In sala ci sono anche una quarantina di sindaci che consegneranno a Renzi le delibere approvate dai loro comuni contro la realizzazione del progetto. In precedenza il premier era stato a Peschici per "portare la testimonianza della vicinanza del governo" alle popolazioni alluvionate e a Taranto dove aveva parlato in prefettura dicendo che "l'Ilva e' una questione nazionale e noi vogliamo che si puo' fare impresa rispettando la salute". "Dopo anni di ubriacature tecnocratica e' arrivato il momento per la politica di tornare a fare il proprio mestiere, che non e' un brutto mestiere". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all'inaugurazione della 78esima edizione della Fiera del Levante.
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Il premier ha ricordato le parole di Giorgio La Pira: "Fare politica - ha affermato - e' la piu' alta forma di servizio". Per Renzi "fare politica non e' la cosa obbrobriosa che ci hanno raccontato. Significa avere sconfitte, fare conti con le emozioni negative, ma anche portare energia nella vita di tutti i giorni". Parlando dell'Europa, di cui l'Italia e' presidente di turno per sei mesi, Renzi ha detto che "o l'Europa torna a fare l'Europa, e non e' piu' solo spread e indicatori economici o non abbiamo piu' futuro".
"Noi stiamo nel patto del 3%", ma in Europa si deve ricordare che oltre alla stabilita' serve anche la crescita", ha poi detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo la 78esima edizione della Fiera del Levante. "La nostra battaglia in Ue - ha aggiunto - e' per impostare in modo diverso la politica economica del continente".
Quindi ha lanciato un appello: "Le banche abbiano la forza e la lungimiranza di tornare a finanziare l'economia reale", ha detto il premier Renzi. "La Bce ha deciso di mettere in circolo 200 mld euro. Parlo alle imprese, agli artigiani: servono progetti seri. E' necessario anche - ha aggiunto - che le nostre banche, che hanno affrontato bene gli stress test, abbiano la forza e la lungimiranza di tornare a finanziare l'economia reale".
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Ue: nessun nuovo impegno Italia Dijsselbloem, e' gia' nel Patto
- Milano 13 set. - L'Europa non ha chiesto "alcun nuovo impegno scritto" all'Italia sulle riforme. Lo ha affermato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, questa mattina all'ingresso della riunione dell'Ecofin. La notizia che l'Europa avrebbe chiesto ulteriori impegni all'Italia e' riportata questa mattina da un quotidiano. "Tutti i Paesi hanno un impegno scritto che si chiama Patto di stabilita' - taglia corto Dijsselbloem - all'Italia non e' stato chiesto nessun nuovo impegno". A sua volta il vice presidente della futura Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen, alla domanda ha risposto: "Non che io sappia, non abbiamo ancora valutato la situazione italiana, dobbiamo collaborare in modo stretto".
Padoan, utile il controllo europeo su riforme
Il controllo europeo sulle riforme "e' uno strumento utile" secondo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "E' un controllo reciproco fra Paesi che si scambiano esperienze - ha detto questa mattina all'ingresso della riunione dell'Ecofin a Milano - non e' solo uno strumento di disciplina ma un elemento di apprendimento. Siamo entrati in una fase nuova, tutte le esperienze sono importanti". Padoan ha giudicato "molto utile" anche l'iniziativa della Bce: "Noi siamo impegnati a livello nazionale e internazionale per trovare un mix di politiche che coinvolgano aspetti fiscali, monetari e strutturali".
Le risorse per gli investimenti in Europa "verranno soprattutto dal settore privato, perche' le risorse pubbliche faranno da leva" ha affermato aggiuto Padoan. "Oggi l'Ecofin entra nel merito delle misure per il sostegno degli investimenti pubblici e privati - ha spiegato - e' una giornata importante perche' da' sostanza alle priorita' che l'Italia ha messo sul tavolo dell'Agenda europea e che ha suscitato un dibattito importante". Secondo Padoan quindi "l'Europa si sta avviando a una strategia sulla crescita e l'occupazione che era l'obiettivo della presidenza italiana". Sugli investimenti, in particolare, "pensiamo a misure che li facilitino, dla semplificazione regolamentare, gli incentivi, il miglior uso delle risorse pubbliche. Le risorse sono importanti ma non sono l'unica cosa, sottolineo ancora che sta ai governi favorire gli investimenti privati".
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In Gazzetta il testo del decreto legge sulla Giustizia Civile
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato ieri il decreto legge sullo smaltimento dell'arretrato civile. Si tratta del decreto legge numero 132 del 12 Settembre 2014. Il testo comprende le misure su arbitrato e negoziazione assistita da avvocati e anche per il taglio delle ferie dei magistrati.
Al massimo 30 giorni di ferie per i giudici - Potranno arrivare al massimo a 30 giorni le ferie dei giudici, oggi pari a 45 giorni. Lo sottolinea il sito del governo, che nella rubrica Passo dopo passo dedica all'intervento che ha provocato la protesta delle toghe un' infografica dal titolo "Meno Ferie ai magistrati: giustizia più veloce". I tribunali saranno chiusi dal 6 al 31 agosto, anzichè dal primo agosto al 15 settembre. In grande evidenza il numero delle cause pendenti (5,2 mln)e il tempo medio per una sentenza civile di primo grado (945 giorni).
Zedde
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Fitto, allibito per Rossi, che titoli ha per dare patenti?
Catricala' rinuncia alla Consulta In Forza Italia volano gli stracci
- Roma, 12 set. - La decisione di fare un passo indietro, raccontano in Forza Italia, e' stata comunicata a Gianni Letta. Poi, dopo un colloquio con il 'grande mediatore' e con contatti - secondo fonti azzurre non diretti - con Silvio Berlusconi, Antonio Catricala' ha reso pubblica la sua scelta: "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'", spiega il candidato alla Consulta in ticket con Violante, ma osteggiato da una fetta di parlamentari forzisti, che hanno 'disubbidito' alle direttive del 'capo' e hanno votato nel segreto dell'urna per Donato Bruno. Secondo fonti vicine al Cavaliere, del resto, Berlusconi si era gia' convinto, dopo un giro d'orizzonte con i vertici del partito e i fedelissimi sul da farsi per superare l'impasse, e tentare di ricomporre la frattura interna, dell'impossibilita' di continuare a puntare su Catricala'.
Ma la rinuncia dell'ex sottosegretario di Monti poco influisce sul clima teso che aleggia sui forzisti e il malessere non accenna a diminuire, tanto piu' dopo le parole al vetriolo di Raffaele Fitto contro il braccio destro del leader azzurro, Maria Rosaria Rossi. Per il Cavaliere il momento piu' difficile della giornata, spiegano alcuni big azzurri, sarebbe stato quello in cui ha dovuto comunicare a Renzi l'impossibilita' di mantenere fede all'accordo su Violante-Catricala'. Ora, pero', non e' automatica la candidatura di Donato Bruno. D'altra parte, l'irritazione del leader azzurro per quanto successo ieri, con quei 120 voti dati al senatore FI, non sarebbe affatto scemata.
E il ragionamento, gia' fatto filtrare ieri, sull'indisponibilita' a darla vinta alla minoranza interna per evitare di creare un pericoloso precedente, viene ribadito anche oggi. Anche se, raccontano alcuni azzurri, il pressing di Niccolo' Ghedini - sponsor della candidatura di Bruno - potrebbe sortire effetti positivi. Ma le due note diramate dai capigruppo Romani e Brunetta, lascerebbero intendere che Berlusconi non ha intenzione di mollare e ritornare sui suoi passi: il candidato non lo sceglie una fronda interna, avrebbe spiegato ai suoi, ne' un gruppetto di parlamentari riottosi. Anche se poi l'ex premier ha richiamato il partito alla compattezza, e non e' un caso se entrambi i capigruppo parlano esplicitamente di "unita'" e evitare "strappi".
Il Cavaliere, raccontano, non ha affatto digerito l'insubordinazione dei suoi, che lo fanno apparire oggi come un leader dimezzato e senza piu' lo scettro saldo in mano. Ad innervosire Berlusconi, in particolare, le parole dure di Fitto contro la Rossi, che per mandato dello stesso ex premier ha adottato il pugno di ferro sul fronte 'conti in rosso'. Per di piu', viene fatto osservare, dalle parti di Arcore l'attacco alla Rossi viene letto come un attacco al leader. Tuona Fitto: "Lascia allibiti il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare 'patenti' sulla legittimita' dello stare nel partito, e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui".
In un'intervista, la senatrice azzurra esclude categoricamente la possibilita' di fare le primarie, caldeggiate dall'ex governatore pugliese, che viene liquidato con una frase brevissima: "Da noi non se ne parla, magari e' possibile tentare altrove... Poi, certo, ognuno puo' dire la qualunque". Insomma, nel partito e' ormai guerra aperta. E quanto successo sulla Consulta, viene spiegato, e' solo la dimostrazione del malessere che va montando. Non solo per il fatto, e' la rivendicazione di un big dei frondisti, di essere trattati "come semplici esecutori, nemmeno pensanti, di decisioni prese dai vertici e mai condivise".
Ma ad essere in discussione e' la linea stessa del Cavaliere nei confronti di Renzi: "sta sacrificando il partito in nome di un patto siglato con il premier di cui nessuno di noi - spiega ancora la stessa fonte - conosce i veri contenuti". Per ora Berlusconi tira dritto: nel week-end si decideranno le prossime mosse e quindi il nuovo candidato per la Consulta. Non e' escluso, viene spiegato, un vertice ad Arcore prima della nuova seduta comune del Parlamento, convocata per lunedi' alle 15.
Consulta: FI, grazie a Catricala' ora uniti su nuovo candidato
Consulta: Catricala' si ritira Bufera in FI, Fitto attacca Rossi
- Roma, 12 set. - "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'". Cosi' Antonio Catricala', interpellato telefonicamente dall'AGI, spiega le ragioni che lo hanno portato a fare un passo indietro dalla candidatura avanzata da Forza Italia per la Corte Costituzionale "Ringrazio i parlamentari che mi hanno votato ma chiedo loro di non sostenere ulteriormente la mia candidatura".
Fitto attacca l'amministratrice Rossi
"Non vorrei mettere a rischio la mia immagine professionale - spiega - e spero che il Parlamento possa piu' facilmente superare le contrapposizioni che hanno finora ostacolato l'elezione dei due Giudici costituzionali".
FI ringrazia Catricala': ora uniti su nuovo candidato