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Parlamento: mercoledi' seduta comune per Consulta e Csm
Pensioni, come si calcola la quota 96
Per via delle tante deroghe alla Riforma Fornero resta ancora attuale il sistema delle quote per la pensione di anzianità prevista dalla disciplina previdenziale in vigore sino al 31 Dicembre 2011.
Kamsin Nonostante l'introduzione della Riforma Fornero dal 1° Gennaio 2012, provvedimento che ha di fatto abolito la pensione di anzianità, moltissimi lavoratori continuano ad avere necessità di mantenere un occhio rivolto alla vecchia disciplina pensionistica. Ciò per via delle tante deroghe previste al Dl 201/2011 che consentono a diversi lavoratori la possibilità di fruire, per l'appunto, delle vecchie regole previdenziali. Sono moltissimi infatti i quesiti dei lettori che chiedono come funzionava la quota 96, quella valida sino al 31 dicembre 2012, per perfezionare la pensione di anzianità. Vediamo dunque quali erano i requisiti per accedere.
La quota 96 si determina con il perfezionamento di un requisito anagrafico minimo di almeno 60 anni di età ed uno contributivo di almeno 35 anni di contribuzione. Nei fatti la quota 96 si può raggiungere o con 60 anni e 36 di contributi oppure con 61 anni e 35 anni di contributi. Ma possono essere fatte valere anche le frazioni di quota. Cioè è possibile sommare 60 anni e 6 mesi con 35 anni e mezzo di contributi. Non è possibile invece sommare ad esempio 59 anni e 37 di contributi, oppure 34 anni di contributi e 62 anni di età. I requisiti sono validi per i lavoratori dipendenti (del settore privato o pubblico), quindi non per gli autonomi, e vanno perfezionati nel periodo temporale intercorrente tra il 1.1.2011 al 31.12.2012. Dal 2013 e sino al 2015 scatta infatti la quota 97,3 con un minimo di ben 61 anni e 3 mesi di età.
Il requisito minimo contributivo di 35 anni per il raggiungimento della quota deve essere perfezionato escludendo la contribuzione figurativa per disoccupazione ordinaria e malattia.
Chi deve tenere sotto occhio la quota 96 - Con l'abolizione della pensione di anzianità la quota 96 è andata in soffitta ed è stata sostituita dalla pensione anticipata. Ma, come si diceva all'inizio dell'articolo, alcuni lavoratori devono tenere ben presente la vecchia normativa. Chi sono? Prima di tutto i lavoratori salvaguardati o potenziali tali. Infatti, per effetto delle tante deroghe alla Riforma Fornero (da ultimo quella in materia di sesta salvaguardia), le vecchie regole vengono, a talune condizioni, fatte "rivivere" in via eccezionale. Con la sesta salvaguardia, ad esempio, si stabilisce che coloro che, con la vecchia normativa pensionistica, avrebbero avuto l'apertura della finestra entro il 6.1.2016 possono, nei limiti delle risorse disponibili e dei profili di tutela ivi previsti, andare in pensione in deroga alla Riforma Fornero. Ecco dunque che un soggetto che ha maturato la quota 96 nel 2012 (e che avrebbe visto quindi l'apertura della finestra mobile nel 2013) potrebbe presentare istanza per l'ammissione al beneficio.
In secondo luogo i lavoratori dipendenti del settore privato. Ai sensi dell'articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011 chi ha raggiunto la quota 96 entro il 2012 potrà beneficiare del trattamento anticipato a 64 anni. Per le donne bastano anche solo 60 anni e 20 di contributi.
Anche i quota 96 della scuola devono tener ben in evidenza tali requisiti. Anche se ad oggi la deroga in loro favore non è passata, nei prossimi tempi potrebbe essere riproposta. E in tal caso se la quota 96 è stata perfezionata entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 potrebbero essere ammessi al beneficio. Un'altra deroga è poi prevista per i prepensionamenti del pubblico impiego.
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Esodati, con la sesta salvaguardia si riducono le precedenti tutele
Il ddl sulla sesta salvaguardia riduce di 24 mila unità le posizioni risultate in "esubero" e non utilizzate nell'ambito della seconda e della quarta salvaguardia.
Kamsin Inizierà domani in Commissione Lavoro del Senato la discussione del disegno di legge in materia di sesta salvaguardia. Il ddl, come si ricorderà, è stato approvato in prima lettura lo scorso 4 Luglio alla Camera ed attende ora il via libera definitivo del Senato. Il provvedimento consentirà ad ulteriori 32.100 soggetti di mantenere la vecchia disciplina pensionistica.
L'intervento viene attuato attraverso 8.100 nuove posizioni da finanziarie e 24mila già finanziate, nell'ambito della seconda e della quarta salvaguardia, ma non utilizzate. Al riguardo il ddl riduce, "in considerazione del limitato utilizzo", la dotazione numerica e le corrispondenti risorse finanziarie di due contingenti - disposti da precedenti norme -, circoscrivendo anche (per uno dei contingenti) l'ambito di una categoria di soggetti. Vediamo dunque come verranno ridotti tali contingenti.
La riduzione del contingente della seconda salvaguardia - Il disegno di legge provvede ad una riduzione della dotazione numerica e delle corrispondenti risorse finanziarie - in considerazione, del "limitato utilizzo" - del profilo relativo ai 40mila lavoratori cd. "in mobilità". Nella formulazione vigente, tale categoria è costituita dai lavoratori per i quali le imprese abbiano stipulato, in sede governativa, entro il 31 dicembre 2011, accordi intesi alla gestione delle eccedenze occupazionali, con impiego di ammortizzatori sociali, ancorché alla data del 4 dicembre 2011 gli stessi lavoratori ancora non risultino cessati dall'attività lavorativa e collocati in mobilità, a condizione che essi maturino i requisiti per il pensionamento entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità.
Il ddl modifica tale disposizione richiedendo che i lavoratori rientrino in una delle seguenti fattispecie: 1) siano percettori, entro i quindici giorni successivi all'entrata in vigore del ddl, del trattamento straordinario di integrazione salariale e il loro rapporto di lavoro cessi entro il 30 dicembre 2016 per il collocamento in mobilità; 2) siano cessati o cessino dall'attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 e collocati in mobilità. In ogni caso, i nominativi dei lavoratori devono essere comunicati, da parte dell'impresa, entro il 31 dicembre 2014, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Pertanto con la modifica del ddl le condizioni oggettive per accedere al profilo di tutela in questione cambieranno. Se la disciplina attuale richiede solo il perfezionamento di un diritto a pensione entro il termine della fruizione dell'indennità di mobilità, ora, con la modifica sarà richiesta una ulteriore condizione: che tali soggetti siano cessati dall'attività lavorativa entro il 31.12.2014 oppure, se titolari entro i 15 giorni successivi all'entrata in vigore del ddl di un trattamento salariale in deroga (cioè la cigs), entro il 31.12.2016.
Il contingente in oggetto viene ridotto da 55.000 a 35.000 unità con corrispondente rideterminazione da 40.000 a 20.000 unità della quota (del contingente) destinata ai lavoratori in questione e conseguente riduzione delle risorse finanziarie stanziate.
La riduzione del contingente della quarta salvaguardia - Altre 4 mila unità vengono recuperate attraverso una riduzione della dotazione numerica e delle corrispondenti risorse finanziarie del Dl 102/2013. Si tratta, nello specifico, del contingente destinato ai soggetti, aventi determinati requisiti anagrafici, contributivi e di reddito, il cui rapporto di lavoro sia cessato tra il 1° gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2011, in ragione della risoluzione unilaterale del rapporto medesimo. Il ddl dispone una riduzione del contingente da 6.500 a 2.500 unità, con conseguente diminuzione delle risorse finanziarie.
Esodati, controlla con Pensioni Oggi se fai parte della sesta salvaguardia
Bonus 80 euro, Guidi: gli effetti si vedranno tra qualche mese
Il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi si dice "fiduciosa" che "molte azioni fatte dal governo finora faranno vedere gli effetti positivi a distanza di qualche mese, tra cui il bonus degli 80 euro". Kamsin Parlando a margine del workshop Ambrosetti, il ministro ha fatto riferimento anche a tutte le altre misure che "tendono a rimettere soldi nelle tasche dei cittadini. Potra' aiutare un ridimensionamento dell'euro - ha aggiunto - che lo riporti a livelli piu' in linea con le effettive condizioni del Paese".
Guidi ha ricordato che "venivamo da un periodo orribile" e che sul fronte dei dati Pil, "avremmo voluto vedere numeri diversi ma ricordiamoci che siamo sfuggiti dal baratro". Mille giorni e' l'orizzonte del governo Renzi. Se c'e' una critica immotivata - ha aggiunto - e' quella di essere rimasti con le mani in mano. Il taglio del 10% dell'Iva lo abbiamo fatto a poche settimane dal nostro insediamento". "Ci sono momenti in cui e' importante andare o meno, io stessa ho curato vari convegni ma mi pare che ci siano anche altri argomenti piu' validi di cui parlare...". Sull'articolo 18 e in generale sulla normativa sul lavoro, "le nostre regole sono datate e ne occorrono di diverse e piu' moderne".
Zedde
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Prestito vitalizio ipotecario, cambiano le regole per gli over 60
Con il prestito vitalizio ipotecario gli over 60 potranno trasformare la propria abitazione in denaro contante a fronte dell'iscrizione di un'ipoteca sulla casa come garanzia.
Kamsin Per gli over 60 è in arrivo in aiuto dal disegno di legge in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario, la misura è stata già approvata in prima lettura dalla Camera ed è in attesa dell'ok definitivo da parte del Senato. Gli over 60 potranno trasformare la propria abitazione in denaro contante iscrivendo un'ipoteca sulla casa a garanzia del prestito erogato dalla banca.
Si tratta di una forma di finanziamento che, nella nuova versione (rispetto a quella attuale regolata dalla legge 248/2005), permette alle persone che hanno compiuto i 60 anni di età e proprietarie di un immobile di convertire parte del valore della casa in liquidità a fronte dell'iscrizione di un'ipoteca sull'abitazione come garanzia. La somma che può essere ottenuta differisce a seconda dell'età del richiedente. Per esempio, chi ha 60 anni o poco più di solito può chiedere tra il 15 e il 20% del valore dell'immobile, mentre chi è più vicino ai 90 può aspirare a ottenere anche il 40%.
Il rimoborso del prestito concesso spetterà di regola agli eredi nell'arco di dodici mesi dalla morte del soggetto finanziato. Gli eredi potranno anche scegliere di vendere l'immobile ipotecato oppure affidare la vendita alla banca mutuataria. Infatti, qualora il finanziamento non sia integralmente rimborsato entro dodici mesi la banca potrà vendere l'immobile ad un valore pari a quello di mercato, determinato da un perito indipendente, utilizzando le somme ricavate dalla vendita per estinguere il credito vantato in dipendenza del finanziamento stesso. Trascorsi ulteriori dodici mesi senza che sia stata perfezionata la vendita, tale valore viene decurtato del 15 per cento per ogni dodici mesi successivi fino al perfezionamento della vendita dell'immobile. In ogni caso c'è un paracadute: se il valore dell'abitazione diminuisce nel tempo e il debito diventa superiore al valore della casa alla banca non spetta più di quanto verrà ricavato dalla vendita dell'appartamento.
Per lo stipulante ci sono tuttavia alcuni vincoli. Inanzitutto il prestito non può essere erogato in caso di immobili non residenziali o ubicati in zone sismiche. Inoltre il soggetto finanziato non potrà trasferiti, in tutto o in parte, la proprietà o altri diritti reali (es. usufrutto) o di godimento sull'immobile dato in garanzia nè potrà compiere atti che ne riducano significativamente il valore, inclusa la costituzione di diritti reali di garanzia in favore di terzi che vadano a gravare sull'immobile. In tali casi la banca potrà chiedere l'immediata restituzione del prestito.
La regolazione dell'istituto sarà affidata ad un regolamento del Ministero dello Sviluppo Economico da adottare entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge. Il provvedimento governativo dovrà peraltro individuare i casi e le formalità che comportino una riduzione significativa del valore di mercato dell'immobile, tale da giustificare la richiesta di rimborso integrale del finanziamento, e con il quale garantire trasparenza e certezza dell'importo oggetto del finanziamento, dei termini di pagamento, degli interessi e di ogni altra spesa dovuta.
Rispetto alla legge 248 del 2005 la nuova proposta di legge ha inoltre modificato il costo delle imposte ipotecarie calcolate sulla somma erogata, che ha rappresentato uno dei principali ostacoli al decollo del prestito vitalizio ipotecario, trasformandolo in un'imposta sostitutiva dello 0,25% da rimborsare gradualmente.
Zedde
Padoan: deficit al 3% e' un limite segnaletico, vedo la ripresa
- Cernobbio, 7 set. - "Il merito di credito italiano sui mercati finanziari va difeso giorno dopo giorno, e su questo il Tesoro e' impegnato. Poi ci sono limiti che qualcuno considera simbolici, ma sono comunque limiti segnaletici". Lo ha affermato Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, intervenendo al workshop di Ambrosetti cheh a aggiunto: "Cerchiamo misure che agevolino afflussi di investimenti privati e ci sono sintomi e segnali di ripresa".
Confermeremo bonus 80 euro; benefici fiscali per imprese
"Non facciamo solo annunci, dobbiamo comunicare meglio quello che stiamo facendo" ha aggiunto Padoan. La legge di stabilita' sara' "il primo passo nel sentiero dei mille giorni" del governo. Nella legge di stabilita' verra' confermato il bonus di 80 euro ma verranno inseriti anche "benefici fiscali per le imprese" nonche' le norme per il rimborso dei debiti della p.a.. .
Renzi sigla la pace, ma no veti Al Pd lancia il 'Patto del tortellino'
- Bologna, 7 set. - Nessun guanto di sfida. Al contrario, Matteo Renzi sventola il ramoscello d'ulivo. E a dispetto del 'fuoco amico' a cui e' stato sottoposto negli ultimi giorni, il premier sigla la pace interna nel Pd, chiamando a raccolta tutte le anime del partito. Sara' per la platea che ha di fronte - quella della Festa nazionale dell'Unita', nella citta' di Bologna per di piu', che di liti e lotte intestine non vuol nemmeno sentir parlare, gia' provata dalle beghe interne delle primarie per la scelta del successore di Errani - sara' che ad ascoltarlo per la chiusura della kermesse sono arrivati tutti, da Cuperlo a Civati fino a Bersani, fatto sta che Renzi non sguaina la spada ma anzi chiede al partito, unito, di sostenerlo e appoggiarlo nlle "scelte difficili che abbiamo di fronte", perche' "un segretario, da solo, non puo' fare nulla", cosi' come un "presidente del Consiglio".
E allora, e' la proposta avanzata dal palco della Festa dell'Unita' e che sara' all'ordine del giorno della direzione di giovedi' prossimo, "facciamo una segreteria unitaria", perche' "il Pd ha davanti troppe cose da fare e non puo' spercare il tempo a litigare", ma sia chiaro - avverte il premier - "nessuno puo' avere il diritto di veto, e se qualcuno vuole la rivincita dovra' attendere fino al 2017", quando si terra' il nuovo congresso del Pd. Insomma, e' un Renzi dialogante, che tende la mano alle diverse anime del Pd, quello che si presenta davanti ai tanti militanti e volontari della Festa nazionale, per la prima volta con il compito di chiudere la keremsse da segretario del partito.
Allo stesso tempo, pero', Renzi tiene a mettere in chiaro che lui non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca, "vado avanti, sulle riforme non mollo di mezzo centimetro". E assicura: "Noi l'Italia la cambiamo sul serio" e "lo faremo a testa alta, guiardando ngli ochi " gli 'avversari', "basta con i gufi". Forte del 40,8% incassato alle europee - e che non manca di ricordare piu' e piu' volte dal palco del Parco Nord - Renzi si rivolge ai detrattori del governo e assicura: non ci sara' un autunno caldo, a meno che non ci si riferisca alle condizioni del meteo. Cio' non vuol dire che "io sottovaluti le difficolta', faremo elle scelte difficili ma avremo il coraggio di farle, il cambiamento - scandisce dal palco - non si fermera'". E ai critici, ai quei "tecnici" e "esperti" che bocciano l'azione di governo, Renzi replica a muso duro: nessuna lezione da chi e' rimasto ancorato alla prima Repubblica, da chi "non ha saputo prvedere la crisi" e poi quando si e' verificata "ha dato risposte sbagliate".
Difende l'operato del suo governo, a partire dagli 80 euro, che sono una misura sociale, prima ancora che economica; le riforme, che sono tutt'altro che inutili; e prima fra tutte la rivoluzione nella scuola, perche' "il merito e' di sinistra". Ma accanto al partito e al governo, e' anche un altro il fronte che preme a Renzi: l'Europa. Ed e' da Bologna che Renzi lancia il 'patto del tortellino', presentandosi insieme ai leader della sinistra riformista, tutti giovani - chi al governo e chi mira ad andarci presto - e accomunati, oltre che da una visione comune dell'Europa (che deve cambiare) e delle sfide che attendono la sinistra in Ue (deve imparare a marciare unita), anche dal look casual. Renzi, il premier francese Valls, il segretario del Psoe spagnolo Sanchez, il vicepremier olandese Samson e il segretario gnerale del Pse Post, sfoggiano una mise casual, tutti in maniche di camicia bianca e cravatta scura (a vederli in fila, uno a fianco all'altro sul palco sembrano quasi le 'Iene' di tarantiniana memoria), a parlare la stessa lingua: basta con le politiche di solo rigore, i giovani e il lavoro devono essre la priorita'.
Renzi, affiancato dalle donne dem del governo, da Madia a Mogherini a Pinotti (nel tardo pomeriggio arriva anche la Boschi), rende onore a tutti i suoi predecessori alla guida del partito (l'applauso piu' lungo della platea e' per Bersani), ringrazia e loda l'operato di Errani, e ribadisce: "Non e' in gioco il mio futuro, ma il destino del Paese".
Workshop Ambrosetti: Maroni, assenza Renzi da Cernobbio e' atto di snobismo
Calcola con Pensioni Oggi quando andrai in pensione
Quando è possibile andare in pensione con la nuova Riforma Fornero? Come stanno cambiando le regole sulla penalizzazione? Con le novità che potrebbero fare ingresso nel sistema previdenziale con il decreto sulla Pa, Pensioni Oggi, ha messo a disposizione uno strumento sempre aggiornato per verificare rapidamente la data di pensionamento dopo la Riforma del 2011. Kamsin
Da quest'anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com'è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego. I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.
Nel decreto di Riforma della Pa potrebbero inoltre venire meno i disincentivi all'accesso alla pensione anticipata per chi ha meno di 62 anni di età.
Per tenere sotto controllo tutte queste novità Pensioni Oggi ha realizzato un programma apposito "Calcola quando si va in pensione" per aiutare gratuitamente i lettori a comprendere quando potranno effettivamente andare in pensione: il programma, disponibile a questo indirizzo, consente di verificare rapidamente la piu' vicina data di pensionamento (vecchiaia o anticipata) tenendo conto dell'applicazione della stima di vita.
Zedde