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Scontro Lega-M5S, leghisti maiali ; voi amici degli assassini
Governo, nessun aumento tasse Non c'e' trattativa con Ue su conti
- Roma, 18 ago. - Nessuna trattativa con Bruxelles per 'ammorbidire' le richieste sui conti pubblici italiani, ne' nuove tasse all'orizzonte. Il governo, dopo giorni di boatos e polemiche, mette i puntini sulle i e conferma, nuovamente, che la linea non e' cambiata. Del resto lo stesso Matteo Renzi l'aveva detto chiaro e tondo alla vigilia di Ferragosto: nessuna manovra correttiva, nessun aumento di tasse e tutto nel rispetto del fatidico parametro del 3%. Ma la pausa agostana non ha bloccato le voci, complici i dati Istat e le parole di Mario Draghi, ed oggi fonti di Palazzo Chigi smentiscono le notizie che giungono dall'asse Roma-Bruxelles. "Non e' in corso alcuna trattativa ne' pubblica ne' 'segreta' con l'Europa e neppure alcun piano taglia debito" spiegano dal governo. E a corollario aggiungono che "l'Italia fara' la sua parte come piu' volte ribadito dal premier, rispettando il vincolo del 3%". Insomma, "non esiste un problema Italia in Europa: esiste un problema dell'eurozona che l'Italia contribuira' ad affrontare". Perche' se e' vero che l'Italia piange, certo Bruxelles non ride, come dimostrano i dati dei conti pubblici francesi e tedeschi. Segno che il premier intende fare perno sul rischio crisi che sfiora tutti i paesi dell'Eurozona, compresa la locomotiva tedesca, per arrivare a una ridefinizione complessiva della valutazione dei conti dei singoli Paesi. E molto probabilmente, piu' che qualche 'spicciolo' concesso come sconto all'Italia dalla attuale commissione guidata da Barroso con l'occhio severo di Olli Rehn, da Roma sperano di rinegoziare l'intera architettura dei conti pubblici europei con la nuova commissione, che si insediera' dopo, e non prima, il varo della legge di stabilita'. Ma per adesso il premier e' concentrato sui conti pubblici italiani. Una manovra di 16 miliardi di tagli alla spesa pubblica, grazie anche alla spending review e' gia' stata messa in cantiere. Molti temono l'arrivo di nuove tasse, ma palazzo Chigi smentisce di nuovo: "l'Italia rispettera' il 3%, e senza aumentare le tasse". La scommessa, infatti, e' di riuscire a far ripartire l'economia con nuovi investimenti, soprattutto stranieri, nuove assunzioni, taglio della spesa pubblica e nuove infrastrutture. L'ennesima scure fiscale, ormai e' chiaro a tutti, potrebbe solo deprimere ulteriormente i consumi gia' agonizzanti. Resta aperto il capitolo pensioni, a cui si sta lavorando al ministero dell'Economia, ma su quel fronte il dibattito e' appena avviato. .
Lite Bossi-Salvini, duello in tribunale. Il segretario, c....te
Pensioni, Poletti rilancia il prelievo sulle retributive
Poletti ha rilanciato la possibilità di un prelievo di solidarietà sulle pensioni piu' alte per finanziare gli interventi sugli esodati. Critiche da Forza Italia e Ncd.
Kamsin Ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ufficialmente sdoganato il possibile prelievo di solidarietà sulle pensioni per finanziare gli strumenti correttivi alla Riforma Fornero. Un taglio che potrebbe essere esteso alle agevolazioni fiscali per imprese e famiglie. Della prima ipotesi si sa che si inizierà dalle voci meno sensibili come l'abolizione delle agevolazioni fiscali per le spese cimiteriali a quelle per le spese veterinarie e le palestre.
La seconda vede la possibilità di un taglio della pensione a tutti coloro che percepiscono un assegno calcolato attraverso il sistema retributivo superiore a una certa soglia. La stampa di oggi lancia l'allarme che sarebbero colpite le pensioni oltre i 2mila euro ma per cronaca va precisato che il ministro del Lavoro non ha indicato alcuna soglia specifica. A Palazzo Chigi e al Tesoro prevale quindi la prudenza: «Vedremo, discuteremo, c'è ancora tempo».
Le ipotesi sul tavolo dell'esecutivo sono quelle elaborate agli inizi dell'anno dal Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli che fissavano in verità l'asticella sopra i 3000-3500 mila euro lordi al mese. Il piano di Cottarelli chiede un contributo di solidarietà del 10-15% e un blocco della indicizzazione biennale a coloro i quali percepiscono una pensione con il sistema retributivo sopra tale soglia; una proposta che colpisce quei pensionati che ricevono un assegno sproporzionato rispetto ai contributi effettivamente versati creando uno squilibrio sui conti pubblici. Squilibrio ancora piu' difficilmente giustificabile, secondo Cottarelli, nei confronti di chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il 1996 che ha una pensione, piu' leggera, calcolata con il sistema contributivo.
Nel piano di Cottarelli, fermato da Renzi a Marzo scorso, oltre al contributo di solidarietà ed al blocco delle indicizzazioni c'era anche l'aumento di un anno dell'anzianità delle donne per la pensione anticipata e la revisione delle pensioni di reversibilità. Un "bottino" che consentiva un risparmio di 1,8 miliardi nel 2014, 2,4 nel 2015, 3,4 nel 2016.
Sacconi: preoccupati dalle parole di Poletti
Intanto piovono critiche alle affermazioni di Poletti da parte delle forze politiche. Secondo Maurizio Gasparri: "Renzi è già quasi alla canna del gas. Il ministro Poletti lo ha detto chiaramente: il premier vuole colpire le pensioni, considerando alte le erogazioni da tremila euro lordi, pari a mille e cinquecento euro al mese. 'E questa l'asticella del governo, pronto a massacrare pensionati che non possono certo essere considerati ricchi". A difendere il ministro, e ad attaccare Gasparri, ci pensa il deputato pd Edoardo Patriarca: «Si pretende che il governo Renzi in pochi mesi faccia di più di quanto non hanno realizzato in venti anni gli esecutivi Berlusconi. Nei fatti i governi di centro-destra hanno tagliato le politiche sociali, aumentato la povertà, portato a livelli massimi lo spread. Gasparri abbia più pudore».
Ma anche Maurizio Sacconi, del Nuovo centrodestra, si dice «preoccupato» dal riferimento alle pensioni medie già erogate che potrebbero essere penalizzate: «Questo indurrebbe una più generale insicurezza nei pensionati, sulle loro aspettative di vita e sui loro consumi».
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Governo: Renzi telefona ad atleti azzurri
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M5s: Grillo lancia il giornalista dell'anno , e' bufera
- Roma, 17 ago. - "Vota il giornalista dell'anno". Pubblicato in prima pagina sul blog di Beppe Grillo il sondaggio con le foto di 15 tra direttori ed editorialisti e l'elenco dei 37 giornalisti del giorno (piu' la possibilita' di indicare un altro giornalista): da Maria Novella Oppo a Marino Smiderle, passando per Ezio Mauro, Alessandro Sallusti e Michele Santoro, ma anche Federico Orlando, da poco scomparso. Al momento il maggior numero di voti sono andati a Giuliano Ferrara (611), seguito da Pierluigi Battista (452) e Corrado Augias (280). Tra i fuori lista, il piu' indicato appare Vittorio Zucconi. "La rubrica 'Giornalista del giorno' - si legge nella home page - e' nata a dicembre dell'anno scorso grazie a Maria Novella Oppo, che all'epoca scriveva per un giornale ormai estinto nonostante le decine di milioni di finanziamenti pubblici ricevuti nel corso degli anni: l'Unita' di cui oggi e' rimasto solo il nome alle feste dell'Inciciu dell'Unita' di Renzusconi. Grazie alle vostre segnalazioni e alla prolificita' servile dei pennivendoli bipartisan italiani contro il M5S, la rubrica e' stata molto attiva. Dopo nove mesi e' bene fermarsi un attimo a riflettere per decidere insieme il Giornalista dell'Anno 2014, quello che piu' si e' distinto per il suo livore prezzolato, ma molti lo fanno anche gratis, contro una forza politica votata da nove milioni di cittadini, l'unica ad aver rinunciato ai milioni di euro di finanziamenti pubblici (42 per la precisione) e i cui parlamentari si sono dimezzati lo stipendio. La scelta non e' semplice, ci affidiamo a voi".
BUFERA POLITICA:
"Grillo attacca i giornalisti, ma i giornalisti raccontano la realta'. Il comico genovese pensi piuttosto al suo movimento, con Di Battista che usa parole indecenti sul terrorismo", afferma il leader dei Moderati Giacomo Portas, deputato del Pd. "Grillo in Parlamento non si e' mai visto, parli di quello che conosce realmente e non di cio' che gli viene riferito esclusivamente dal web. La liberta' di stampa e' una prerogativa di ogni democrazia - continua Portas - Quando Grillo sente la parola 'contraddittorio' gli viene l'orticaria". "Il Movimento 5 Stelle incassa autogol senza soluzione di continuita': ieri il post delirante sul terrorismo in Iraq, oggi l'ennesimo attacco denigratorio nei confronti del mondo dell'informazione", afferma invece il deputato Pd, Matteo Colaninno. "L'intensita' degli attacchi e delle provocazioni si fa ogni giorno piu' elevata, segno che Grillo e i suoi non hanno affatto cambiato stile e stoffa. Quello di oggi e' un gesto da condannare fermamente e il Pd non si stanchera' mai di ribadire che l'attivita' giornalistica va tutelata partendo dal rispetto della sua autonomia", sottolinea. Secondo Colaninno "Grillo, invece, vorrebbe articoli di giornali e telegiornali confezionati su misura per le sue proposte aleatorie e poco risolutive. Ai giornalisti vittime dei suoi attacchi va tutta la mia solidarieta' e la mia vicinanza nella convinzione che prima o poi, si spera, Grillo impari a rispettare la professionalita' e il valore di chi la pensa diversamente da lui". "Grillo sogna il Califfato de noantri, e mette all'indice 37 giornalisti, compreso Federico Orlando. L'estate del M5S si consuma tra pena ed orrore", scrive invece su Twitter il senatore del Pd Andrea Marcucci. "La solita cantilena di Beppe Grillo contro i giornalisti ha davvero stancato: il limite, questa volta, e' stato largamente superato e non si puo' piu' permettere questo oltraggio alla democrazia". Lo sostiene Lara Comi, europarlamentare Forza Italia e vicepresidente Ppe "Grillo attacca i giornalisti che gli servono da alibi per gli autogol che commettono i suoi. L'improbabile sondaggio rientra appunto su questa linea", afferma infine Fabrizio Cicchitto (NCD). .
Pensioni, Sacconi: no ad ulteriori penalità per i pensionati
Le affermazioni di oggi del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, su delega e pensioni lasciano "perplesso" il presidente del gruppo del Nuovo Centrodestra al Senato, Maurizio Sacconi. Kamsin Poletti ha infatti dichiarato, in una intervista al Corriere della Sera, di essere favorevole ad un prelievo sulle pensioni superiori ad un determinato importo per finanziare gli interventi di manutenzione sulla Riforma Fornero in favore degli esodati. Una sorta di contributo di solidarietà. Per Poletti inoltre non sarebbe allo studio una revisione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
"Il ministro -afferma il presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama- sembra escludere correzioni e integrazioni alla delega lavoro nonostante il presidente Renzi abbia esplicitamente ipotizzato il superamento dello Statuto dei Lavoratori". "Ciò richiede -osserva Sacconi- l'inserimento nel provvedimento di un criterio di delega per un testo unico innovativo anche del contratto a tempo indeterminato, la cui flessibilità nel solo primo triennio sarebbe non solo inutile in relazione ai contratti a termine, ma soprattutto negativa per i contratti di apprendistato che ne sarebbero scoraggiati". "Sarebbe davvero paradossale -prosegue- intervenire su tutto, dagli ammortizzatori ai servizi per l'impiego, dai modelli contrattuali alla conciliazione, escludendo solo l'art.18.
"Preoccupa inoltre -aggiunge Sacconi- il riferimento alle pensioni medie già erogate che potrebbero essere, a detta del ministro che ipotizza una asticella di ampia resa finanziaria, ulteriormente penalizzate inducendo una più generale insicurezza nei pensionati, sulle loro aspettative di vita, sui loro consumi".
Pensioni, Poletti: ok ad un contributo di solidarietà per aiutare gli esodati
Pensioni, Poletti: ok ad un contributo di solidarietà per aiutare gli esodati
Nell'intervista raccolta dal Corriere della Sera il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti si dice favorevole all'introduzione di un contributo di solidarietà sulle pensioni alte per aiutare gli esodati. Ok anche a maggiore flessibilità.
Kamsin Ministro, la disoccupazione, non solo giovanile, è molto alta. E ci sono centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Se ci sarà la ripresa, una parte di questi rientrerà al lavoro, una parte sarà nel frattempo andata in pensione, un’altra parte rischia di finire esodati, senza lavoro né pensione. Lei ha promesso un «ponte» per costoro verso la pensione. Di che si tratta?
«Questo è il tema che abbiamo in lavorazione, ma è strettamente legato alle risorse che avremo a disposizione. Stiamo elaborando opzioni diverse in vista della legge di Stabilità. Dovremo vedere in che misura distribuire il costo di questo piccolo ponte o scivolo che dir si voglia tra lavoratori, imprese e fiscalità generale».
Tra le ipotesi allo studio c’è anche il «prestito pensionistico»: il lavoratore cui manchino 2-3 anni alla pensione prende un anticipo di 6-700 euro che poi restituirà in piccole rate al raggiungimento dell’età pensionabile?
«Si tratta di un’ipotesi che aveva formulato il mio predecessore, Enrico Giovannini, e che stiamo valutando insieme ad altre».
Queste ipotesi riguardano solo i lavoratori delle aziende in crisi o potrebbero esserci interventi più generali per reintrodurre elementi di flessibilità nell’età pensionabile?
«Naturalmente partiamo dalle situazioni di emergenza e quindi dai lavoratori delle aziende in crisi. Ma stiamo valutando anche misure di flessibilizzazione, che però non mettano in discussione le attuali età di pensionamento, nel senso che chi volesse uscire uno o due anni prima verrebbe penalizzato. Anche qui bisognerà vedere che risorse avremo a disposizione».
Per intervenire a favore di chi resta senza lavoro e pensione si potrebbe creare anche a un ammortizzatore sociale universale? L’Aspi ancora non lo è, lascia fuori i lavoratori precari.
«Nella delega stiamo lavorando su un ammortizzatore universale. Ma va risolto il problema di chi lo paga. Dovrebbero farlo le imprese, anche quelle che finora non lo hanno fatto, ma poi ci vorrebbe un intervento a carico della fiscalità generale. E qui torniamo al problema delle risorse».
Ministro, lei è favorevole o contrario a un contributo di solidarietà sulle pensioni alte o al ricalcolo delle pensioni col metodo contributivo per intervenire su quelle che sono esageratamente alte rispetto ai contributi versati? Ci sono ipotesi allo studio su questo?
«Sono favorevole a interventi di questo tipo a patto che siano collegati agli interventi di cui ho parlato prima a sostegno dei lavoratori che altrimenti rischierebbero di finire esodati. Credo cioè che le risorse eventualmente recuperate con un contributo di solidarietà o con il ricalcolo contributivo dovrebbero restare nel sistema previdenziale in una logica di solidarietà per chi soffre di più. Ipotesi se ne sono fatte tante in passato. Adesso bisognerà fare delle scelte».
Ma le pensioni alte sono così poche che si raccoglierebbero briciole.
«Dipende da dove si fissa l’asticella».
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Esodati, l'Inps spedisce le prime lettere di salvaguardia
Buone notizie per i lavoratori della quarta salvaguardia che attendono la comunicazione della certificazione di poter mantenere le previgenti regole di pensionamento. Kamsin Secondo quanto apprende la Redazione di Pensioni Oggi i primi 1200 lavoratori appartenenti al contingente dei 2500 ex art. 11 bis del Dl 101/2013 hanno dalla scorsa settimana iniziato a ricevere la tanto attesa comunicazione. In questa prima fase risultano interessati coloro che hanno maturato un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, come precisato dall'Inps la scorsa settimana.
Concluse le operazioni di monitoraggio, saranno inviate le lettere di certificazione agli ulteriori soggetti che si collocheranno in posizione utile in graduatoria.
Ad ogni modo, come la norma prevede, le pensioni liquidate non potranno avere decorrenza anteriore al 1° gennaio 2014.
L'Inps ha inoltre avviato le procedure per la verifica delle posizioni riguardanti i lavoratori interessati alla quinta salvaguardia, i cui termini per la presentazione delle domande erano scaduti lo scorso giugno. Diversi soggetti hanno avuto conferma, non ancora ufficiale, circa la presenza del loro nominativo in posizione utile nella graduatoria.
Esodati, Inps: certificazione della quarta salvaguardia sino al 31 Agosto 2012
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Decreto Pa, al via la riduzione del 50% dei permessi sindacali
Scatterà dal prossimo 1° Settembre la riduzione del 50 per cento dei distacchi, aspettative e permessi sindacali nelle amministrazioni pubbliche.
Kamsin E' stata confermata nell'articolo 7 del dl 90/2014, a decorrere dal 1° settembre 2014, la riduzione del 50 per cento, per ciascuna associazione sindacale, dei distacchi, delle aspettative e dei permessi sindacali, come attribuiti dalle disposizioni regolamentari e contrattuali vigenti al personale delle pubbliche amministrazioni e al personale in regime di diritto pubblico.
Con le procedure contrattuali previste dai rispettivi ordinamenti può essere modificata la ripartizione dei contingenti, come ridefiniti, tra le varie associazioni sindacali. Possono essere inoltre definite forme di utilizzo compensativo tra distacchi e permessi sindacali, purché ad invarianza di spesa.
Il Dl 90/2014 ha inoltre introdotto una disposizione specifica relativa alla riduzione delle prerogative sindacali per le forze di polizia e per i vigili del fuoco: ad essi la riduzione (elevata al 66%) si applica esclusivamente ai permessi speciali per la partecipazione a riunioni sindacali su convocazione dell'amministrazione (e non anche ai permessi ordinari, distacchi e aspettative).
Inoltre, è stato precisato che nell'ambito delle modifiche alle ripartizioni dei contingenti così ridefiniti tra le associazioni sindacali, sarà possibile definire, ad invarianza di spesa, forme di utilizzo compensativo tra distacchi e permessi sindacali.
Decreto Pa, via libera al demansionamento per la gestione degli esuberi
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