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Riforma Pensioni, è scontro sulle deroghe alla Legge Fornero
Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti ha indicato che sull'articolo dedicato al ricambio generazionale nel comparto della scuola, approvato in prima lettura alla Camera, siano in corso approfondimenti sulle criticità circa la compatibilità finanziaria, rilevate dalla Ragioneria. Kamsin Il governo prova dunque a mediare per individuare una soluzione ai rilievi sollevati dai tecnici, anche se un risultato positivo non è affatto scontato.
Sabato intanto in commissione Affari costituzionali del Senato si è conclusa la discussione generale sul provvedimento con la presentazione di circa 600 emendamenti. Oggi inizieranno le prime votazioni sugli emendamenti e oggi soprattutto è atteso il parere della Commissione Bilancio che dovrebbe sciogliere se accogliere le indicazioni provenienti dalla Ragioneria dello Stato o tirare dritto. Con l'avvertimento che se ci saranno modifiche il decreto dovrà tornare per una terza lettura alla Camera.
Il nodo della questione riguarda la norma che consente a 4.000 professori di andare in pensione già dal 1° Settembre in deroga alle legge Fornero. Ma nel mirino c'è anche la regola che consente il pensionamento anticipato a 68 anni per i professori universitari - con la riforma all'esame del Parlamento si è introdotta infatti una «deroga» alla Fornero che consente il pensionamento d'ufficio motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima (per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65); l'eliminazione delle penalizzazioni per la pensione anticipata previste dalla legge Fornero; il prepensionamento dei giornalisti professionisti iscritti all'Inpgi per consentire le ristrutturazioni nel campo dell'editoria in stato di crisi.
Duro il giudizio del Pd che, per voce degli onorevoli Damiano e Gnecchi fa sapere di considerare inaccettabile una marcia indietro del governo a causa delle pressioni della Ragioneria dello Stato. Su quota 96 degli insegnanti, spiegano, si tratta di correggere un errore del governo Monti che ha intrappolato 4.000 lavoratori che hanno diritto di andare in pensione. Questa correzione va fatta entro agosto, altrimenti si salta un altro anno ancora.
Il secondo punto riguarda la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità prima dei 62 anni, avendo maturato 41 anni di contributi (donne) o 42 anni (uomini): una norma vessatoria che colpisce l'assegno pensionistico dei lavoratori che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni di età. Quello che sconcerta dicono ancora i due esponenti del Pd è che le valutazioni sulla copertura finanziaria fatte dall' Inps sono state smentite dalla Ragioneria. Si tratta di due relazioni tecniche richieste all'Istituto di previdenza. Il Governo deve chiarire questa situazione che dura da troppo tempo e che mette il Parlamento sotto ricatto. Non si può tornare indietro dal Decreto approvato: se qualcuno intende farlo saltare deve dirlo con chiarezza», concludono.
Zedde
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Riforma Pensioni, la Ragioneria boccia il testo approvato dalla Camera
Cresce l'attesa per le due principali misure in materia previdenziale che sono state approvate questa settimana in prima lettura alla Camera dei Deputati e che ora rischiano, dopo il parere negativo della Ragioneria dello Stato, di essere messe in discussione al Senato. Kamsin Come già anticipato da Pensioni Oggi, la bocciatura riguarda i quota 96 della scuola e l'altra deroga alla riforma Fornero: l'eliminazione delle penalizzazioni per l'accesso alla pensione anticipata per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2017. Ma in forse c'è anche la possibilità per le Pa di risolvere a 68 anni il rapporto di lavoro dei professori universitari.
La relazione, datata primo agosto e indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Commissione Bilancio del Senato (dove il provvedimento è approdato), boccia sonoramente questi tre provvedimenti chiedendo in pratica al Senato di scegliere tra la loro cassazione dal testo o la modifica delle coperture. E in entrambi i casi sarà necessaria una terza lettura alla Camera, cosa che potrebbe mettere a rischio i tempi di conversione. Un vero e proprio pasticcio. Vediamo dunque quali sono le norme in bilico che potrebbero saltare al Senato.
I Quota 96 - L'articolo 1-bis nel testo approvato alla Camera dà il disco verde all'uscita di 4mila insegnanti e personale amministrativo scolastico che, in base alle regole pre-Fornero della vecchia «quota 96», avrebbero maturato il diritto alla pensione tra il 1 gennaio e il 31 agosto del 2012, nel corso dell'anno scolastico 2011/2012. La Ragioneria indica che "di fatto la disposizione prefigura per il settore della scuola una salvaguardia aperta, non in grado di assicurare il rispetto del limite dei 4.000 soggetti, con effetti in termini di maggiori oneri per i quali non è individuata adeguata copertura finanziaria".
Lo Stop alle Penalizzazioni - Con una modifica all'articolo 1 del provvedimento approvato in prima lettura alla Camera è stata sancita la definitiva archiviazione della penalizzazione per chi sceglie di andare in pensione prima dei 62 anni di età. La legge Fornero lo consente agli uomini che hanno 42 anni e 6 mesi di contributi, e alle donne che ne hanno 41 anni e 6 mesi. I contributi però devono essere da effettiva prestazione lavorativa, sono esclusi quindi quelli figurativi (ad eccezione della maternità obbligatoria, la leva militare, cig ordinaria, malattia infortunio, donazioni di sangue, congedi parentali, permessi per assistenza disabili).
Di fatto sono fuori il riscatto della laurea e i contributi volontari ma anche molti contributi figurativi (in primis quelli derivanti da amianto, disoccupazione, cigs e mobilità). La nuova norma votata alla Camera elimina il taglio (1% o 2% sulle quote retributive) per chi matura i requisiti entro dicembre 2017. La Ragioneria indica però che la copertura indicata «è sottostimata», anziché 1 milione nel 2014 ne servono 5, al posto dei 3 individuati per il 2015 ne occorrono 15 milioni, e non basteranno di certo i due milioni indicati per ciascuno degli anni a venire, ma le cifre sono molto più alte, ovvero 35 milioni nel 2016, 50 nel 2017 e 60 a decorrere dal 2018.
La risoluzione unilaterale nelle Pa - La Camera ha altresì approvato una norma che consente alle Pa di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro al raggiungimento della massima anzianità contributiva per i dipendenti delle Pa a condizione che abbiano almeno 62 anni di età. Per dirigenti medici e del ruolo sanitario del Ssn la risoluzione unilaterale del rapporto non potrà comunque avvenire prima del compimento dei 65 anni, che salgono a 68 anni per i primari e per i professori universitari (questi ultimi potranno comunque concludere l'anno accademico, ma nell'ateneo dovrà scattare l'assunzione di almeno un nuovo professore o di un ricercatore a tempo determinato). La Ragioneria ha bocciato le coperture in favore di quest'ultimi indicando che il numero di docenti potenzialmente interessati sono un numero superiore a quello individuato dalla Camera.
Zedde
Pensioni, rischio marcia indietro sulla norma che cancella le penalizzazioni
Governo e Parlamento alle prese per risolvere il pasticcio sulle pensioni. In Senato da ieri è iniziata la trattativa per mettere mano alle norme che non sono state approvate dalla Ragioneria dello Stato. Kamsin Sta infatti proseguendo il confronto tra Governo e tecnici del ministero dell'Economia e della commissione Bilancio del Senato per cercare di trovare una soluzione alle norme "non bollinate" dalla Ragioneria generale dello Stato al dl Madia. Nel mirino c'è soprattutto la questione dei quota 96 della scuola, la cancellazione delle penalizzazioni sino al 2017, il pensionamento a 68 anni per i docenti universitari, il riconoscimento dei benefici alle vittime di terrorismo.
Secondo quanto si apprende dalla Funzione Pubblica la partita per i 4mila docenti e personale amministrativo dovrebbe comunque tagliare il traguardo finale, al massimo, con qualche aggiustamento. Probabile anche la conferma dell'altra misura in bilico, quella che introduce benefici per le vittime del terrorismo. Strada in salita invece per l'estensione del pensionamento d'ufficio ai professori universitari al raggiungimento dei 68 anni perchè interesserebbe una platea potenziale di 1.546 docenti e la misura sarebbe completamente scoperta. Difficile in poche ore individuare una soluzione. Ripensamento pare inevitabile anche sulla cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla Fornero per coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata entro il 2017. Anche qui il problema sta nelle coperture erroneamente indicate nel provvedimento uscito dalla Camera.
La decisione sarà assunta entro domani o martedì in Commissione Bilancio del Senato.
Zedde