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Riforme: Finocchiaro, su immunita' c'e' soluzione equilibrata
Riforme: nuovi senatori non percepiranno piu' indennita'
Responsabilita' toghe: Anm, rischio cause strumentali
Riforme: resta immunita' anche per i senatori non piu' eletti
Riforme: ecco il nuovo Senato Via indennita', immunita' resta
- Roma, 4 ago. - Addio ai senatori a vita e all'indennita' per i componenti del Senato. L'Aula del Senato ha approvato in tempi 'record' l'articolo 3 del ddl riforme che prevede che il Presidente della Repubblica potra' nominare 5 senatori scegliendo tra "i cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati".
Resta immunita' anche per i senatori, ok Aula
Inoltre, si stabilisce la durata della Camera dei deputati che restera' in carica per 5 anni. Con l'approvazione da parte dell'Aula di palazzo Madama all'articolo 9 del testo del ddl riforme costituzionali, i futuri nuovi senatori non percepiranno piu' alcuna indennita'. L'articolo 9 del ddl, infatti, modifica l'articolo 69 della Costituzione, che nella nuova formulazione prevede che l'indennita' "stabilita dalla legge" spetti ai componenti della sola Camera dei deputati.
Approvato anche l'articolo 8 del ddl costituzionale, che modifica l'articolo 67 della Costituzione e prevede che "i membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato".
Finocchiaro, su immunita' c'e' soluzione equilibrata
Resta aperto il nodo immunita' anche se, dice Anna Finocchiaro, "I relatori ritengono che il testo della commissione sia il testo che debba esser votato dall'Aula in considerazione del dibattito che si e' svolto". La presidente della commissione Affari Costituzionali ha aggiunto: "a me pare che la soluzione adottata e' quella che meglio garantisce in un bilanciamento, in cui nessuna soluzione estrema vince, una ragionevole equilibrata composizione, salvaguardando il principio di pari trattamento di deputati e senatori". Poi ha concluso: "il superamento del bicameralismo nulla toglie al prestigio del Senato. "Partivamo da un testo" che conservava solo ai deputati l'insidacabilita' e l'autorizzazione a procedere", ha spiegato.
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Quota 96, M5S: vergognoso il dietrofront del governo
Oggi al Senato abbiamo assistito ad un vergognoso dietrofront da parte del governo sulla vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla riforma Fornero (i cd. quota 96 della scuola): prima il ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma all'interno del decreto sulla Pubblica Amministrazione e oggi, come se nulla fosse, con un colpo di spugna questa stessa norma è stata cancellata e con essa la speranza per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione". Kamsin E' quanto hanno affermato in una nota i parlamentari M5S delle commissioni Cultura di Senato e Camera.
"Il motivo è sempre lo stesso: nonostante il Parlamento si fosse espresso a favore di questa norma, ora il governo viene a dirci che i soldi non ci sono. Ora a quegli insegnanti che dopo una vita di sacrifici avevano maturato i requisiti per andare in pensione e che poi si sono visti negare questo diritto, il ministro Madia deve andare a spiegare come mai le risorse per continuare a pagare stipendi e pensioni d'oro ai parlamentari ci sono, mentre per correggere una palese ingiustizia no".
"Altrimenti gli italiani saranno autorizzati a credere che la spending review si fa sempre e solo sulle spalle e sulle tasche dei cittadini. Constatiamo con terrore, inoltre, che Renzi e il suo governo non sanno fare bene i conti: oggi se ne accorgono i 4mila docenti che non andranno in pensione, domani se ne accorgeranno tutti gli italiani", concludono i parlamentari cinquestelle.
Zedde