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Camorra: chiesto arresto per deputato Cesaro, in manette i suoi fratelli
- Napoli, 23 lug. - Il gip di Napoli ha inviato alla Camera dei Deputati la richiesta di arresto per il deputato di Forza Italia, Luigi Cesaro, mentre i due fratelli di Cesaro sono gia' finiti in carcere. Concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, e' questa il capo d'accusa piu' pesante contestato al deputato di Forza Italia. Accanto a questo, anche quelle di turbata liberta' degli incanti e illecita concorrenza con violenza e minaccia, reati aggravati dall'aver agevolato il clan dei Casalesi, fazione Bidognetti. Il gip ha rigettato la richiesta dei pm nei confronti di altri 7 indagati per carenza di esigenze cautelari.
I due fratelli arrestati sono Aniello e Raffaele Cesaro, colpiti questa mattina da una misura di custodia cautelare nell'ambito di una inchiesta su appalti truccati al Comune di Lusciano e rapporti tra imprenditori, politica e camorra. Uno dei due fratelli, Aniello, lo scorso 26 maggio fini' nel registro degli indagati in un'indagine condotta dal procuratore Francesco Greco riguardante lavori di ristrutturazione presso un centro medico di Sant'Antimo riconducibile ai Cesaro che una ditta edile, di cui Aniello era il rappresentante legale, avrebbe dovuto effettuare.
Secondo la procura di Napoli Nord, nonostante le fatturazioni (e le dichiarazioni fiscali ritenute dagli inquirenti infedeli del 2008 al 2011) i lavori non sarebbero mai stati realizzati. In quell'occasione, all'imprenditore furono sequestrati beni per un valore di 4,2 milioni di euro. Per il provvedimento odierno, i due fratelli dell'ex presidente della Provincia di Napoli sono assistiti dall'avvocato Paolo Trofino. L'indagine e' nata nel novembre 2008 e, secondo il pm, ha dimostrato l'esistenza di una "collaudata e duratura connivenza", scrive in una nota il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, "tra i vertici del clan dei Casalesi, in particolare Raffaele Bidognetti, figlio del boss Francesco, con esponenti dell'amministrazione comunale di Lusciano e imprenditori, che ha fatto si' che questi si aggiudicassero gare di appalto con procedure truccate".
Un'indagine nata dalle dichiarazioni dell'ex reggente del clan, ora pentito, Luigi Guida, che tra il 2000 e il 2005 ha tessuto rapporti con esponenti dell'imprenditoria e della politica del Casertano tra Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano, Parete e Casal di Principe. Dichiarazioni, sottolinea l'aggiunto, che hanno gia' avuto riscontro nel processo scaturito dall'indagine Normandia, che ha portato alla condanna anche in appello per concorso esterno in associazione camorristica dell'ex consigliere regionale campano Nicola Ferraro. Ma ci sono anche intercettazioni telefoniche e ambientali, effettuate anche negli uffici della sede del comune di Lusciano.
L'indagine e' focalizzata sui lavori del Pip da realizzare a Lusciano, assegnati a ditte indicate dal clan grazie proprio alla connivenza tra criminalita' organizzata e apparato politico. Questa illecita agevolazione va alla "Cesaro costruzioni generali" di proprieta' della famiglia di imprenditori di cui fa parte Luigi Cesaro. Destinatari del provvedimento cautelare sono anche due suoi fratelli. L'impresa, secondo i pm napoletani, ha ottenuto l'aggiudicazione della gara "violando in maniera evidente e consapevole le norme che regolano le procedure di controllo e aggiudicazione degli appalti".
Il clan e' intervenuto perche' questo fosse lecito del bando persino disponendo la sostituzione del capo dell'ufficio tecnico del Comune con una persona che riteneva capace di garantire il risultato. L'impresa dei fratelli Cesaro, dichiarata vincitrice della gara a giugno 2004, ha persino minacciato il Comune di procedere a rivalse di natura economica per farsi affidare l'area delle operazioni per iniziare i lavori, e solo dopo l'acquisizione di documenti da parte degli investigatori e la pubblicazione di stralci di dichiarazioni dei pentiti ha rinunciato all'affidamento dei lavori.
Due pentiti, Guida e Gaetano Vassallo, hanno ricostruito anche un incontro tra Luigi Cesaro e capi affiliati del clan Bidognetti per discutere della vicenda. Altro collaboratore che racconta di un patto fra clan e fratelli Cesaro e' Tammaro Diana. L'amministrazione comunale di Lusciano, inoltre, avrebbe favorito l'impresa dei Cesaro anche per la realizzazione di un centro sportivo comunale.
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Sviluppo, Renzi finanzia investimenti per 1,4 miliardi di euro
Ventiquattro contratti di sviluppo, investimenti per 1,44 miliardi, 700 dei quali finanziati dallo Stato attraverso i fondi Ue, che "creeranno o salvaguarderanno 25 mila posti di lavoro". Kamsin Sono queste le cifre annunciate oggi a palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi insieme al ministro dello Sviluppo Federica Guidi e al sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. L'80% dei contratti, sostiene il governo, interesserà le regioni del Sud e sara' quindi "concentrato nelle quattro regioni dell'obiettivo Convergenza, ovvero Campania, Calabria, Puglia e Sicilia".
Il 44% dei programmi di investimento e' promosso da imprese controllate da gruppi esteri. Nel dettaglio, dei 24 contratti firmati oggi, 20 riguardano l'industria, 3 il turismo e uno il commercio. Complessivamente, si legge nel documento messo a disposizione del governo, fino ad oggi, sono stati approvati 36 programmi di investimento strategici in larghissima parte localizzati nelle regioni del Mezzogiorno. Si va dalla produzione di energia alle telecomunicazioni e tra le principali imprese coinvolte figurano Telecom, Vodafone, Bridgestone e Unilever.
Ma i contratti riguardano anche realta' come Ponti, San Marzano e Euralenergy. Sul lavoro e il rilancio dell'occupazione "la politica si gioca la sua credibilita'", ha detto Renzi. E con la firma dei 24 progetti "il governo prova a dare messaggi concreti: alla fine dei mille giorni l'Italia sara' nelle condizioni di guidare la ripresa economica e non di essere il fanalino di coda". "Il governo e' impegnato a testa alta e viso aperto per realizzare gli impegni che ci siamo dati", ha detto. "Le immagini di chi vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme in Italia sono le immagini di chi pensa che si possa andare avanti cosi'", ha aggiunto. Renzi, con un chiaro rifgerimento al rischio stallo sulle riforme ha aggiunto che "mentre loro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro. Piu' di un miliardo di investimenti, ventiquattro progetti, venticinquemila posti di lavoro salvati o creati.
E, soprattutto, il ritorno di una politica industriale in Italia. Questo il senso dei contratti di sviluppo oggi a Palazzo Chigi". "Le risorse pubbliche derivano in gran parte da fondi comunitari - ha aggiunto Guidi - e vengono spesi tutti i fondi disponibili". Si tratta di un segnale tangibile di cosa si puo' fare per sostenere le imprese italiane e favorire l'investimento delle imprese estere in Italia", ha aggiunto.
Zedde