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Opposizioni, decisione grave su riforme. Noi no schiavi di Renzi
Stretta del governo sulle riforme Si vota entro l'8 agosto
- Roma, 24 lug. - Il calendario che di fatto applica la cosiddetta tagliola fissando la data di chiusura del ddl all'8 agosto, e' stato approvato in conferenza dei capigruppo a maggioranza. Quindi alle 16.45, quando tornera' a riunirsi l'aula del Senato, l'Assemblea dovra' votare il calendario. Per quanto riguarda i decreti pendenti invece, cosi' viene riferito - dl competitivita' e dl cultura - il calendario rimane immutato: saranno esaminati, probabilmente con la fiducia, oggi pomeriggio, domani e lunedi'.
Riforme, scontro al Senato Ipotesi ghigliottina vicina
- Roma, 24 lug. - Alla fine calera' la ghigliottina, con ogni probabilita'. L'impasse al Senato si fa sempre piu' pesante, la maggioranza favorevole alle riforme scaturite dal Patto del Nazareno non riesce ad avere la meglio sui dissidenti interni ai singoli partiti, nemmeno l'esplicita minaccia di sette giorni di lavoro su sette, come anche quella piu' velata di elezioni anticipate, riescono a sortire effetti liberatori.
A meta' della seduta di stamane, quindi, si alza in piena Aula di Palazzo Madama il capogruppo del Pd, Zanda, e chiede una sospensione dei lavori per valutare al meglio la situazione. Prontamente accontentato. Si riuniscono allora i presidenti dei gruppi parlamentari. L'incontro dura diverse ore, poi viene a sua volta sospeso per essere aggiornato per le 15,15. Intanto filtrano le prime voci. La principale e' quella che viene resa esplicita dal ministro delle riforme Maria Elena Boschi. Riassumibile in un aut-aut dal sapore molto decisionista: o si procede con un "sostanziale" ridimensionamento del numero degli emendamenti (8.000 i presentati, tre i bocciati ieri al termina di una intera giornata di lavoro) o si va avanti senza mediazioni.
D'accordo con lei il gia' nominato Zanda, il quale rileva: avanti di questo passo si finirebbe tra un anno e mezzo. Resistenza piegata? Ancora no, comunque. Infatti il primo effetto degli esiti della capigruppo e' quello di provocare un'immediata riunione a tre di Sel, Lega e M5S, nel segno del "no" a quello che viene percepito come un ultimatum dagli scarsi contenuti democratici. E alla riunione si affaccia anche qualche esponente di Forza Italia. Alla fine sara' ghigliottina, ma potrebbe costare parecchie teste. .
Riforme: Calderoli, se restano 7. 800 emendamenti no armonizzazione
Tensione in Senato sulle riforme Boschi, no rinvio andiamo avanti
- Roma, 24 lug. - Sono stati sospesi i lavori per il voto degli emendamenti sul ddl riforme nell'Aula del Senato ed e' stata convocata d'urgenza la capigruppo dal presidente Piero Grasso. Poco prima della sospensione il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, rispondendo ai cronisti a Palazzo Madama, esclude la possibilita' di un rinvio a settembre: "No, noi andiamo avanti, non e' serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignita' anche di questa istituzione. Ora vediamo...". Anche se ribadisce che "il governo e' disponibile ad approfondire alcune questioni purche' non stravolgano l'impianto del testo" ribadendo che ad esempio "il Senato elettivo non si tocca perche' e' la base di tutta la riforma". Poi aggiunge il ministro Boschi che o vengono ritirare gli emendamenti o si va avanti cosi'. Intanto continuera' nel pomeriggio la conferenza dei capigruppo del senato. Il senatore Vincenzo D'Anna , vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Liberta', intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama attacca il governo. "Renzi mistifica il problema che non e' la salvaguardia delle prebende dovute ai senatori, ma quello della salvaguardia del diritto degli italiani a scegliere i parlamentari. Dimettiamoci e sciogliamo noi il Senato oppure abbia il coraggio 'madame Verdurin' di proporre la soppressione di ogni emolumento ai parlamentari, ivi compreso quello del presidente del Consiglio". "Sono stato deputato per due anni e mezzo - ha aggiunto -, ho sentito i Franceschini, i Fassino, i Di Pietro invocare la liberta' e la democrazia contro il caimano, lo psiconano, il pericolo per la democrazia, impersonato da Silvio Berlusconi, all'epoca fonte di ogni sfacelo che era accaduto o poteva accadere. Ma, chiedo ai colleghi del Pd, avete subito una trasformazione genetica? Siete stati investiti da radiazioni? Siete una mutazione politica e biologica al tempo stesso di quelle persone? Voi assistete inermi a un tentativo, per mero scopo partitico, di sopprimere un elementare diritto che e' quello degli elettori di scegliersi deputati e senatori perche' questa volta vi conviene", ha concluso. Una dichiarazione arriva anche da Nunzia de Girolamo capogruppo di Ncd alla Camera. "Numquam quiescere: le riforme costituzionali sono il solo antidoto per tornare ad essere competitivi nel mondo. Noi, cosi' come gia' fatto nelle rispettive commissioni, continueremo a batterci affinche' il pacchetto di misure varato dal governo abbia una ricaduta positiva sul tessuto economico del Paese. Agiremo nell'esclusivo interesse dei cittadini, chi si ferma e' perduto". .
Altro...
Ripreso esame riforme al Senato, M5S continua ostruzionismo
Pensioni Quota 96, slitta al 28 luglio la discussione alla Camera
Negli emendamenti al decreto legge sulla Pubblica amministrazione, presentati dal governo nella commissione Affari costituzionali della Camera, arriva il piccolo sconto in favore delle Camere di Commercio: nel 2015 il taglio dei contributi versati dalle imprese scende dal 50 al 40%, ma dall’anno successivo ritorna al 50%. Kamsin In ogni caso gli enti camerali scenderanno da 105 a 60, con tredici sezioni regionali che hanno già deliberato gli accorpamenti e le altre che dovrebbero seguire a ruota. Ieri i dipendenti delle Camere di commercio hanno protestato in piazza a Roma ma il governo sembra intenzionato a tirare dritto.
Il governo è pronto poi a dare parere favorevole all'emendamento sul pensionamento dei professori "i cd. quota 96 della scuola", i 4 mila docenti rimasti incastrati per errore nella riforma Fornero. Novità sono in arrivo anche per la mobilità obbligatoria fino a cinquanta chilometri, che vedrà esentate le mamme con figli fino a tre anni e i lavoratori che hanno a carico portatori di handicap. Via libera anche ad un emendamento che permette il demansionamento degli statali, ma per un solo livello. Ieri sono stati approvati anche emendamenti che allargano anche alla Banca d'Italia e all'Ivass le nonne sulle incompatibilità che vietano di passare da un'Authority all'altra dopo la cessazione dell'incarico e di lavorare con aziende sottoposte a controllo. Verso un ammorbidimento anche sul taglio dei compensi agli avvocati di Stato.
La discussione dell'Aula sul provvedimento è tuttavia slittata al 28 luglio secondo quanto annunciato dal Vicepresidente dell'Assemblea Luigi Di Maio.
Zedde
Pistelli, Missione Compiuta Meriam arrivata a Ciampino
Riforma Pa, negli enti pubblici turnover piu' elevato
L’articolo 3 del decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione contiene nuove disposizioni in materia di limitazioni al turn over nelle P.A. Kamsin L'obiettivo del governo è quello di allentare i vincoli imposti dalla precedente disciplina rimodulando le limitazioni al turn over per determinate amministrazioni dello Stato (enti di ricerca ed enti territoriali) per il quinquiennio 2014-2018. Oggi, com'è noto, gli enti pubblici possono infatti assumere soltanto una quota limitata di nuovi dipendenti (il 20%) in rapporto ai lavoratori anziani che ogni anno si mettono in pensione.
Vediamo in dettaglio cosa cambia.
Per quanto riguarda le amministrazioni dello Stato il decreto conferma i limiti attuali basati sui risparmi di spesa legati alle cessazioni dell’anno precedente: dal 2015, il tasso di turnover salirà al 40%, nel 2016 arriverà al 60% e nel 2017 all’80%. Dal 2018 in poi, invece, si arriverà al 100% e gli anziani pensionati verranno pienamente sostituiti da giovani neoassunti. Viene tuttavia specificato che la base di calcolo è costituita dal solo personale “di ruolo”, inoltre, il concomitante vincolo relativo alla percentuale di unità cessate nell’anno precedente (c.d. limite capitario) viene eliminato.
In altri termini il governo elimina (dal 2014) il vincolo alle assunzioni relativo alle percentuali di unità lavorative cessate nell’anno precedente, mantenendo il solo criterio basato sui risparmi di spesa legati alla cessazioni di personale (peraltro con riferimento al solo personale di ruolo) avvenute nell’anno precedente.
La nuova disciplina non si applica ai Corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e al comparto Scuola, per i quali viene espressamente fatta salva la (vigente) normativa di settore.
Una analoga rimodulazione delle limitazioni al turn over interessa gli enti di ricerca sempre per il quinquiennio 2014-2018. Nello specifico il dl 90/2014 concede la facoltà, per gli enti di ricerca, la cui spesa per il personale di ruolo del singolo ente non superi l'80% delle proprie entrate correnti complessive (come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente), di procedere, per il biennio 2014-2015, ad assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Tale spesa viene aumentata al 60% nel 2016, all'80% nel 2017 e al 100% a decorrere dal 2018.
Limiti rivisti anche per gli enti territoriali per i quali viene previsto un graduale aumento delle percentuali di turn over, con conseguente incremento delle facoltà di assunzione (60% nel biennio 2014-2015, 80% nel biennio 2016-2017, 100% nel 2018), per il quinquiennio 2014-2018.
La nuova disciplina inoltre ribadisce la non applicazione dei limiti di assunzioni al personale appartenente alle categorie protette ai fini della copertura delle quote d’obbligo.
Zedde
Riforme: si vota ma a rilentoRenzi, ostruzionismo spot per noi
- Roma, 23 lug. - Sono oltre 900 le richieste di voto segreto sottoposte alla presidenza del Senato sul ddl riforme.
Dopo una lunga riunione della Giunta per il regolamento, il presidente Pietro Grasso - che nel pomeriggio e' salito al Colle per un colloquio con Napolitano - ha annunciato in Aula che sara' ammesso lo scrutinio segreto solo per gli emendamenti che riguardano le funzioni delle Camere e le minoranze linguistiche. Detto cio', Grasso ha precisato che il voto segreto "non preclude" il ricorso al cosiddetto 'canguro', ovvero lo strumento che rende possibile "la votazione delle parti comuni degli emendamenti con conseguente effetto preclusivo sugli emendamenti successivi in caso di reiezione".
E dopo lo stallo registrato negli ultimi giorni, finalmente l'Aula si e' apprestata a esprimersi sul primo voto. Ha ostentato ottimismo la ministra Maria Elena Boschi, che ha spiegato di non essere preoccupata per l'allungarsi dei tempi, anche se "speriamo che smettano di fare ostruzionismo per il bene del Paese".
Serenita' che contrasta con le manifestazioni di insofferenza che contemporaneamente si sono alzati dai banchi del Pd nei confronti di Grasso e della sua decisione di ammettere in larga parte il voto segreto.
Ostruzionismo al Senato
Anche il premier Matteo Renzi prima ha ironizzato sulla lentezza dei lavori a palazzo Madama ("Quest'estate lavoreranno in tanti, dai senatori in poi..."), poi ha affermato deciso: "Non c'e' ostacolo che possa fermarci. Possono rallentarci, ma non fermarci. Alla fine di questo percorso l'Italia sara' nelle condizioni di tornare a correre". E ha garantito: "Qui non molla nessuno. Quando hai la forza di milioni di italiani che dicono 'anche se non mi sei simpatico ti voto', quando sei a questo livello, non ci sara' nessun ostacolo in grado di fermarci". Insomma, Renzi non prevede grossi ostacoli sul cammino delle riforme: "Potranno rallentare" l'iter, "potranno fare in modo che si stia ad agosto a lavorare, e non e' un male, potranno rallentare di qualche tempo. Ma non ci fermeranno", ribadisce il premier che derubrica a "scherzetti" le possibilita' che con il voto segreto i detrattori del ddl riforme possano ottenere qualche risultato: i 'frenatori' delle riforme costituzionali potranno "fare qualche scherzetto sul voto segreto al Senato, ma andremo alla Camera e lo cambieremo".
I 'frenatori' sono preoccupati perche' "stiamo riuscendo davvero a fare le riforme". Cosi' Matteo Renzi ai suoi collaboratori, "uno spot migliore non ce lo potevano fare" continua a parlare il presidente del Consiglio riferendosi sempre all'ostruzionismo al ddl Boschi. Per quanto riguarda le 'concessioni' e i 'compromessi' ventilati da qualcuno, il premier ai suoi ricorda che il quadro delle riforme deve essere 'unitario' e 'condiviso'.
Intanto, i deu relatori, Finocchiaro e Calderoli, tentano una mediazione su alcuni ritocchi, tra cui i referendum e l'elezione del Capo dello Stato.
Ma la spinta piu' forte verso lo sblocco della situazione viene alla fine dal Quirinale. Napolitano riceve Vendola e i vertici di Sel, poi lo stesso Grasso. Alla fine della giornata una nota ufficiosa spiega: Napolitano ha "grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale".
Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi