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Tensione in Senato sulle riforme Boschi, no rinvio andiamo avanti
- Roma, 24 lug. - Sono stati sospesi i lavori per il voto degli emendamenti sul ddl riforme nell'Aula del Senato ed e' stata convocata d'urgenza la capigruppo dal presidente Piero Grasso. Poco prima della sospensione il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, rispondendo ai cronisti a Palazzo Madama, esclude la possibilita' di un rinvio a settembre: "No, noi andiamo avanti, non e' serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignita' anche di questa istituzione. Ora vediamo...". Anche se ribadisce che "il governo e' disponibile ad approfondire alcune questioni purche' non stravolgano l'impianto del testo" ribadendo che ad esempio "il Senato elettivo non si tocca perche' e' la base di tutta la riforma". Poi aggiunge il ministro Boschi che o vengono ritirare gli emendamenti o si va avanti cosi'. Intanto continuera' nel pomeriggio la conferenza dei capigruppo del senato. Il senatore Vincenzo D'Anna , vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Liberta', intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama attacca il governo. "Renzi mistifica il problema che non e' la salvaguardia delle prebende dovute ai senatori, ma quello della salvaguardia del diritto degli italiani a scegliere i parlamentari. Dimettiamoci e sciogliamo noi il Senato oppure abbia il coraggio 'madame Verdurin' di proporre la soppressione di ogni emolumento ai parlamentari, ivi compreso quello del presidente del Consiglio". "Sono stato deputato per due anni e mezzo - ha aggiunto -, ho sentito i Franceschini, i Fassino, i Di Pietro invocare la liberta' e la democrazia contro il caimano, lo psiconano, il pericolo per la democrazia, impersonato da Silvio Berlusconi, all'epoca fonte di ogni sfacelo che era accaduto o poteva accadere. Ma, chiedo ai colleghi del Pd, avete subito una trasformazione genetica? Siete stati investiti da radiazioni? Siete una mutazione politica e biologica al tempo stesso di quelle persone? Voi assistete inermi a un tentativo, per mero scopo partitico, di sopprimere un elementare diritto che e' quello degli elettori di scegliersi deputati e senatori perche' questa volta vi conviene", ha concluso. Una dichiarazione arriva anche da Nunzia de Girolamo capogruppo di Ncd alla Camera. "Numquam quiescere: le riforme costituzionali sono il solo antidoto per tornare ad essere competitivi nel mondo. Noi, cosi' come gia' fatto nelle rispettive commissioni, continueremo a batterci affinche' il pacchetto di misure varato dal governo abbia una ricaduta positiva sul tessuto economico del Paese. Agiremo nell'esclusivo interesse dei cittadini, chi si ferma e' perduto". .
Ripreso esame riforme al Senato, M5S continua ostruzionismo
Pensioni Quota 96, slitta al 28 luglio la discussione alla Camera
Negli emendamenti al decreto legge sulla Pubblica amministrazione, presentati dal governo nella commissione Affari costituzionali della Camera, arriva il piccolo sconto in favore delle Camere di Commercio: nel 2015 il taglio dei contributi versati dalle imprese scende dal 50 al 40%, ma dall’anno successivo ritorna al 50%. Kamsin In ogni caso gli enti camerali scenderanno da 105 a 60, con tredici sezioni regionali che hanno già deliberato gli accorpamenti e le altre che dovrebbero seguire a ruota. Ieri i dipendenti delle Camere di commercio hanno protestato in piazza a Roma ma il governo sembra intenzionato a tirare dritto.
Il governo è pronto poi a dare parere favorevole all'emendamento sul pensionamento dei professori "i cd. quota 96 della scuola", i 4 mila docenti rimasti incastrati per errore nella riforma Fornero. Novità sono in arrivo anche per la mobilità obbligatoria fino a cinquanta chilometri, che vedrà esentate le mamme con figli fino a tre anni e i lavoratori che hanno a carico portatori di handicap. Via libera anche ad un emendamento che permette il demansionamento degli statali, ma per un solo livello. Ieri sono stati approvati anche emendamenti che allargano anche alla Banca d'Italia e all'Ivass le nonne sulle incompatibilità che vietano di passare da un'Authority all'altra dopo la cessazione dell'incarico e di lavorare con aziende sottoposte a controllo. Verso un ammorbidimento anche sul taglio dei compensi agli avvocati di Stato.
La discussione dell'Aula sul provvedimento è tuttavia slittata al 28 luglio secondo quanto annunciato dal Vicepresidente dell'Assemblea Luigi Di Maio.
Zedde
Pistelli, Missione Compiuta Meriam arrivata a Ciampino
Riforma Pa, negli enti pubblici turnover piu' elevato
L’articolo 3 del decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione contiene nuove disposizioni in materia di limitazioni al turn over nelle P.A. Kamsin L'obiettivo del governo è quello di allentare i vincoli imposti dalla precedente disciplina rimodulando le limitazioni al turn over per determinate amministrazioni dello Stato (enti di ricerca ed enti territoriali) per il quinquiennio 2014-2018. Oggi, com'è noto, gli enti pubblici possono infatti assumere soltanto una quota limitata di nuovi dipendenti (il 20%) in rapporto ai lavoratori anziani che ogni anno si mettono in pensione.
Vediamo in dettaglio cosa cambia.
Per quanto riguarda le amministrazioni dello Stato il decreto conferma i limiti attuali basati sui risparmi di spesa legati alle cessazioni dell’anno precedente: dal 2015, il tasso di turnover salirà al 40%, nel 2016 arriverà al 60% e nel 2017 all’80%. Dal 2018 in poi, invece, si arriverà al 100% e gli anziani pensionati verranno pienamente sostituiti da giovani neoassunti. Viene tuttavia specificato che la base di calcolo è costituita dal solo personale “di ruolo”, inoltre, il concomitante vincolo relativo alla percentuale di unità cessate nell’anno precedente (c.d. limite capitario) viene eliminato.
In altri termini il governo elimina (dal 2014) il vincolo alle assunzioni relativo alle percentuali di unità lavorative cessate nell’anno precedente, mantenendo il solo criterio basato sui risparmi di spesa legati alla cessazioni di personale (peraltro con riferimento al solo personale di ruolo) avvenute nell’anno precedente.
La nuova disciplina non si applica ai Corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e al comparto Scuola, per i quali viene espressamente fatta salva la (vigente) normativa di settore.
Una analoga rimodulazione delle limitazioni al turn over interessa gli enti di ricerca sempre per il quinquiennio 2014-2018. Nello specifico il dl 90/2014 concede la facoltà, per gli enti di ricerca, la cui spesa per il personale di ruolo del singolo ente non superi l'80% delle proprie entrate correnti complessive (come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente), di procedere, per il biennio 2014-2015, ad assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Tale spesa viene aumentata al 60% nel 2016, all'80% nel 2017 e al 100% a decorrere dal 2018.
Limiti rivisti anche per gli enti territoriali per i quali viene previsto un graduale aumento delle percentuali di turn over, con conseguente incremento delle facoltà di assunzione (60% nel biennio 2014-2015, 80% nel biennio 2016-2017, 100% nel 2018), per il quinquiennio 2014-2018.
La nuova disciplina inoltre ribadisce la non applicazione dei limiti di assunzioni al personale appartenente alle categorie protette ai fini della copertura delle quote d’obbligo.
Zedde
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Riforme: si vota ma a rilentoRenzi, ostruzionismo spot per noi
- Roma, 23 lug. - Sono oltre 900 le richieste di voto segreto sottoposte alla presidenza del Senato sul ddl riforme.
Dopo una lunga riunione della Giunta per il regolamento, il presidente Pietro Grasso - che nel pomeriggio e' salito al Colle per un colloquio con Napolitano - ha annunciato in Aula che sara' ammesso lo scrutinio segreto solo per gli emendamenti che riguardano le funzioni delle Camere e le minoranze linguistiche. Detto cio', Grasso ha precisato che il voto segreto "non preclude" il ricorso al cosiddetto 'canguro', ovvero lo strumento che rende possibile "la votazione delle parti comuni degli emendamenti con conseguente effetto preclusivo sugli emendamenti successivi in caso di reiezione".
E dopo lo stallo registrato negli ultimi giorni, finalmente l'Aula si e' apprestata a esprimersi sul primo voto. Ha ostentato ottimismo la ministra Maria Elena Boschi, che ha spiegato di non essere preoccupata per l'allungarsi dei tempi, anche se "speriamo che smettano di fare ostruzionismo per il bene del Paese".
Serenita' che contrasta con le manifestazioni di insofferenza che contemporaneamente si sono alzati dai banchi del Pd nei confronti di Grasso e della sua decisione di ammettere in larga parte il voto segreto.
Ostruzionismo al Senato
Anche il premier Matteo Renzi prima ha ironizzato sulla lentezza dei lavori a palazzo Madama ("Quest'estate lavoreranno in tanti, dai senatori in poi..."), poi ha affermato deciso: "Non c'e' ostacolo che possa fermarci. Possono rallentarci, ma non fermarci. Alla fine di questo percorso l'Italia sara' nelle condizioni di tornare a correre". E ha garantito: "Qui non molla nessuno. Quando hai la forza di milioni di italiani che dicono 'anche se non mi sei simpatico ti voto', quando sei a questo livello, non ci sara' nessun ostacolo in grado di fermarci". Insomma, Renzi non prevede grossi ostacoli sul cammino delle riforme: "Potranno rallentare" l'iter, "potranno fare in modo che si stia ad agosto a lavorare, e non e' un male, potranno rallentare di qualche tempo. Ma non ci fermeranno", ribadisce il premier che derubrica a "scherzetti" le possibilita' che con il voto segreto i detrattori del ddl riforme possano ottenere qualche risultato: i 'frenatori' delle riforme costituzionali potranno "fare qualche scherzetto sul voto segreto al Senato, ma andremo alla Camera e lo cambieremo".
I 'frenatori' sono preoccupati perche' "stiamo riuscendo davvero a fare le riforme". Cosi' Matteo Renzi ai suoi collaboratori, "uno spot migliore non ce lo potevano fare" continua a parlare il presidente del Consiglio riferendosi sempre all'ostruzionismo al ddl Boschi. Per quanto riguarda le 'concessioni' e i 'compromessi' ventilati da qualcuno, il premier ai suoi ricorda che il quadro delle riforme deve essere 'unitario' e 'condiviso'.
Intanto, i deu relatori, Finocchiaro e Calderoli, tentano una mediazione su alcuni ritocchi, tra cui i referendum e l'elezione del Capo dello Stato.
Ma la spinta piu' forte verso lo sblocco della situazione viene alla fine dal Quirinale. Napolitano riceve Vendola e i vertici di Sel, poi lo stesso Grasso. Alla fine della giornata una nota ufficiosa spiega: Napolitano ha "grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale".
Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi
Riforme: si vota ma a rilento Ostruzionismo al Senato
- Roma, 23 lug. - L'Aula del Senato ha sospeso nel tardo pomeriggio le attivita' di voto del ddl Boschi. I lavori si sono svolti molto lentamente infatti nel corso della prima seduta sono stati votati solo tre emendamenti su 8000. L'Aula di palazzo Madama tornera' ad occuparsi delle riforme domani mattina, alle 9,30.
Dopo oltre un'ora di dibattito e' stato votato e bocciato (con 262 no e 14 si') il primo emendamento che chiedeva di abolire le circoscrizione degli italiani eletti all'estero. L'emendamento era stato presentato dai dissidenti di FI e Gal, Minzolini, Milo e altri. C'e' voluto molto tempo per passare alla votazione a causa dell'ostruzionismo di alcuni senatori M5S che sono intervenuti in dissenso per prendere tempo. A Felice Casson (Pd) che ha lamentato la decisione di Grasso di concedere solo un minuto di tempo ai senatori che parlano in dissenso dal proprio gruppo, il presidente del Senato ha replicato: "Spetta al presidente l'armonizzazione dei tempi quando non c'e' il contingentamento".
E' poi intervenuto il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, per sottolineare l'impossibilita' ad andare avanti con questi ritmi: "vorrei far notare all'Aula che stiamo discutendo da un'ora e mezza e abbiamo votato un solo emendamento e Grasso poco fa aveva fatto cenno ai poteri di coordinamento della presidenza (sui tempi). Oppure - conclude Zanda - dobbiamo procedere a questi ritmi? Francamente mi sembra ci stia indicando molto sul nostro futuro...".
Subito dopo prende la parola Pier Ferdinando Casini, che si associa, seppur con parole piu' forti, alla 'protesta' del capogruppo Pd. Parole, quelle dell'esponente Udc, che suscitano la reazione dei grillini e del senatore azzurro Domenico Scilipoti, piu' volte ripreso dal presidente di turno, Maurizio Gasparri. Casini ha affermato: "Credo sia chiaro a tutti che tra i poteri della presidenza esiste la capacita' e necessita' di garantire all'opposizione il diritto pieno di espressione e alla maggioranza, che non puo' avere meno diritti dell'opposizione, la possibilita' di portare in votazione il prodotto legislativo che ritiene prioritario per il paese". Per Casini, quanto sta avvenendo in Aula "e' la dimostrazione piu' palese dell'incapacita' di questa istituzione di riformare se stessa e pertanto questa forma cosi' sbracata di ostruzionismo e' il piu' grande regalo a chi vuole dimostrare che questa istituzione non fa il suo dovere e questo apparira' chiaro agli occhi degli italiani. Se siete impegnati in un atto di autolesionismo", dice Casini rivolgendosi ai grillini, va bene ma cosi' non e' democrazia, e' anarchia".
Immediata e' stata la reazione piccata dei grillini, ma il piu' agguerrito e'stato Scilipoti, che si e' alzato in piedi. Viene ripreso dal presidente di turno, che si rivolge al capogruppo Romani: "ci aiuti a sedare il senatore Scilipoti". Infine ha replicato a Zanda e Casini: "Grasso e' stato chiaro, l'orientamento in capigruppo e' stato di ampliare i tempi della discussione con un calendario impegnativo proprio per l'importanza dell'argomento ed e' un modo per non comprimere i diritti di nessuno e non usare strumentalmente l'ampiamento della discussione".
"Il capogruppo del Pd Luigi Zanda si lamenta perche' ci e' voluta piu' di un'ora per votare un solo emendamento. A lui e a tutto il suo gruppo rispondiamo: e' la democrazia, bellezza! Non si puo' essere insofferenti nei confronti delle regole parlamentari, che garantiscono la possibilita' di discutere ed esaminare il testo con l'attenzione e la calma che merita una riforma costituzionale. Ma il Pd scalpita perche' e' allergico a queste regole o solo perche' ha voglia di andarsene in ferie?". E' quanto ha affermato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Vito Petrocelli.
Sulla questione dei tempi lunghi e dell'ostruzionismo e' intervenuto anche il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi: "e' bene rilevare l'ostruzionismo in atto affinche' si cominci a riflettere sui modi entro i quali questa legittima pratica si esprima, va consentita ma entro certi limiti perche' l'assemblea del Senato deve essere posta nella condizione di deliberare".
In disaccordo e' intervenuto Vincenzo D'Anna, di Gal, che ha proposto: "si riuniscano i capigruppo e chiedano agli autori degli emendamenti di rivedere" la loro posizione con il ritiro di alcune richieste di modifica. Poi, pero', D'Anna si e'scagliato contro la 'minaccia' di dimezzare i tempi di discussione: "Aleggia la parola ghigliottina, il discorso e' 'attenti a voi che tagliamo i tempi perche' state dando fastidio'. Ma noi non desisteremo, perche' noi non stiamo difendendo i nostri augusti deretani ma un principio abbastanza marginale, che si chiama diritto del popolo italiano a scegliersi i parlamentari. Non stiamo discutendo delle prebende. Andate di fretta perche' la tempistica presuppone le elezioni anticipate - prosegue il senatore di Gal rivolgendosi alla maggioranza - Voi state facendo peggio della legge Acerbo, volete il potere con il 25% dei voti. Se lo avesse proposto Berlusconi molti degli insofferenti sarebbero li' con le mutande viola a rompere le scatole", conclude D'Anna.
Dopo la lunga discussione, l'ostruzionismo, gli interventi sull'ordine dei lavori e le proteste dei favorevoli a un'ampia discussione e quelli contrari a che i tempi si allunghino troppo, l'Aula del Senato si e' espressa sul secondo emendamento al primo articolo del ddl riforme, bocciandolo.
Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi
Interpellate sull'incontro tra il Capo dello Stato ed il Presidente del Senato Grasso, fonti del Colle fanno sapere che il Presidente Grasso ha illustrato l'andamento dei lavori a Palazzo Madama sulle leggi di riforma costituzionale, mettendo in luce le gravi difficolta' rappresentate da un ostruzionismo esasperato, tradottosi in un numero abnorme di emendamenti. Il Presidente della Repubblica ha insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio ed alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforme essenziale ai fini di una rinnovata funzionalita' del sistema istituzionale. .
Riforme: Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi
Giustizia: iniziate votazioni per membri del Csm e della Consulta
Riforme: battaglia sul voto segreto, Renzi Non ci fermeranno
- Roma, 23 lug. - Sono oltre 900 le richieste di voto segreto sottoposte alla presidenza del Senato sul ddl riforme. Dopo una lunga riunione della Giunta per il regolamento, il presidente Pietro Grasso - che nel pomeriggio sale al Colle per un colloquio con Napolitano - annuncia in Aula che sara' ammesso lo scrutinio segreto solo per gli emendamenti che riguardano le funzioni delle Camere e le minoranze linguistiche.
Detto cio', Grasso precisa che il voto segreto "non preclude" il ricorso al cosiddetto 'canguro', ovvero lo strumento che rende possibile "la votazione delle parti comuni degli emendamenti con conseguente effetto preclusivo sugli emendamenti successivi in caso di reiezione". E dopo lo stallo registrato negli ultimi giorni, finalmente l'Aula si appresta a esprimersi sul primo voto.
Ostenta ottimismo la ministra Maria Elena Boschi, che spiega di non essere preoccupata per l'allungarsi dei tempi, anche se "speriamo che smettano di fare ostruzionismo per il bene del Paese". Anche il premier Matteo Renzi torna a minimizzare i problemi che si registrano al Senato, con le barricate innalzate da grillini e Sel - questi ultimi autori della maggior parte degli emendamenti presentati al testo del ddl - e con le fibrillazioni interne a Pd e FI.
Il presidente del Consiglio, presente oggi all'inaugurazione dell'autostrada Brebemi, prima ironizza sulla lentezza dei lavori a palazzo Madama ("Quest'estate lavoreranno in tanti, dai senatori in poi..."), poi afferma deciso: "Non c'e' ostacolo che possa fermarci. Possono rallentarci, ma non fermarci. Alla fine di questo percorso l'Italia sara' nelle condizioni di tornare a correre". E garantisce: "Qui non molla nessuno. Quando hai la forza di milioni di italiani che dicono 'anche se non mi sei simpatico ti voto', quando sei a questo livello, non ci sara' nessun ostacolo in grado di fermarci".
Insomma, Renzi non prevede grossi ostacoli sul cammino delle riforme: "Potranno rallentare" l'iter, "potranno fare in modo che si stia ad agosto a lavorare, e non e' un male, potranno rallentare di qualche tempo. Ma non ci fermeranno", ribadisce il premier che derubrica a "scherzetti" le possibilita' che con il voto segreto i detrattori del ddl riforme possano ottenere qualche risultato: i 'frenatori' delle riforme costituzionali potranno "fare qualche scherzetto sul voto segreto al Senato, ma andremo alla Camera e lo cambieremo". Intanto, i deu relatori, Finocchiaro e Calderoli, tentano una mediazione su alcuni ritocchi, tra cui i referendum e l'elezione del Capo dello Stato.