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Esodati, Damiano chiede un vertice immediato al governo
Serve al piu’ presto un vertice tra i partiti di maggioranza e il governo per individuare immediatamente le soluzioni”. Lo dice il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano interpellato sul tema degli esodati. {div class:article-banner-left}{/div} La richiesta di un incontro governo-maggioranza, spiega Damiano, e’ generata dalla consapevolezza della “delicatezza del tema degli esodati, che deve essere affrontato – spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera – perche’ il contesto e’ ormai esplosivo” e dalla consapevolezza della “brevita’ dei tempi”, considerando che il 23 giugno in Aula alla Camera sara’ in discussione la proposta di legge della commissione Lavoro sul tema.
La proposta, come è stato anticipato dalle pagine di questo giornale nei giorni scorsi, è volta ad estendere la salvaguardia in favore dei lavoratori che fruiscono della mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati entro il 2011 che maturino i requisiti per la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità; gli autorizzati ai volontari che abbiano presentato domanda entro il 31 gennaio 2012 che maturino la decorrenza del trattamento entro il 2018; i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro (unilateralmente o con accordi) che maturano il requisito per la pensione entro il 6 dicembre 2014.
Modifiche importanti interessano anche i lavoratori precoci, l'opzione donna e i lavoratori autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007.
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Lavoratori Precoci, una luce in fondo al tunnel
I Lavoratori precoci potranno utilizzare tutta la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata ai fini di escludere le penalità per l'accesso alla pensione anticipata sino al 31.12.2017. E' quanto prevede il disegno di legge AC 224 e abbinate (meglio noto come proposta Damiano) che sarà in discussione dal prossimo 23 Giugno alla Camera dei Deputati.
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La proposta riaccende quindi le speranze sul problema delle penalizzazioni per quei lavoratori che vanno in pensione anticipata prima del compimento dei 62 anni di età.
Com'è noto, attualmente per tali soggetti è in vigore una deroga temporanea, contenuta nell'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 che subordina la "sterilizzazione" delle penalità solo a determinate condizioni. La norma citata è stata approvata subito dopo l'entrata in vigore della Riforma Fornero per venire incontro alla categoria dei lavoratori precoci, cioè di coloro che, avendo iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età, hanno raggiunto i requisiti contributivi per uscire con la pensione anticipata ad un'età anagrafica tutto sommato bassa, inferiore a 60 anni. Lavoratori che, in assenza di un intervento, si sarebbero visti decurtare l'assegno anche di oltre il 10%.
La regola attualmente in vigore tuttavia è molto complessa in quanto dispone che la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici non si applica, anche se non sono stati raggiunti i 62 anni di età, a coloro che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017, a condizione che tale anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria.
La legge 125/2013 di conversione del decreto legge n. 101 del 31 agosto 2013 (in vigore dal 31 ottobre 2013) ha di recente allungato tale elenco ricomprendendo la contribuzione figurativa derivante da astensione dal lavoro per la donazione di sangue e di emocomponenti, come previsto dall'articolo 8, comma 1, della legge n. 219 del 21 ottobre 2005; quella attribuita dalla fruizione dei congedi parentali di maternità e paternità stabiliti dal Testo unico di cui al decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 e dalla fruizione dei congedi e permessi per handicap ai sensi dell'articolo 33 della legge 104/1992.
La regola in pratica sta costringendo i lavoratori precoci ad una estenuante verifica dei contributi versati al fine di valutare quali periodi di contribuzione, accreditati nella vita lavorativa, siano o meno validi al fine di escludere le penalità. L'elenco infatti è tassativo e dunque chi ha, ad esempio, contributi figurativi da disoccupazione indennizzata o maggiorazioni legate all'invalidità o all'amianto si trova costretto a non poter lasciare il posto di lavoro se non al prezzo di una pesante decurtazione dell'assegno.
Ora la proposta di legge potrebbe venire in soccorso anche dei lavoratori precoci con una semplice modifica all'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 attraverso la quale verrebbe precisato che ai fini di escludere le predette penalità è valida tutta la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata. Quanto basta per consentire l'uscita senza alcuna penalità sino al 31 Dicembre 2017 di tutti quei lavoratori che non avessero ancora compiuto i 62 anni. Sarebbe tuttavia opportuno che il legislatore regolasse anche i casi in cui tali penalità fossero già state applicate chiarendo se i lavoratori avranno diritto alla restituzione delle somme.
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Cottarelli insiste: spegnere le luci delle citta' per risparmiare
- Roma, 11 giu. - Troppi sprechi di risorse anche nell'illuminazione pubblica: il commissario alla spending review Carlo Cottarelli invita ad avere "un po' di coraggio" e di "smettere di avere paura del buio". Nel suo blog, Cottarelli spiega che spegnere luci non necessarie farebbe ottenere subito risparmi "non trascurabili" e nell'ordine di 100-200 milioni l'anno. Anche se, riconosce, "il grosso dei risparmi richiede investimenti" che lui individua come possibili anche attraverso forme di partenariato pubblico privato che evitino l'esborso immediato di risorse da parte del settore pubblico. Non solo, il commissario ricorda che c'e' anche la possibilita' di mobilizzare fondi europei per finalita' di efficientamento energetico. Cottarelli osserva che l'Italia appare molto piu' luminosa anche nelle immagini del satellite e che, numeri alla mano, il consumo annuo pro capite per l'illuminazione pubblica e' di 107 kWh, piu' del doppio della Germania e della Gran Bretagna e un terzo in piu' della Francia. A Berlino, gli abitanti per punti luce sono 15,6, a Milano 9,4 e cio' ovviamente "comporta uno spreco di debnaro pubblico". Alle obiezioni secondo cui la conseguenza di una minore illuminazione sarebbe una minura sicurezza per chi rientra a casa, Cottarelli fa notare che "nessuno propone di spegnere le luci urbane: si puo' invece risparmiare fino a un miliardo per anno rimpiazzando punti luce che disperdono la luce verso l'alto, eliminando l'illuminazione eccessiva, utilizzando tecnologie LED, e riducendo l'illuminazione di strade a scorrimento veloce, di aree ad uso industriale o artigianale e di zone urbanizzate non edificate". .