Imu, Tasse ridotte del 50% per le Case in Comodato ai figli
Nella legge di stabilità c'è un emendamento che estende la possibilità di concedere in comodato l'immobile dai genitori ai figli (o viceversa) fruendo di una riduzione del 50% delle imposte comunali.
E' richiesto anche che il comodante non possieda altri immobili in Italia ma, a differenza della prima versione del provvedimento uscito da Palazzo Madama, questo vincolo viene temperato comunque dalla possibilità di conseguire il beneficio anche nel caso in cui il comodante, oltre all’immobile concesso in comodato, possieda nello stesso comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale (purchè non di lusso). L'obiettivo di questa modifica - ricordano i firmatari dell'emedamento - è consentire ai genitori di concedere in comodato gratuito ai figli un eventuale secondo immobile che possiedono nello stesso comune di residenza pagando la metà dell'imposta Imu e Tasi stabilita dal Comune sull'immobile dato in comodato. "Una modifica opportuna dato che la prima versione del testo uscito dal Senato a metà novembre rendeva praticamente impossibile per il comodante concedere l'appartamento beneficiando dell'esenzione dall'imposta comunale a meno di andare a vivere in affitto o all'estero".
La ratio della norma dovrebbe essere quindi di consentire al genitore che possiede due immobili nello stesso comune di cederne uno in comodato ai figli (ottenendo l'abbattimento fiscale del 50% sulle imposte comunali) mantenendo comunque nell'altro immobile la propria residenza. In realtà il perimetro per poter accedere allo sconto è molto stretto perchè basta possedere il secondo immobile in un comune diverso da quello di residenza - il caso classico della seconda casa al mare - per perdere del tutto il beneficio fiscale. Niente beneficio anche per coloro che possiedono in tutto 3 o più immobili nello stesso comune dato che la norma limita il vantaggio solo a condizione che si sia proprietari di un altro immobile, in tutto quindi due, nello stesso comune (anche se qui occorrerà una conferma ministeriale).
Resta inteso che per avere diritto all'agevolazione il comodatario deve adibire l'immobile ricevuto in comodato ad abitazione principale. Con la riscrittura delle regole salta comunque l'agevolazione attuale che consente ai Comuni la possibilità di assimilare all’abitazione principale le case concesse in comodato a figli e genitori purché l’Isee famigliare del comodatario non superi i 15mila euro, oppure per le quote di rendita fino a 500 euro. In sostanza se sino al 2015 alcuni contribuenti sono stati esentati, in virtu' delle delibere comunali, dal pagamento delle imposte, dal 2016 tutti gli immobili in comodato saranno chiamati a versare Imu e Tasi; al massimo, i più fortunati saranno chiamati a pagare un contributo ridotto del 50% rispetto alle aliquote standard.