Isee, Salgono a quota 4,6 milioni le famiglie che hanno presentato la dichiarazione
I dati sono stati diffusi oggi dal Ministero del Lavoro dopo la riforma dell'Isee entrata in vigore dal 2015. Le DSU presentate sono salite del 6% rispetto all'anno scorso.
Dal punto di vista territoriale, è il Mezzogiorno l'area in cui si presentano relativamente più dichiarazioni, con quasi una persona su tre coperta da Isee (30,4%), mentre nel Nord ci si colloca su valori prossimi a una su cinque (18,1%) e nel Centro sulla media nazionale (23,3%). Rispetto al passato, però, la distribuzione territoriale è molto più omogenea. L'Isee medio nella popolazione è di circa 11 mila euro, quello mediano (il valore cioè che separa la metà più povera delle famiglie da quella più ricca) molto più basso, circa 7 mila 700 euro.
Dai dati, spiega Giuliano Poletti "si conferma la buona capacità del sistema Isee di assorbimento delle nuove procedure. Ricordiamo che accanto a un Isee profondamente riformato, è cambiato anche il modo in cui si richiede l’indicatore. Non più sulla base di informazioni tutte autocertificate, ma con la “post-compilazione” della dichiarazione da parte di Inps mediante rilevazione automatica delle informazioni nei propri archivi e in quelli dell’Agenzia delle entrate".
Notevoli sono le differenze territoriali: ad esempio, oltre due su tre degli ISEE rilasciati nel Mezzogiorno è inferiore a 10mila euro, quota che nel Centro-Nord scende a poco più che la metà. Ancora maggiori le differenze tra grandi città: a Firenze la mediana è di 11.700 euro, a Catania e Palermo intorno ai 4 mila euro.
Molto diverso anche il quadro se osservato per "sottopopolazioni": la media dell'ISEE nelle famiglie con minorenni è di poco più di 9.500 euro, valore che sale ad oltre 20.600 euro nel caso di nuclei con universitari, mentre scende a meno di 8.700 euro nel caso nel nucleo vi siano persone con disabilità (in metà dei casi si tratta di anziani). Si evidenzia, infine, che nel Report 2016 viene per la prima volta presentato un esercizio di natura "longitudinale", che consiste nel seguire nel tempo le famiglie che avevano presentato l'ISEE sia prima sia dopo la riforma. In questo modo è possibile stimare in maniera più rigorosa l'effetto "emersione" ottenuto con il nuovo sistema dei controlli implementato in occasione della riforma e che precedentemente era stato commentato con riferimento in particolare al patrimonio mobiliare (conti correnti, titoli, ecc.), osservando il calo delle dichiarazioni a patrimonio nullo (da circa il 70% prima della riforma a meno del 7% nel 2016). Ebbene, selezionando le famiglie con ISEE sia prima che dopo la riforma, emerge che nell'ISEE di tali nuclei il valore del patrimonio mobiliare dichiarato è cresciuto in media di 7.400 euro e, in un caso su 10, di oltre 20mila euro.