Pensioni ai Superstiti, L’Inps avvia le verifiche reddituali
Coinvolti nelle operazioni i pensionati appartenenti al regime pubblico (Ex-Inpdap). Per la prima volta, l'Inps ha applicato la sentenza della Corte costituzionale 162/2022, che limita la decurtazione della pensione all'importo di maggiore reddito.
Al via i controlli sui pensionati appartenenti al regime pubblico (Ex-Inpdap) titolari di pensione ai superstiti. L'istituto, infatti, sulla rata del corrente mese di maggio, sta verificando le posizioni reddituali dei cittadini beneficiari di pensione ai superstiti relativa all'anno 2020, fissando il recupero di eventuali indebiti a partire dal prossimo mese di agosto. La verifica è avvenuta dall'incrocio dei dati dell'agenzia delle entrate. Lo rende noto l’Inps nel messaggio 1710/2023 pubblicato l’altro giorno.
Verifiche incrociate
I controlli hanno interessato soltanto le situazioni reddituali degli aventi diritto alla “pensione ai superstiti”, appartenenti al regime pubblico, acquisendo a tal fine le informazioni trasmesse dall'agenzia delle entrate (c.d. redditi influenti), nonché le altre informazioni inclusi i redditi di pensione presenti nel casellario centrale dei pensionati.
Le verifiche, spiega l’ente di previdenza, sono state operate sulla rata di maggio 2023 sulla base dei redditi relativi alle dichiarazioni 730/CU/Redditi 2020 (anno 2019) e del casellario centrale degli anni 2019 e 2020. E tenendo conto, tra l'altro, anche della novità della sentenza 162/2022 della corte costituzionale, la quale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 1, comma 41, della legge 335/1995, nella parte in cui, nell'ipotesi di cumulo della pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi del beneficiario, non prevede che la decurtazione effettiva della pensione non possa essere fatta in misura superiore alla concorrenza degli stessi redditi.
Qualora dalla verifica sia risultato che la pensione ai superstiti è stata corrisposta in misura superiore a quella spettante, il recupero dell'indebito è stato impostato a partire della rata di pensione del mese di agosto 2023.
Il recupero
Il documento spiega che, come previsto dalla legge, il recupero degli indebiti avviene con trattenute di un quinto dell'importo complessivo della pensione, comprensiva d'indennità integrativa speciale, al netto dell'Irpef e in un massimo di 60 rate. Nei casi in cui la pensione interessata dal debito non sia sufficiente e il pensionato sia titolare anche di altra pensione diretta di gestione pubblica, l'importo residuo è automaticamente recuperato anche su tale trattamento. Il recupero dell'eventuale residuo avverrà con emissioni di avviso di pagamento pagoPa o con trattenuta su pensione della gestione privata, ferma la possibilità per la sede Inps di convocare il pensionato per concordarne le modalità.
Debito e relative modalità di recupero vengono notificati agli interessati con comunicazione ad hoc. Entro 30 giorni, il pensionato può contattare l'Inps per produrre ogni documentazione utile all'eventuale rettifica della situazione accertata.