Al via i corsi di formazione per i beneficiari dell’Iscro, ma non c’è nessun obbligo
Definite le regole per l'accesso ai percorsi di aggiornamento professionale legati all’Iscro, la disoccupazione per gli autonomi. In Gazzetta il Decreto del Ministero del Lavoro che stabilisce regole e tempi entro cui deve essere avviato il corso senza però menzionare «obblighi» o «sanzioni» in caso di mancata partecipazione dei beneficiari.
A più di un anno dall’istituzione dell’Iscro, l’ammortizzatore sociale dedicato ai titolari di partita iva iscritti alla Gestione separata, arrivano le indicazioni su come dovrà avvenire la formazione affiancata all’erogazione della prestazione. I criteri li fissa il Decreto del Ministero del Lavoro del 24 marzo 2022 (G.U. n. 22 del 20 aprile 2022) adottato ai sensi dell'articolo 1, co. 400 della legge n. 178/2020.
La disposizione da ultimo richiamata, infatti, prescrive che l'Iscro sia «accompagnata dalla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale». Eppure resta ancora una zona grigia sulla reale portata dell’obbligo dato che né la legge istitutiva né il decreto ministeriale appena pubblicato stabiliscono sanzioni «adeguate» per l’inosservanza da parte dei beneficiari. Tale lettura, del resto, è avvalorata anche dalla Circolare Inps n. 94/2021 che non prevede alcuna «decadenza» dall’Iscro per chi non partecipa.
I percorsi di aggiornamento
Il riconoscimento dell’Iscro è affiancato alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale da parte dei soggetti beneficiari, finalizzati al:
- mantenimento e aggiornamento delle conoscenze, abilità e competenze possedute dal beneficiario ai fini dell’adeguamento ai mutamenti della domanda del settore di mercato di riferimento;
- acquisizione di un livello di conoscenze, abilità e competenze incrementali rispetto a quelle inizialmente possedute, spendibili nel contesto lavorativo di riferimento e in coerenza con il fabbisogno formativo del lavoratore.
Entro 30 giorni dalla domanda sarà necessario contattare il centro per l’impiego per la stipula del patto di servizio o, in alternativa, sarà il CPI a convocare il beneficiario entro il termine di 90 giorni. Si ricorda che per il 2022 le domande per l’Iscro saranno aperte dal 1° maggio al 31 ottobre 2022 (ma solo per coloro che non ne hanno beneficiato già l’anno scorso giacché la prestazione può essere richiesta una sola volta nell’arco del triennio 2021-2023).
La domanda ISCRO equivale alla DID
La presentazione della domanda di Iscro equivale alla dichiarazione di immediata disponibilità (DID) e verrà trasmessa all’ANPAL, che avrà tra le altre cose il compito di monitorare la partecipazione ai percorsi di formazione. Lo prevede l’art. 3, comma 3 del Decreto. Una comunicazione che, solitamente, è prodromica all’accertamento dello stato di disoccupazione, ma che in questo caso servirebbe a permettere l’accesso ai servizi di politiche attive e riqualificazione.
Il ruolo delle Regioni e delle province autonome
Sempre all’ANPAL dovranno essere comunicati le modalità attuative adottate dalle regioni e dalle province autonome per i corsi di formazione. Sono infatti questi Enti locali a definire, nell'ambito della propria offerta formativa, i percorsi di aggiornamento professionale anche mediante accordi con le associazioni professionali, individuando i requisiti per la loro validità. Le regioni e le province autonome, poi renderanno consultabili sui propri portali istituzionali i percorsi di aggiornamento professionale effettivamente disponibili, mettendo a disposizione un'area dedicata per consultare il catalogo e iscriversi alle iniziative di interesse.