Ammortizzatori Sociali, la Cigo copre anche la guerra in Ucraina
Per tutto il 2022 il trattamento ordinario sarà concesso anche a fronte di eventi legati alla crisi in Ucraina, quali la sospensione e la riduzione dell’attività dovute all’impossibilità di concludere accordi o scambi o l’assenza di materie.
Il Ministero del Lavoro risponde alle richieste pervenute da sindacati e aziende in difficoltà a causa della guerra in Ucraina. Per tutto il 2022, le ricadute economiche del conflitto Russo-Ucraino rientrano tra le causali per la cassa integrazione guadagni ordinaria. A stabilirlo è il decreto n. 67/2022 pubblicato ieri dal ministro del lavoro, Andrea Orlando, nella sezione pubblicità legale del sito ministeriale.
Più ampie le causali CIGO
Il provvedimento modifica il Decreto Ministeriale n. 95442 del 15 aprile 2016 che definisce i criteri per l’accesso l’integrazione salariale ordinaria (CIGO) ampliando, seppur temporaneamente, il set di causali che consentono il ricorso all'ammortizzatore sociale. Più precisamente:
- nella fattispecie di «crisi di mercato» è ricompresa la sospensione o riduzione d'attività lavorativa derivante anche dall'impossibilità di concludere accordi o scambi determinata dalle limitazioni conseguenti alla crisi in Ucraina;
- l'ipotesi «mancanza materie prime o componenti» sussiste anche quando sia conseguenza delle difficoltà economiche, non prevedibili, temporanee e non imputabili all'impresa, nel reperimento delle fonti energetiche, funzionali alla trasformazione delle materie prime necessarie per la produzione.
L’onda d’urto della Guerra
Si tratta di una risposta alle richieste delle aziende che tra gli innumerevoli effetti dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, hanno riscontrato, infatti, due principali difficoltà. In primis, l’aumento eccessivo dei costi dell’energia elettrica e del gas, per cui le imprese sono costrette ad interrompere o a limitare fortemente le lavorazioni per non compromettere il loro equilibrio economico.
In seconda battuta, gli effetti diretti e indiretti delle sanzioni imposte da Unione Europea e Stati Uniti al Cremlino in ragione delle quali le aziende che lavorano con la Russia sono costrette a bloccare le spedizioni già pronte con le commesse già acquisite. Insomma con lo stop agli approvvigionamenti dai due Paesi in guerra e con il blocco dell'export verso la Russia per molte aziende il futuro è a rischio.