Assegno Unico, Ecco chi guadagna e chi perde con la riforma
Il nuovo sostegno premierà soprattutto le famiglie numerose e/o con ISEE bassi, gli autonomi e i disoccupati che sino ad oggi non beneficiano degli assegni al nucleo familiare. Risvolti positivi, tuttavia, anche per chi ha redditi molto elevati ed è attualmente privo degli ANF e delle detrazioni per i figli.
Come noto l’assegno unico e universale per i figli (AUUF) è condizionato dall’ISEE del nucleo familiare. A differenza della disciplina precedente, basata sugli ANF e le detrazioni, l'assegno unico tiene conto, quindi, non solo del reddito complessivo del nucleo familiare, ma anche della situazione patrimoniale (autovettura, abitazione, giacenza media dei conti correnti, eccetera) che non sempre rappresentano la ricchezza di una famiglia.
Ad esempio, il soggetto che riceve una proprietà immobiliare in eredità a fronte della quale la famiglia, spesso, deve sostenere costi senza trarne benefici. Di conseguenza, questo fenomeno produce un ISEE alto anche senza redditi cospicui riducendo l'assegno unico rispetto al passato. Da segnalare che anche le giacenze sui conti correnti rilevano ai fini della determinazione della misura dell'assegno unico. I nuclei familiari con redditi più bassi, comunque, sono protetti dalle conseguenze negative tramite una sorta di clausola di salvaguardia (la cd. maggiorazione temporanea) destinata però a cessare i propri effetti dopo il primo triennio (cioè dopo il 28 febbraio 2025).
Chi Guadagna e Chi perde
Nella tabella sottostante la Fondazione Consulenti del Lavoro ha elaborato alcuni esempi che ben rappresentano chi ci guadagna e chi ci perde dalla riforma. In linea generale a parità di situazione reddituale e familiare, l’ISEE più basso rende vantaggioso il passaggio all’Assegno Unico e Universale. Mentre, con un ISEE più alto condizionato ad esempio da immobili di proprietà, si determina un peggioramento sulla situazione rispetto al passato. Per i nuclei con figli disabili i benefici appaiono molto contenuti. Infine, in presenza di redditi medio-alti, con un ISEE superiore a 40.000 euro, con un valore fisso di 50 euro, il sostegno economico è inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza. Ne beneficeranno, invece, i lavoratori autonomi e gli inoccupati che non avevano diritto agli ANF.
I primi due casi, riportati in tabella, analizzano l’impatto dell’ISEE sulla nuova misura: a parità di situazioni reddituali e familiari un ISEE più basso rende vantaggioso il passaggio all'AUUF; un ISEE più alto (condizionato ad esempio dalla presenza di immobili di proprietà) determina un peggioramento rilevante della situazione rispetto al passato. Il terzo caso affronta la situazione di un nucleo familiare con un figlio con disabilità grave, un solo reddito da lavoro e un ISEE inferiore a 25.000 euro (considerato ISEE rappresentativo). Per i soggetti che si trovano in questa situazione il beneficio annuo è assolutamente contenuto.
Il quarto esempio evidenzia come, in presenza di redditi da lavoro medio-alti, ma non cospicui e di un ISEE superiore a 40.000 euro, l’erogazione di un assegno unico con valore fisso di 50 euro determini, per i beneficiari, un sostegno economico decisamente inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza. Invece per i redditi molto alti che in precedenza non determinavano alcun sostegno in termini di ANF e detrazioni, dal 1° marzo 2022 si ha accesso ad un contributo minimo, in ossequio al concetto di universalità introdotto con questo istituto (quinto esempio).
In ultima analisi (sesto esempio) i nuclei familiari con soggetti non coniugati che, sino ad oggi, percepivano l’ANF dichiarando solo il reddito da lavoro dipendente del richiedente e con un ISEE inferiore a 25.000 euro. Con il nuovo Assegno, tali nuclei familiari si vedrebbero ridurre il sostegno per i figli a carico se non fosse per l’applicazione della maggiorazione transitoria, misura introdotta temporaneamente per il triennio 2022-2024, che si riduce di 1/3 per ogni anno successivo al primo.