Buonuscita, Sindacati mobilitati contro la dilazione dei termini di pagamento
L'iniziativa delle sigle sindacali del lavoro pubblico. «Per oltre un decennio», sostengono le sigle, «i dipendenti pubblici hanno subito un ingiusto sequestro delle loro liquidazioni, erogate con modalità differite e rateali, causando ritardi che possono arrivare fino a sette anni»
Le Confederazioni sindacali del lavoro pubblico si mobilitano contro il pagamento differito delle liquidazioni. Cgil, Uil, Cgs, Cse, Cosmed, Cida e Codirp hanno infatti lanciato ieri una petizione (https://chng.it/7sP8sd8YM4) diretta a governo e a parlamento per porre fine alla dilazione del Trattamento di fine servizio (Tfs) e del Trattamento di fine rapporto (Tfr) dei dipendenti pubblici.
«Da più di 10 anni la liquidazione di TFR TFS dei dipendenti pubblici nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale è ingiustamente erogata con modalità differita e rateale con un ritardo che può arrivare anche fino a sette anni.
In tal modo i dipendenti pubblici sono discriminati rispetto ai dipendenti privati. Più volte la Corte Costituzionale ha sollecitato il legislatore a porre rimedio a questa ingiustizia sociale. Particolarmente intollerabile il sequestro della liquidazione per quanti hanno raggiunto la pensione di vecchiaia o il limite ordinamentale per la permanenza al lavoro, specialmente in un periodo di alta inflazione che erode in maniera importante la sua consistenza, aggiungendo danno al danno. Numerosi disegni di legge presentati in questi anni da tutte le forze politiche non hanno avuto esito».
Nonostante i moniti della Corte Costituzionale, aggiungono i sindacati, che nella sentenza n. 130/23 ha dichiarato la trattenuta del Tfs in contrasto con il principio della giusta retribuzione sancito dall'art. 36 della Costituzione, «si continuano a perpetuare trattamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori dipendenti del settore pubblico».