Contratti a termine, solo una multa per chi sfora il tetto del 20%
Si va verso l'introduzione di una sanzione pecuniaria per le imprese che non rispetteranno la soglia del 20% dei contratti precari (sul complesso di quelli a tempo indeterminato), piuttosto che l'inserimento dell'obbligo di assunzione stabile della «quota eccedente» di lavoratori. E torna di nuovo l'altolà alla formazione obbligatoria per apprendisti, erogata dalle regioni, anche perché «il governo sta esaminando la norma, in relazione alla sua correttezza rispetto alla disciplina europea».
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Sono questi i capitoli che saranno al centro dell'esame del Senato, alla Commissione lavoro, punti sui quali secondo il relatore Pietro Ichino (Sc), «su cui c'è l'accordo di maggioranza per la presentazione e l'approvazione di proposte di modifica», insieme a una probabile esenzione dal «tetto» del 20% dei contratti a termine gli enti di ricerca, per la quale l'esecutivo sta cercando una formulazione da inserire nel testo.
E se l'allentamento dei vincoli per le aziende in tema di assunzioni vede in prima linea il Ncd del presidente dell'organismo parlamentare, Maurizio Sacconi, la capogruppo del Pd Annamaria Parente riferisce che i tecnici di palazzo Chigi «stanno valutando il tema dell'offerta formativa pubblica per l'apprendistato», così come introdotta dai deputati in prima lettura, ossia prevedendo che le regioni debbano informare «entro 45 giorni dalla comunicazione di instaurazione del rapporto, le modalità per usufruire» del percorso di apprendimento, ma se ciò non avverrà, le imprese non avranno ulteriori oneri; al tal proposito, Ichino solleva la necessità di verificare la compatibilità con le norme Ue sullo specifico aspetto della «clausola di esclusione» dall'obbligo, nel caso in cui le amministrazioni non diano notizia sulle modalità per fruire dell'iter per l'acquisizione delle competenze.