L'Assegno Unico dimentica gli italiani all'estero
Il vincolo di residenza e di domicilio sul territorio nazionale sta impedendo l'erogazione dell'AUU ai cittadini che vivono e lavorano fuori dei confini nazionali. A marzo è stato presentato un ordine del giorno alla Camera che chiede al Governo modifiche che salvaguardino la condizione fiscale e previdenziale delle migliaia di persone iscritte all'Aire.
L'Assegno sarà anche Unico, ma è controverso che sia effettivamente Universale. A questa conclusione si può facilmente giungere dopo la svista del Legislatore che impedisce l'erogazione del beneficio economico ai cittadini italiani residenti all'estero, rientrando tra i requisiti necessari al suo ottenimento il vincolo della residenza e del domicilio in Italia. Cittadini che peraltro non possono più usufruire nemmeno del precedente, ANF, l'Assegno al nucleo familiare o delle detrazioni per figli a carico.
A mettere in luce questa contraddizione dell'Assegno Unico e Universale è stato un Ordine del Giorno (9/03522/068) presentato alla Camera dalla deputata Angela Schirò lo scorso 23 marzo in cui denuncia che «sono attualmente migliaia i cittadini italiani residenti all'estero aventi diritto – in virtù di norme nazionali e anche di accordi internazionali – alle detrazioni per figli a carico e/o all'Anf per figli i quali però a partire dal 1° marzo 2022 hanno perso improvvisamente il diritto a tali agevolazioni fiscali, e i quali inoltre a causa della residenza all'estero non potranno tuttavia – in compensazione – avere diritto all'Assegno unico».
AUU sempre più deludente: non vale per gli italiani all'estero
L'AUU negli ultimi tempi sta riservando più di una delusioneai cittadini italiani nel confronto con il precedente ANF: ora si aggiunge anche l'evidenza che dato il requisito della residenza e del domicilio sul territorio nazionale la misura non può estendersi a chi risiede all'estero, ancorché sia iscritto all'AIRE, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero.
Una conferma indiretta arriva anche dalla Circ. Inps 23/2022 che affrontando il tema al punto 3.3 riporta: «La valutazione in merito alla eventuale applicabilità alla nuova misura di accordi bilaterali e multilaterali stipulati dall’Italia in tema di sicurezza sociale, nonché delle regole dettate dal regolamento (CE) n. 883/2004 sono attualmente oggetto di un approfondimento specifico e, pertanto, la disciplina del nuovo assegno unico e universale al momento trova applicazione limitatamente ai richiedenti residenti in Italia per i figli che fanno parte del nucleo ISEE».
Tuttavia, sinora non si registra alcun passo avanti e la questione, pertanto, è giunta in Parlamento. Nell’OdG si richiede al Governo di programmare interventi legislativi per introdurre strumenti di salvaguardia in favore in particolare del personale a contratto delle ambasciate e dei consolati.
AUU e italiani all'estero, a chi servirebbe?
Gli italiani all'estero che godevano fino al 1° marzo di quest'anno dell'Assegno al nucleo familiare e delle detrazioni per i figli a carico sono migliaia, individuabili tra il personale dipendente di consolati e ambasciate sopra citato e di enti pubblici, i militari all'estero, il personale docente e non docente in servizio presso le istituzioni culturali, i dipendenti di aziende private operanti al di fuori dei confini nazionali con rapporti di lavoro disciplinati dalla legge italiana, lavoratori autonomi che pagano le tasse in Italia, pensionati temporaneamente o permanentemente all'estero.
Tutte persone danneggiate dal vincolo di residenza e domicilio per l'erogazione dell'AUU. Svista che peraltro diviene ancor meno comprensibile dato che nell'OdG presentato alla Camera si ricorda come la Commissione Affari Sociali di Montecitorio avesse suggerito al Governo di modificare il Dlgs n. 230/2021 che ha istituito l'AUU per salvaguardare la posizione fiscale previdenziale dei cittadini italiani residenti all'estero.