Lavoro, Disco verde Ue al salario minimo e spinta ai Ccnl
La bozza della direttiva Ue sul salario minimo sulla quale Consiglio e Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo dovrà ora essere approvata in via definitiva da Parlamento e Consiglio Ue.
Via libera dell'Europa alla direttiva sul salario minimo. «La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul progetto di direttiva sui salari minimi adeguati nell'Ue», ha annunciato il Consiglio Europeo in una nota. La nuova legge, una volta adottata definitivamente, promuoverà l'adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei. L'intesa dovrà ora essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue.
Cosa prevede la Direttiva
La direttiva, spiega il Consiglio, si limita a stabilire procedure per assicurare l’adeguatezza dei salari minimi laddove esistono, a promuovere la contrattazione collettiva per stabilire i salari e ad aumentare l’accesso effettivo alla tutela del salario minimo per i lavoratori che vi hanno diritto in base al diritto nazionale. Gli Stati membri dell’Ue che hanno salari minimi in vigore dovranno stabilire un quadro procedurale per fissare e aggiornare i salari minimi secondo una serie di criteri.
Consiglio e Parlamento hanno concordato che gli aggiornamenti del salario minimo debbono avere luogo almeno una volta ogni due anni, o al massimo ogni quattro anni per i Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatico. Le parti sociali devono essere coinvolte nelle procedure per fissare e aggiornare i salari minimi. La direttiva mira a estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva tanto che «laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell'80% gli Stati membri dovrebbero definire un piano d'azione per promuovere la contrattazione collettiva».
Schmit: «Non imponiamo salario minimo all'Italia»
Sul tema dell’obbligo, il commissario Ue al Lavoro, Nicolas Schmit, nella conferenza stampa sull’accordo ha commentato anche la situazione italiana. «In Italia - ha detto Schmit - è in corso un dibattito molto forte e ampio su come rafforzare un sistema di contrattazione collettiva ed eventualmente introdurre un salario minimo. Non imporremo un salario minimo politicamente, non è questo il problema. E penso che questo strumento sia un contributo a questo dibattito».
«Sono molto fiducioso che alla fine - ha concluso Schmit - il governo italiano e le parti sociali italiane raggiungeranno un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, soprattutto per coloro che non sono molto ben protetti, e alla fine arriveranno alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre un tale sistema di salario minimo in Italia, ma dipende dal governo italiano e dalle parti sociali italiane».