Legge di stabilità 2015, l'Abc delle novità in materia di lavoro
Sarà azzerata l'Irap sulla componente lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato, arriva la decontribuzione per chi fa assunzioni stabili. Ma il disegno di legge di stabilità lascia a bocca asciutta i pensionati.
Kamsin La legge di stabilità per il 2015 è stata ufficialmente presentata dal governo con la pubblicazione nel sito internet di Palazzo Chigi nei giorni scorsi.
Sono sostanzialmente tutte confermate le misure anticipate sulle pagine di questo giornale nei giorni scorsi in materia di lavoro ad iniziare dalla riduzione dell'Irap. C'è in particolare la conferma che la componente lavoro relativa ai dipendenti a tempo indeterminato verrà dedotta dall'imponibile dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive. Tuttavia, come contraltare, verrà cancellato il taglio del 10 per cento introdotto con il dl Irpef dello scorso mese di aprile. Di conseguenza, le aliquote saliranno dal 3,5 al 3,9 per cento già a partire da quest'anno presentando un conto piu' salata per tutte quelle imprese, non poche, che non potranno compensare la perdita di questo beneficio con la deducibilità della componente lavoro dall'Irap.
La Decontribuzione - Sempre per favorire l'occupazione a tempo indeterminato, il ddl di stabilità prevede l'esonero dal versamento dei contributi a carico del datore di lavoro, per un periodo massimo di 3 anni e nel limite pari a 8.060 euro su base annua. Lo sgravio si applicherà sulle nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato, con esclusione dei contratti di lavoro di apprendistato e dei contratti di lavoro domestici, stipulati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2015.
Bonus 80 euro - Confermato poi il bonus Irpef di 80 euro. L'importo è di 960 euro annui e diventa strutturale per i contribuenti che percepiscono un reddito complessivo compreso tra 8 e 24 mila euro annui; il bonus poi decrescera' proporzionalmente sino ad azzerarsi a 26mila euro. La misura è stata criticata nella giornata di ieri dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che ha ricordato come dalla legge di stabilità si attendeva un segnale in favore dei pensionati che, a differenza dei lavoratori, non avranno il bonus di 80 euro. La sindacalista propone di portare la "no tax area ai livelli dei lavoratori dipendenti per dare un segnale di attenzione a questa parte di popolazione che vive spesso in condizioni di povertà dato che più della metà di loro non arriva a 1000 euro al mese".
Tfr in busta paga - L'altra misura, come anticipato, riguarda l'introduzione in via sperimentale, ai lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici e i lavoratori del settore agricolo, della possibilità di optare, con riferimento i periodi di paga tra il 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018, per la liquidazione del trattamento di fine rapporto in busta paga. La novità, tuttavia, essendo considerata una integrazione di retribuzione, sarà imponibile in via ordinaria ai fini fiscali e di conseguenza sarà soggetta a tassazione ordinaria, anche se non sarà imponibile ai fini previdenziali.
Ammortizzatori Sociali - Sul fronte del lavoro c'è poi lo stanziamento di nuove risorse per la riforma degli ammortizzatori sociali. Infatti, per attuare il disegno di legge delega in materia di riforma del lavoro, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, e per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, il governo ha stanziato 2 miliardi di euro per il 2015.
Zedde