Naspi, ecco come si ridurrà l'assegno nel tempo
L'assegno si ridurrà del 3% al mese a partire dal primo del giorno del quarto mese di fruizione. Al termine dei 24 mesi l'assegno sarà pari ad un terzo del reddito che si percepiva prima della perdita del lavoro.
Nello specifico l'assegno spetterà per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate negli ultimi 4 anni. Pertanto il lavoratore, nella migliore delle ipotesi, avrà diritto massimo ad un assegno di una durata di 2 anni (104 settimane). L'importo dell'assegno sarà pari al 75% della retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni; se questa è superiore a 1.195 € (cd. importo soglia) è prevista una ulteriore quota del 25% del differenziale tra l'importo soglia e la retribuzione mensile con un tetto massimo di 1.300 euro.
Il calcolo, a ben vedere, è simile a quanto accadeva per l'Aspi ma il nuovo assegno ha una particolarità in piu': la NASpI si ridurrà progressivamente nella misura del 3 per cento al mese dal primo giorno del quarto mese di fruizione. La percentuale di riduzione, apparentemente esigua, risulta in realtà gravemente penalizzante soprattutto per coloro che fruiranno dell'ammortizzatore per un periodo lungo e che non riescano a reinserirsi nel mondo del lavoro.
Cosa significa nella pratica? Prendiamo ad esempio un lavoratore con un reddito di 1500 euro lordi (range nel quale rientra la stragrande maggioranza dei lavoratori) al momento di perdere il lavoro. Ebbene l'indennità lorda sarà inizialmente 972,5 euro (circa il 65% del reddito del lavoratore prima della perdita del lavoro) per arrivare, nel caso di utilizzo di tutte le 78 settimane, ad un'indennità lorda di 615,84 euro, ovvero il 41,06 per cento del reddito di cui si godeva al momento della perdita del lavoro. Se si gode dell'assegno nella sua massima estensione (104 settimane) l'importo dell'assegno continua a ridursi e scende sino a 512 euro, ovvero il 34,2% del reddito lordo del lavoratore prima della perdita del lavoro. Ambedue le cifre citate sono al di sotto della soglia di povertà.
In pratica per quanto piu' tempo si percepirà il sostegno economico maggiore sarà la riduzione a cui andrà in contro il beneficiario. Bisognerà dunque prestare attenzione a fare i calcoli: il permanere dello stato di disoccupazione oltre alla lenta e progressiva erosione dei risparmi accumulati a cui può fare ricorso il lavoratore porterà anche ad una riduzione del sostegno economico. Magra consolazione il fatto che alla scadenza dell'ammortizzatore il lavoratore potrà avere, qualora abbia un reddito Isee basso (ancora da determinare), diritto all'Asdi, un ulteriore sostegno pari a circa 450 euro al mese per ulteriori 6 mesi.
La nuova disciplina appare svantaggiosa anche per i lavoratori stagionali che non potranno più coprire il proprio reddito per tutto l'anno, in quanto percepiranno l'indennità per la metà dei mesi lavorati. In passato chi riusciva a lavorare 6 mesi all'anno, poteva coprire gli altri 6 mesi dell'anno con il sussidio. Una volta a regime la Riforma invece, i lavoratori stagionali, percepiranno la metà dei mesi lavorati (quindi solo per 3 mesi).