Poletti: i prossimi passi del governo saranno ddl sul lavoro e pensioni
Il secondo passo del piano sul lavoro del governo Renzi sarà legge entro il 2014. E' quanto auspica il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha dato la sua roadmap sul ddl delega sul «Jobs act». Il ministro si dice fiducioso che la prossima settimana, chiusa la tornata elettorale, riprenderà l'esame del testo del disegno di legge delega in Commissione Lavoro del Senato.
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«Credo che prima della sosta di agosto il ddl delega sul lavoro sarà licenziato dal Senato - ha detto Poletti - e l'approvazione definitiva ci sarà entro fine anno». Gli obiettivi del ddl delega sono «semplificazione e chiarimento altrimenti si finisce davanti a un magistrato per ogni vertenza», ha aggiunto il ministro. Le nuove regole dovranno cambiare, con appositi decreti delegati successivi, ammortizzatori sociali, contratti e politiche attive, con la creazione di una Agenzia nazionale del lavoro così da passare a una logica più attiva di sostegno a chi crea lavoro. Confindustria ieri ha consegnato al ministro del Lavoro un documento con le proposte sul Jobs act: «Confindustria ha espresso una propria posizione - ha spiegato Poletti - Non abbiamo ancora approfondito il documento, ma per molte cose ci sono consonanze almeno nei titoli. Poi bisogna vedere se lo svolgimento dei titoli è simile».
Il ministro ricorda che anche il capitolo pensioni sarà affrontato dopo lo svolgimento delle elezioni europee. "Abbiamo avviato un tavolo di confronto con l'Inps e con il ministero dell'economia per conoscere gli esatti contorni del problema esodati. Ci saranno altri incontri dopo le elezioni per studiare una soluzione sostenibile." ha detto Poletti.
Sul punto intanto ieri è tornato a far sentire la propria voce l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, attuale presidente della Commissione Lavoro della Camera: "i prepensionamenti nel settore pubblico con le regole ante-Fornero per i lavoratori in esubero, come indicato nel messaggio dell’INPS pubblicato dall’istituto (messaggio inps 4834/2014, ndr), debbono far riflettere il Governo circa la necessità di adottare tempestivamente analoghe misure anche per il settore privato. Non sarebbe sopportabile avere una diversità di trattamento, considerato l’alto numero di “esodati” non salvaguardati ancora esistenti"