Ape Sociale, Domande entro il 31 marzo per l'uscita anticipata
Il 31 marzo scade la prima finestra temporale per produrre l'istanza di verifica per gli individui che maturano i requisiti anagrafici e contributivi nel 2022.
Si avvicina la prima scadenza per usufruire dell'Ape sociale. I lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi nel 2022 avranno tempo sino al 31 marzo per presentare l'istanza di verifica delle condizioni all'Inps per rientrare nella prima fase di monitoraggio delle risorse. Ma l'istanza potrà essere comunque presentata sino al 30 novembre.
Lo strumento si rivolge agli iscritti presso l'assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e la gestione separata dell'Inps che hanno raggiunto il 63° anno di età e che hanno cessato l'attività lavorativa (in seguito, successivamente alla decorrenza della prestazione, è possibile rioccuparsi, ma il reddito annuo non deve superare gli 8.000 euro per i lavoratori dipendenti o parasubordinati, e i 4.800 euro per i lavoratori autonomi).
Contribuzione
I requisiti di contribuzione differiscono, invece, in base alla categoria di appartenenza:
- 30 anni per i disoccupati di lungo corso, per i caregiver e gli invalidi dal 74 per cento;
- 36 anni per gli addetti ai lavori gravosi;
- 32 anni per gli operai edili, come indicati nel Ccnl per i dipendenti delle imprese edili e affini, per i ceramisti (classificazione Istat 6.3.2.1.2) e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (classificazione Istat 7.1.3.3.)
Le donne, inoltre, hanno diritto a una riduzione del requisito contributivo pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due.
Quest'anno la legge di bilancio ha ampliato la platea dei beneficiari. In particolare per i disoccupati di lungo corso è stata eliminata la condizione del decorso del trimestre in stato di disoccupazione; mentre per l’individuazione dei lavoratori che svolgono attività c.d. gravose è stato introdotto un nuovo elenco delle professioni aventi diritto all’APE sociale. Le nuove professioni si aggiungono a quelle precedentemente comprese nel Dm 5 Febbraio 2018 assorbendone quelle sovrapposte.
Ammontare dell'indennità
Il valore dell'Ape sociale è pari all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell'accesso all'indennità, sino al tetto massimo di 1.500 euro mensili lordi, non rivalutabili.
L'indennità, incompatibile con l'indennità di disoccupazione e con qualsiasi tipologia di pensione diretta, è assimilata al reddito di lavoro dipendente dal punto di vista fiscale e dà dunque diritto all'applicazione delle relative detrazioni e, sussistendo i requisiti reddituali, del trattamento integrativo.
La doppia Istanza
La procedura per conseguire l'ape sociale è la stessa dello scorso anno: gli individui che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2022 devono produrre due domande all'Inps: 1) l'istanza di verifica delle condizioni per dimostrare di trovarsi in uno dei profili di tutela individuati dalla legge (cioè trovarsi in stato di disoccupazione; assistere da almeno sei mesi un familiare convivente con handicap grave; invalidità civile almeno al 74%; svolgere un’attività gravosa); 2) l'istanza di accesso alla prestazione. L’Inps una volta ricevuta l'istanza verificherà se ci sono le condizioni oggettive per la concessione dell'Ape sociale inclusa la disponibilità di fondi e comunicherà al lavoratore la prima decorrenza della prestazione (se i fondi sono insufficienti viene confermato l'accesso ma verrà posticipata la decorrenza della prestazione) o il rifiuto della stessa per mancanza dei requisiti.
Le istanze di verifica si possono presentare dal 1° gennaio al 30 novembre ma è previsto un sistema di monitoraggio delle risorse disponibili che potenzialmente penalizza i lavoratori che la presentano più avanti nell'anno rispetto agli altri. In particolare nel 2022 sono previste tre fasi di monitoraggio: la prima con riferimento alle istanze di verifica prodotte entro il 31 marzo (a cui l'Inps dovrà dare una risposta entro il 30 giugno); la seconda con riferimento alle istanze prodotte dal 1° aprile al 15 luglio (a cui l'Inps dovrà dare una risposta entro il 15 Ottobre); ed una terza fase di monitoraggio con riferimento alle istanze prodotte tra il 16 luglio ed il 30 novembre (a cui l'istituto dovrà rispondere entro il 31 dicembre).
Il suddetto meccanismo di monitoraggio fa sì che la domanda sarà accettata solo a fronte delle risorse residue accertate con riferimento alle istanze prodotte nello scaglione temporale precedente. Come dire che chi, suo malgrado, produce l'istanza di verifica nell'ultima finestra temporale avrà più possibilità di uno slittamento della decorrenza della prestazione in caso le risorse risultassero insufficienti. I lavoratori che, pertanto, soddisfano tutte le condizioni per produrre l'istanza di verifica entro il 31 marzo non devono, dunque, perdere tempo ed affrettarsi nella presentazione dell'istanza.