Pensioni Art. 54, Alla Camera il mancato riconoscimento degli arretrati alla Polizia di Stato
Il Governo dovrà rispondere sulla mancata corresponsione degli arretrati quinquennali al personale delle forze di polizia ad ordinamento civile già in quiescenza al 31 dicembre 2021. L'On. Tuzi (M5S): «Inaccettabile disparità di trattamento tra i comparti di polizia».
Riconoscere gli arretrati sulle pensioni riliquidate con il coefficiente di rendimento del 2,44% anche alle forze di polizia ad ordinamento civile (cioè Polizia di Stato e Penitenziaria). E' il testo di una interrogazione parlamentare presentata l'altro giorno al Ministero dell'Interno dall'onorevole, Manuel Tuzi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio contro l'orientamento assunto dall'Inps nella recente Circolare n. 44/2022.
In tale sede, infatti, l'ente di previdenza ha riconosciuto il diritto alla riliquidazione della pensione con l'applicazione del maggiore coefficiente di rendita per gli assicurati in possesso di un'anzianità inferiore a 18 anni al 31.12.1995 ma solo a decorrere dal 1° gennaio 2022, data di entrata in vigore della legge n. 234/2021. Senza, quindi, diritto alla corresponsione degli arretrati maturati per il personale già in quiescenza al 31 dicembre 2021.
«La recente circolare INPS - dichiara in una nota l'On. Tuzi - sui nuovi trattamenti pensionistici delle forze di polizia ad ordinamento civile, comprende unicamente le pensioni maturate dal 1° gennaio 2022, escludendo il diritto alla corresponsione degli arretrati quinquennali previsto invece per le forze di polizia ad ordinamento militare creando, a tutti gli effetti, una disparità di trattamento. In legge di bilancio 2022 era stato equiparato il trattamento pensionistico delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare prevedendo anche uno stanziamento a copertura degli oneri».
«Ho depositato un’interrogazione al Ministero dell’Interno perché con la recente circolare INPS si attua una nuova e inaccettabile differenziazione tra il trattamento pensionistico dei militari e quello civili, nonostante siano tutti inquadrati sotto lo stesso comparto di sicurezza e difesa. Con quest’ultima differenziazione ai danni delle forze di polizia ad ordinamento civile, si va a discriminare una parte molto significativa di chi si mette a servizio dello Stato sacrificando anche la propria incolumità per garantire la sicurezza dell’intera società».