Lavori Gravosi, conclusi i lavori della Commissione
Ora la parola passa al Governo che dovrà, d'intesa con le parti sociali, individuare le categorie da inserire nell'Ape Sociale.
Primo passo verso l'estensione dei lavori gravosi. Si è concluso, infatti, lo scorso 20 settembre il lavoro della Commissione istituita dalla legge n. 160/2019 e presieduta dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, incaricata dello studio della gravosità delle occupazioni al fine di una possibile diversificazione dell'età pensionabile.
La Commissione ha stilato una graduatoria di 92 raggruppamenti professionali ordinata per grado di gravosità e di rischio oltre ai 15 già compresi nell'Ape Sociale. A ciascun raggruppamento è stato assegnato un indice, più è alto maggiore è il rischio di gravosità. Ai primi posti figurano i conduttori di impianti e macchinari per l'estrazione e il primo trattamento dei minerali, fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica; agli ultimi i «membri di organismi di governo e di assemblea con potestà legislativa e regolamentare» e chi svolge «attività professionali» (docenti universitari, giornalisti, avvocati, notai, eccetera) i quali, avendo un indice di gravosità pari a zero, non potranno mai fare parte dell'Ape.
«Passo dopo passo - spiega l'ex Ministro del Lavoro, si è arrivati ad un indicatore che mette insieme la frequenza e la gravità di infortuni e malattie professionali e che individua, al di sopra del valore medio, 27 categorie professionali che vanno al di là di quelle già contenute nell'Ape sociale. È all'interno di questo perimetro che, probabilmente, verrà operata una ulteriore selezione, d'intesa con le parti sociali».
I prossimi passi
Il governo, sulla base delle risorse stanziate, dovrà ora scegliere tra le categorie con gli indici di gravosità più elevati quelle che, assieme alle attuali 15, potranno verosimilmente accedere ai due benefici previdenziali già noti: l'ape sociale a partire da 63 anni e 36 di contributi e la pensione anticipata a 41 anni di contributi per i cd. lavoratori precoci. «La cornice che fa da sfondo a questa ricerca, spiega Damiano, è costituita da una convinzione, che ha visto la convergenza di tutti gli attori sociali e istituzionali della Commissione: che non tutti i lavori sono uguali e che, di conseguenza, sono diversificate le aspettative di vita delle persone. Può sembrare banale, ma chi ha una bassa istruzione, guadagna poco, svolge lavori faticosi e pericolosi ed è sottoposto a stress da precarietà, vive meno a lungo».
Al riguardo la Commissione ha anche suggerito alcune modifiche normative: superare la dimensione sperimentale dell'Ape, che attualmente si rinnova di anno in anno; eliminare l'intervallo di tre mesi tra la fine dell'indennità di disoccupazione e l'accesso all'Ape; abbassare i contributi necessari, che attualmente sono 36 anni, per quanto riguarda, ad esempio, il settore dell'edilizia, portandoli a 30 anni. Una decisione in tal senso potrebbe essere assunta dal Governo già entro la fine dell'anno durante l'approvazione della legge di bilancio 2022. L'Ape sociale, infatti, è in scadenza il 31 dicembre 2021 ed una sua proroga è praticamente certa.
«Questa proposta - conclude Damiano - si basa sul doppio svantaggio che hanno, in particolare, questi lavoratori: svolgono un lavoro pericoloso e gravoso; la loro attività è discontinua per via dei cantieri e, pur essendo già inseriti nell'Ape, non possono fruirne perché non è facile in queste condizioni mettere insieme 36 anni di contributi».