Pensioni, Anticipate le date di pagamento degli assegni negli uffici postali
La misura adottata per rispettare le regole di contenimento della diffusione del virus COVID-19 durerà almeno per i prossimi tre mesi. Occorrerà anche seguire un calendario alfabetico.
La novità riguarda quei pensionati che hanno l'accredito dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili presso gli uffici postali. Nello specifico le pensioni del mese di aprile per i pensionati, titolari di un Conto BancoPosta, di un Libretto di Risparmio o di una Postepay Evolution, saranno accreditate in anticipo il 26 marzo; il 27 aprile per la mensilità di maggio ed il 26 maggio per la mensilità di giugno (anziche' il primo giorno bancabile non festivo di ogni mese).
Coloro che abbiano bisogno di ritirare la pensione in contanti presso lo sportello dell'ufficio postale dovranno rispettare le seguente ripartizione di cognomi: 1) A-B giovedì 26 marzo; 2) C-D venerdì’ 27 marzo; 3) E-K sabato 28 marzo; 4) L-O lunedì 30 marzo; 5) P-R martedì 31 marzo; 6) S-Z mercoledì 1° aprile.
Anche per le successive mensilità Poste Italiane programmerà l’accesso agli sportelli dei titolari delle prestazioni in modo da scaglionare le presenze all’interno degli uffici postali secondo istruzioni ed indicazioni che saranno opportunamente diffuse.
Nel caso in cui a riscuotere non sia il titolare della prestazione, ma un suo delegato regolarmente autorizzato, per individuare il giorno di pagamento dovrà comunque fare riferimento al cognome del titolare.
Il pagamento in contanti o su libretto di risparmio postale resta a disposizione per la riscossione per 60 giorni a partire al primo giorno bancabile del mese di riferimento. La rata di aprile sarà quindi incassabile fino al 30 maggio prossimo.
Resta fermo che, trattandosi esclusivamente di una anticipazione del pagamento, il diritto al rateo di pensione si matura comunque il primo giorno del mese. Di conseguenza, nel caso in cui dopo l’incasso la somma dovesse risultare non dovuta, l’INPS richiederà la restituzione.