Pensioni, Aumenti parziali dal 1° gennaio 2023
Diffusa dall’Inps la consueta circolare contenente l’adeguamento dei trattamenti previdenziali e assistenziali per il prossimo anno. Aggiornati solo gli assegni sino a 2.100€ lordi al mese. Per gli altri occorrerà attendere.
Rivalutazione parziale per le pensioni il prossimo anno. Nelle more dell’adozione della Finanziaria 2023 che introduce una diversa modulazione della perequazione per il biennio 2023-2024 l’Inps ha provveduto all’indicizzazione dal 1° gennaio 2023 (+7,3%) solo delle pensioni non superiori a 4 volte il trattamento minimo (cioè entro i 2.101,52€ lordi al mese al 31 dicembre 2022). Lo rende noto, tra l’altro, l’Inps nella Circolare n. 135/2022 con la quale l’ente previdenziale adegua, come di consueto, gli importi dei trattamenti previdenziali e assistenziali validi per l'anno a venire.
La rivalutazione
Tecnicamente si chiama perequazione; in pratica, è la rivalutazione annuale degli importi di tutte le pensioni, al fine di adeguarli al costo della vita per proteggere il loro potere d'acquisto, almeno in parte, dall'erosione dovuta all'inflazione. Si applica a tutte le pensioni erogate dal sistema pubblico, sia dirette che ai superstiti (reversibilità e indiretta), nonché alle prestazioni d'invalidità civile e all'assegno/pensione sociale. L'aggiornamento delle pensioni avviene a gennaio di ogni anno, in base all'indice provvisorio e salvo successivo conguaglio, sempre a gennaio, in base all'indice definitivo.
Aumenti 2023 provvisori
Questo turno l’aumento sarà del 7,3% come stabilito dal decreto del ministero del lavoro del 10 novembre 2022. Il modulo perequativo attualmente vigente dispone una rivalutazione del 100% degli assegni sino a 4 volte il minimo inps (2.101,52€); del 90% di quelli compresi tra 4 e 5 volte il minimo (cioè sino a 2.626,90€) e del 75% di quelli superiori. In fasce progressive. Si tratta di aumenti che non vedranno applicazione perché la Finanziaria 2023 (ancora in discussione in Parlamento) abbatte le fasce di perequazione degli assegni superiori a 4 volte il minimo Inps (cioè superiori a 2.101,52€ al mese) per il biennio 2023-2024. Si veda qui per dettagli.
Di conseguenza, per evitare la formazione di indebiti pensionistici, l’Inps ha provveduto all’aggiornamento dal 1° gennaio 2023 solo delle rendite non coinvolte nel nuovo modulo perequativo, cioè quelle di importo non superiore a 4 volte il minimo (2.101,52€ al mese). L’aumento, si badi, assorbirà l’anticipo del 2% già riconosciuto dal decreto aiuti bis dal 1° ottobre 2022 a favore dei pensionati che a settembre 2022 ricevevano una pensione di importo non superiore a 2.692€ lordi al mese. Gli aumenti «concreti» a gennaio, pertanto, saranno del 5,3%.
Le pensioni di importo superiore a quattro volte il minimo, spiega l’Inps, saranno rivalutate il prossimo anno sulla base dei nuovi indici stabiliti dalla manovra 2023. In tale occasione sarà riconosciuta anche la rivalutazione straordinaria dell’1,5% (6,4% per gli over 75) ai pensionati al minimo, misura anch’essa prevista dalla manovra 2023.
Si rammenta, inoltre, che a gennaio non ci sarà alcun conguaglio sull’inflazione del 2021 (+0,2%) in quanto l’operazione è stata anticipata (per tutti i pensionati) a novembre 2022 dal decreto aiuti bis (qui i dettagli).
Assegni Esclusi
Come di consueto non ci sarà alcuna rivalutazione per gli assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà (es. credito bancario, cooperativo o assicurativo), l'indennità mensile nel contratto di espansione, l'ape sociale e l'isopensione. Queste prestazioni, infatti, per legge non vengono rivalutate per tutta la loro durata. Le pensioni erogate alle vittime del terrorismo, invece, nel 2023 godranno di un aumento del 7,3% applicato sull'intero importo (anche qui con l’assorbimento del 2% dell’anticipo ove corrisposto ad ottobre 2022).
Gli altri trattamenti
Aggiornati anche gli altri trattamenti sociali ed assistenziali erogati dall'Inps. L'importo dell'assegno sociale nel 2023 sale da 469,03€ a 503,27€, il trattamento minimo del FPLD da 538,25€ a 563,74€. Aumenti anche per le prestazioni assistenziali erogate a favore degli invalidi civili (assegno mensile e pensione di inabilità civile) che risulteranno fissate nel 2023 a 313,91€ al mese, e per l'indennità di accompagnamento che sale a 527,16€ al mese. Crescono invece dell’1,31% le indennità e gli assegni accessori riconosciuti agli invalidi di guerra e del servizio titolari di pensione di guerra o di pensione privilegiata di prima categoria (es. assegno di superinvalidità).
Documenti: Circolare Inps n. 135/2022