Pensioni, Conteggi sulla rivalutazione da rifare
L'Inps ha applicato un tasso di rivalutazione dell'1,6% rispetto all'1,7% ufficializzato dal Ministero dell'Economia a novembre. Per questa ragione molti pensionati non si ritrovano con i conti.
I conteggi sulla rivalutazione dei trattamenti pensionistici dal 1° gennaio 2022 saranno da rifare. L'INPS, infatti, ha applicato una rivalutazione ISTAT dell'1,6% in luogo del tasso dell'1,7% ufficializzato nel decreto del Ministero dell'Economia del 17 novembre 2021. Per arrivare in tempo ad erogare l'aumento l'Inps spiega di aver ricalcolato gli assegni sulla base della perequazione che si è registrata nell'ottobre scorso e pari all'1,6% e procederà poi con la rata di marzo ad un conguaglio fascia per fascia.
Come noto dal prossimo anno si torna a fasce di rivalutazione più vantaggiose, calcolate in forma progressiva scaglione per scaglione. Una formulazione questa che porta incrementi più generosi agli assegni della classe media ed alta (che da 10 anni hanno subito una lenta erosione del potere d'acquisto).
Come già anticipato a novembre sulle pagine di questa rivista il nuovo calcolo infatti porterà le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè sino a 2.062,32 euro, ad ottenere l’incremento dell’1,7%; quelle superiori a 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo Inps, tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro, ad avere una rivalutazione dell’1,53%, e la rivalutazione all’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro.
Le pensioni di importo superiore a 5 volte il minimo Inps, cioè oltre i 2.577,90 euro, otterranno invece un incremento dell’1,275%, ferma restando la rivalutazione dell’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro e dell’1,53% della fascia compresa tra 2.062,33 e 2.577,90 euro. Complessivamente dunque una pensione di 2.000 lordi euro al mese godrà di un incremento sempre al lordo di 34 euro mensili, una pensione di 2.500 euro lordi al mese, localizzata cioè tra 4 e 5 volte il minimo Inps, otterrà quasi 42 euro al mese in più.
Conti da rifare
Tuttavia l'INPS per arrivare in tempo a rinnovare gli assegni dal 1° gennaio 2022 ha ricalcolato gli assegni sulla base della perequazione che si è registrata nell'ottobre scorso e pari all'1,6% senza tenere conto di quella successivamente comunicata dal MEF (+1,7%). Pertanto tutti i conteggi che i pensionati stanno ricevendo sono errati (minori rispetto al dovuto) e dovranno essere aggiornati a marzo con la corresponsione anche degli arretrati maturati nelle mensilità di gennaio e febbraio. Sono molti i pensionati, infatti, che ci hanno scritto evidenziando come i conti non siano in linea con il tasso ufficializzato dal Ministero dell'Economia.