Pensioni, Ecco quanto aumentano gli assegni con la riforma Irpef
Da marzo l'Inps adegua la fiscalità delle pensioni alle nuove aliquote e detrazioni previste dalla legge di bilancio. Attenzione però: i pensionati nel cui nucleo familiare ISEE siano presenti figli di età inferiore a 21 anni o maggiorenni disabili dovranno affrettarsi a presentare la domanda per l'assegno unico.
Da marzo cambia il cedolino della pensione. L'Inps, infatti, applicherà la riduzione delle attuali aliquote Irpef da cinque a quattro con i seguenti scaglioni di reddito: 23% sino a 15mila euro; 25% sino a 28mila euro; 35% sino a 50mila euro e 43% per la quota di reddito eccedente i 50 mila euro (qui i dettagli).
Vengono anche rimodulate le detrazioni per reddito. La detrazione "base" passa dagli attuali 1880€ a 1.955€ per i redditi da pensione sino a 8.500 euro. Ciò significa che viene ampliata la no tax area sino alla predetta soglia (dai 8.125 euro attuali).
Per le pensioni tra gli 8.500 e i 28 mila euro la detrazione spetta nella misura di 700€ incrementata del prodotto tra 1.255€ e l'importo corrispondente al rapporto da 28mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 19.500€.
Per le pensioni tra i 28mila e i 50mila euro la detrazione spetta nella misura di 700€ moltiplicato per il rapporto tra l'importo di 50mila euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 22mila euro.
Inoltre per i redditi superiori a 25mila euro e sino a 29mila euro la detrazione viene incrementata di 50€.
Siccome da quest'anno sono cambiate anche le fasce di rivalutazione delle pensioni e gli assegni vanno rivalutati dell'1,7% i pensionati riceveranno aumenti netti medi di 500 euro l'anno con punte superiori per i redditi oltre i 40 mila euro. In tabella gli incrementi indicativi in base al reddito pensionistico. Qui è possibile, invece, calcolare la nuova tassazione Irpef sui redditi da pensione.
Stop alle detrazioni e ai trattamenti di famiglia
Attenzione tuttavia ad un fattore. Da marzo l'INPS non riconoscerà più le detrazioni per i figli di età inferiore a 21 anni né i trattamenti di famiglia (es. ANF) in quanto assorbiti dalla cd. riforma dell'assegno unico (qui i dettagli). E ciò, si badi, a prescindere dalla circostanza che il genitore abbia o meno presentato domanda di assegno unico. Se da un lato, quindi, il reddito netto pensionistico aumenta per effetto della riforma fiscale se nel nucleo familiare ai fini ISEE c'è almeno un figlio di età inferiore a 21 anni occorre affrettarsi a presentare la domanda di assegno unico unitamente a quella per l'ISEE (c'è tempo sino al 30 giugno per riscuotere gli importi spettanti sin da marzo).
Se nel nucleo familiare ai fini ISEE non ci sono figli di età inferiore a 21 anni la situazione è diversa. Infatti non spetta l'assegno unico e pertanto l'Inps continuerà a corrispondere la detrazione fiscale per i figli a carico e si potrà, inoltre, presentare domanda di ANF per il coniuge (in presenza, ovviamente, dei requisiti reddituali).
Infine se nel nucleo familiare ai fini ISEE c'è un figlio maggiorenne disabile di età pari o superiore a 21 anni spetta sia l'assegno unico (nella versione maggiorata per i disabili) sia le detrazioni fiscali per i figli a carico (cumulabili con l'assegno unico) ma non gli ANF (per nessun componente il nucleo).