Pensioni ed Esodati: ecco i dossier sul tavolo del nuovo governo
Le questioni sul tavolo del nuovo esecutivo non cambiano. Esodati, revisione dell’età pensionabile e pensioni d’oro saranno alcuni dei principali banchi di prova per il successore di Letta.
E’ ormai chiaro che nei prossimi giorni assisteremo alla nascita dell’esecutivo Renzi, molto probabilmente con la medesima maggioranza che ha sostenuto Letta. Se non ci saranno defezioni dell’ultimo minuto, Renzi riceverà infatti la fiducia da parte del Pd, Scelta Civica e del Nuovo Centro Destra. Un governo che, nelle intenzioni del Leader del Pd, dovrà agire in fretta e fisserà una road map per i primi cento giorni con molta carne sul fuoco.
La svolta renziana potrebbe interessare anche gli innumerevoli problemi in materia di lavoro e previdenza che l’ex premier Letta non è riuscito, suo malgrado, a risolvere. Vediamo dunque quali sono i punti principali che Renzi dovrà affrontare nelle prossime settimane e la linea politica che sarà adottata.
Esodati - Il governo dovrà proseguire nell’estensione della salvaguardia in favore di chi è rimasto oggi escluso. Ciò potrebbe significare l’inclusione in salvaguardia anche dei lavoratori che maturano la decorrenza della prestazione oltre il 6.1.2015, attuale limite per molte categorie di soggetti. Per Renzi tutti i lavoratori in questione devono ricevere adeguata tutela. Si parla però di ulteriori 100mila soggetti che dovrebbero entrare in salvaguardia e reperire le risorse necessarie potrebbe non essere affatto semplice. Dalle risorse si comprenderà anche il modo in cui si interverrà: sullo sfondo c’è infatti l’alternativa di un provvedimento omnibus, come vorrebbero i renziani (magari con la creazione di un fondo apposito costituito dalle risorse derivanti dai contributi prelevati sulle pensioni d'oro) oppure, piu’ verosimilmente, attraverso il varo di provvedimenti singoli come è avvenuto sino ad oggi.
Resta inteso comunque che il nuovo governo dovrà attuare i provvedimenti in scadenza. Che non sono pochi. In particolare c'è la pubblicazione del quinto decreto sulla salvaguardia (legge 147/2013) e soprattutto la pubblicazione del quarto decreto di prolungamento di sostegno al reddito per i lavoratori con decorrenza della pensione nel 2014.
Pensioni Flessibili - Renzi avra' sul tavolo anche il lavoro svolto da Enrico Giovannini per l’introduzione di una maggiore flessibilità in materia pensionistica. L’idea a cui ha lavorato l’ex presidente dell’Istat è di riconoscere la pensione con un anticipo di 2 o 3 anni ai lavoratori che sono rimasti senza impiego e senza ammortizzatori sociali a condizione che abbiano perfezionato almeno 62 anni di età e 35 di contributi attraverso un prestito previdenziale. E' chiaro tuttavia che la Riforma Fornero, nella sua interezza, non sarà messa in discussione da Renzi.
Pensioni d’oro - Tra i capitoli aperti c'è anche quello della spending review sulla quale sta lavorando il commissario straordinario Cottarelli. Qui tra le novità che potrebbero vedere la luce c’è la “sforbiciata” sulle pensioni medio-alte retributive (cioè calcolate sulla base dello stipendio e non sui contributi versati) che non dovrebbero vedere particolari dietrofront da parte del nuovo esecutivo. La Camera ha peraltro di recente ha provato una mozione che impegnava il governo a una puntuale verifica dell'attuazione del contributo di solidarietà approvato con l'ultima legge di stabilità.
Opzione Donna - Renzi dovrebbe anche affrontare l’estensione del regime sperimentale donna. La Camera dei Deputati ha infatti approvato una mozione che impegna il governo a chiedere all’Inps la fruizione dell’opzione a tutte le donne che maturano i 57 anni (58 per le autonome) e 35 anni di contributi entro il 31.12.2015.
L'opzione donna (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) consente alle lavoratrici di accedere alla pensione sino al 31.12.2015 con 57 anni di età (58 se autonome) e 35 anni di contributi a condizione di optare per la liquidazione del trattamento pensionistico con il solo calcolo contributivo. La circolare Inps 35/2012 ha precisato però che - ai fini dell'accesso al regime - entro il 31 dicembre 2015 deve verificarsi la decorrenza del trattamento pensionistico e non la maturazione dei requisiti oltre ad disposto l'applicazione della stima di vita. Ora dal nuovo esecutivo si attende una accelerazione nella risoluzione della questione.