Pensioni, Esodati in Piazza per chiedere l'ottava salvaguardia
Si è svolta oggi davanti al MEF la manifestazione dei Comitati dei Lavoratori Esodati per chiedere l'approvazione di una ottava e definitiva salvaguardia
Un presidio di protesta si è svolto oggi, 22 aprile, davanti al Ministero dell'Economia, con striscioni e slogan che richiamavano l'urgenza di intervenire, soprattutto in considerazione di quanti hanno fatto il loro ingresso nel mercato del lavoro in età precoce e che, ciononostante, non riescono ad andare in pensione. "In Italia i lavoratori precoci sono tantissimi - spiega il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica -; sono quelli che hanno iniziato a lavorare a 16-17 anni e di solito sono operai e fanno lavori faticosi, largamente usuranti. Con il meccanismo di aumento dell'attesa di vita dovrebbero andare, di fatto, in pensione dopo 42-43-44 anni, un periodo di lavoro assolutamente improponibile. Bisogna invece consentire a tutti di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro, perché 41 anni bastano e avanzano".
"Spero veramente che questa sia la nostra ultima manifestazione - spiega il portavoce della Rete dei comitati degli esodati, Francesco Flore -. Ci sono tutte le precondizioni perché la vergognosa pagina degli esodati venga conclusa, manca solo la volontà politica del governo". "Siamo in mobilitazione continua da tempo - aggiunge Domenico Proietti, segretario confederale della Cisl - e sugli esodati abbiamo ottenuto finora risultati positivi, ma manca l'ultimo pezzo: l'ottava salvaguardia per le 24 mila persone ancora escluse". Il governo provveda, è la richiesta che viene dalla piazza. "Le risorse ci sono - avverte il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli - . Il parlamento ha costituito un fondo specifico che destina agli esodati i risparmi delle salvaguardie precedenti. Già l'anno scorso sono stati distratte delle risorse da quel fondo".
Per la rete degli esodati e i sindacati confederali bisogna chiudere al più presto la vicenda e aprire un confronto più complessivo per riformare la legge Fornero, introducendo meccanismi di flessibilità in uscita per il pensionamento.
L'Inps, nei giorni scorsi, ha pubblicato un riepilogo dei provvedimenti di salvaguardia già approvati, che sono costati complessivamente circa 12 miliardi di euro. Il primo contingente, a cui è stato consentito di andare in pensione con le vecchie norme, ha investito 65 mila persone; il secondo, 35 mila, il terzo 16.130, il quarto 5 mila, il quinto 17 mila, il sesto 32.100. Infine, il settimo, 26,300 che ha portato a un totale di 170mila lavoratori.