Pensioni Flessibili, Bobba: il tema è nell'agenda del Governo
Il sottosegretario alle Politiche Sociali e al Welfare, Luigi Bobba, indica però che gli impegni piu' precisi potranno essere assunti solo dopo l'aggiornamento del DEF.
In particolare, secondo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio dei ministri lo scorso 7 settembre, nel corso di una trasmissione televisiva, Bobba ha ricordato come in quella sede il Presidente Renzi abbia evidenziato la necessità di introdurre un meccanismo di flessibilità, che permetta a chi è intenzionato ad avvalersene di scegliere quanto anticipare l'accesso al pensionamento sulla base del sacrificio economico che è disposto ad assumersi.
Nel segnalare che dovranno individuarsi i termini dell'anticipo e del sacrificio economico, il sottosegretario ha precisato che la nuova disciplina dovrà essere a somma zero per lo Stato. Il sottosegretario ha ricordato anche l'intervento dello scorso 5 settembre del Ministro del lavoro e delle politiche sociali al Forum Ambrosetti, nel corso del quale il Ministro Poletti ha ribadito la necessità di introdurre un meccanismo di flessibilità in uscita anche al fine di creare nuova occupazione per i giovani. In tale occasione, tuttavia, ha anche specificato di non poter assumere impegni più precisi, prima della definizione dei parametri macroeconomici che saranno alla base della prossima Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (DEF) e della successiva legge di stabilità per il 2016. "Si tratta di affermazioni recenti rispetto alle quali non sono allo stato intervenuti elementi innovativi" ha detto Bobba. Il sottosegretario precisa, inoltre, che il Governo non ha alcuna intenzione di fare cassa sulle spalle dei pensionati, essendo anzi impegnato nella valutazione dei livelli di anzianità contributiva e di età anagrafica ottimali per permettere l'introduzione delle forme di flessibilità in uscita, preannunciate dal Presidente del Consiglio dei ministri e confermata dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Gamsin
Per l'esponente leghista la risposta del sottosegretario è imbarazzante perché in contraddizione con quanto emerso dalle riunioni che la Commissione Lavoro ha svolto recentemente con i rappresentanti dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze sulla fattibilità, in termini di risorse, di un settimo provvedimento di salvaguardia e del prolungamento della cosiddetta «opzione donna», prevista dall'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243. Secondo Simonetti dire di volere introdurre meccanismi di flessibilità senza costi per la finanza pubblica equivale a dichiarare la volontà di non agire.