Pensioni Flessibili, De Micheli (Pd): riforma entro qualche mese
Il Sottosegretario all'Economia parla dalla convention del Pd a Piacenza: puntiamo a prime modifiche con la legge di stabilità ma non riusciremo a correggere tutte le ingiustizie.
Proprio ieri dalla Festa del Partito Democratico a Piacenza, i massimi esperti del settore come l’ex ministro (governi Dini, Prodi e d’Alema) ed ex commissario Inps Tiziano Treu, l’economista ed ex sottosegretario al Lavoro Carlo Dell’Aringa e il sottosegretario all’Economia Paola De Micheli hanno lasciato intendere come sia ineludibile una revisione della legislazione sulla previdenza pubblica obbligatoria. Non c'è solo il tema della revisione dei requisiti di accesso alla pensione, capitolo particolarmente sentito nell'opinione pubblica, ma anche dell'importo dell'assegno pensionistico che vede svantaggiati i giovani lavoratori rispetto ai loro padri ed una selva di privilegi per talune categorie di lavoratori. Poi c'è il tema delle partite Iva sulle quali si rende necessaria un ampio confronto.
In particolare Dell’Aringa e Treu hanno compiuto un viaggio tortuoso tra passato e presente del sistema pensionistico del Belpaese non nascondendo gli errori commessi dai vari governi che nel tempo hanno provato, spesso senza successo, a riordinare la materia e che sono culminati con la criticatissima riforma Fornero. Una riforma che, in un contesto occupazionale particolarmente critico soprattutto per i giovani (negli ultimi sette anni la disoccupazione giovanile è passata dal 20 al 40%) sta pesando non poco sulla vita delle persone e sulla crescita dell’intero paese.
Treu ha ammesso che negli anni, nonostante l’antico sistema contributivo garantisse una certa equità, “non si è riusciti a contrastare adeguatamente certe soglie di rigidità anche a causa del proliferare, alla fine degli anni Novanta, di tanti fondi integrativi che riguardavano migliaia di lavoratori e che finivano per avere un costo smodato per le casse dell’Inps e dello Stato”. Non solo, “il contrasto a certe grosse fette di privilegio, ivi comprese le baby pensioni, è sopraggiunto troppo tardi” cosicché il risultato è stato quello che oggi si hanno da una parte pensioni ricche, dall’altra pensioni poverissime. GamsinI relatori si sono chiesti quale strada si debba ora percorrere per cercare “la giusta flessibilità” e, soprattutto, dove andare a reperire le risorse necessarie. Se da una parte è stato ritenuto “giuridicamente inopportuno andare a toccare i diritti acquisiti” (come ha sempre indicato la Corte di Cassazione), dall’altra tutti hanno convenuto che la risposta va ricercata nel lavoro. “Più lavoro e soprattutto più lavoro stabile” così da consentire ai giovani di poter contribuire al sistema previdenziale nella maniera più continuativa possibile.
Il sottosegretario De Micheli ha promesso che il Governo affronterà quanto prima il tema della flessibilità in uscita: “Nella Legge di Stabilità cominceremo ad affrontare il tema delle pensioni. La flessibilità comporta che la copertura sia garantita in parte dallo Stato, purtroppo non riusciremo a correggere tutte le ingiustizie. Dobbiamo iniziare da quelle più grandi. Contiamo di arrivare a fine legislatura accompagnando lo scalone della Fornero con maggiore gradualità”. “Inoltre – ha aggiunto l’esponente del Governo - il contributo di solidarietà progressivo è un principio da riprendere. Il tema del lavoro buono è fondamentale”.