Pensioni, Governo pronto all'APE. Ecco le novità in arrivo
Ultimo incontro domani tra Governo e sindacati per concordare le misure da inserire nella legge di bilancio. Confermato l'APE, la flessibilità in uscita per gli ultra 63enni attuata attraverso il prestito pensionistico e le misure sulle pensioni basse.
Il primo pacchetto di misure dovrebbe contenere l'APE declinato nelle sue varie forme, quello volontario senza cioè alcun intervento pubblico con oneri interamente a carico dei lavoratori; quello agevolato che consentirà ai lavoratori disoccupati, agli invalidi, a chi assiste parenti con disabilità e chi svolge lavori usuranti e gravosi per il quale si prevede la fiscalizzazione degli oneri di restituzione del prestito entro un determinato reddito pensionistico; e quello finanziato dalle imprese per agevolare i processi di ricambio generazionale.
Nella Stabilità ci dovrebbe essere spazio anche per il cumulo gratuito dei periodi assicurativi, una misura attesa soprattutto da chi vanta carriere discontinue in più gestioni previdenziali pubbliche obbligatorie, il rafforzamento e l'estensione della quattordicesima e la parificazione della no tax area sulle pensioni a quella del lavoro dipendente. Concluderà il "pacchetto pensioni" l'ottava salvaguardia pensionistica. Almeno secondo quanto dichiarato giorni fa dallo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Più incerto il percorso relativo alla quota 41 per i lavoratori precoci che potrebbe richiedere un ulteriore round di approfondimento con i sindacati nei prossimi tempi e le agevolazioni per i lavori usuranti. In realtà le misure che riceveranno il via libera dal Consiglio dei Ministri dipendono dalle risorse che saranno messe a disposizione subito dalla Legge di Bilancio, dal prossimo anno. In generale, nella manovra si prevede una dotazione di circa 6 miliardi in 3 anni per finanziare le misure indicate nell'accordo quadro del 28 Settembre ma non è chiaro se già nel 2017 sarà a disposizione l'intera provvista da 2 miliardi. Il rischio è che alcune misure possano slittare più avanti. Si vedrà.
In ogni caso appaiono sostanzialmente confermate, per ora, le anticipazioni che abbiamo condotto nei giorni scorsi su pensionioggi.it: l'uscita volontaria anticipata dal mondo del lavoro avrà un costo pari al 4,6-4,7% per ogni anno di anticipo dell'assegno pensionistico, sino ad un massimo di 3 anni e 7 mesi (qui ulteriori dettagli). Con decurtazioni massime, pertanto, sino al 15-20% dell'assegno in corrispondenza del massimo anticipo richiesto dal lavoratore. La sperimentazione durerà due anni, dal 2017 al 2018 e, pertanto, le coorti di lavoratori che ne potranno usufruire risultano nati fra il 1951 ed il 1954.
Da sciogliere ancora il nodo dell'APE social garantita alle fasce più deboli: disoccupati senza ammortizzatore, lavoratori disabili, famiglie con disabili, e gli addetti a lavori usuranti e gravosi. Per quanto riguarda quest'ultima categoria la parte sindacale punta ad includere nel perimetro di tutela una serie di mansioni attualmente non ricomprese nel decreto legislativo 67/2011 come i lavoratori agricoli, quelli addetti all'industria conciaria, infermieri, operatori socio sanitari, edili, lavori in altezza e così via. Dall'inclusione o meno di quest'ultima categoria di soggetti dipenderà infatti l'impegno finanziario dello Stato, con un costo previsto dell'intero pacchetto di 1,5 miliardi nel 2017 e 2,5 miliardi dal 2019.