Pensioni Integrative, Con il Covid meglio posticipare il riscatto della posizione
Per chi non ha necessità impellenti il suggerimento è di mantenere la posizione. Magari approfittando per versare ulteriori contributi volontari, con un doppio vantaggio: prezzi bassi dei titoli e detrazione fiscale
Secondo il Presidente dell’Associazione per la previdenza complementare non è proprio il caso, per chi può aspettare, di riscattare in perdita. “Al lavoratore che va in pensione adesso e che quindi ha diritto a percepire o in capitale o in rendita quanto accumulato con il fondo integrativo – afferma Sergio Corbello - il suggerimento non può che essere: ‘stai a casa’. In questa fase di turbolenza finanziaria e di estrema volatilità delle quotazioni, ovviamente salvo casi di emergenza individuale, il nostro consiglio tecnico è di attendere, mantenendo la posizione presso il fondo pensione, il tempo necessario perché il valore degli investimenti riprenda quota, ragionevolmente nel giro di un biennio”.
Visto che i pensionandi godranno tuttora, in linea generale, di un assegno mensile di base non disprezzabile, nella maggior parte dei casi non c’è la necessità impellente dell’integrazione con la previdenza complementare per mantenere l’attuale livello di reddito lavorativo. “Occorre quindi – ribadisce Corbello - mantenere i nervi saldi e saper attendere tempi migliori. Magari, se il singolo ne ha la possibilità, approfittando della situazione per integrare la posizione esistente nel fondo pensione con ulteriori contributi volontari: si investirebbe in un momento favorevole, con le quotazioni dei titoli basse, beneficiando oltretutto delle agevolazioni fiscali previste (sono deducibili 5.164,57 euro l’anno)”.
Mantenere la posizione presso il fondo integrativo sarebbe la scelta migliore, secondo Assoprevidenza, anche per chi ha diritto al riscatto per semplice cessazione del rapporto di lavoro, senza pensionamento. “E’ una condizione sicuramente più delicata e problematica – osserva Sergio Corbello – che solo il singolo è in grado di giudicare. In questo caso l’unico consiglio tecnico, accorato, è di non far prevalere decisioni soltanto emotive, prese in assenza di bisogni reali”.