Pensioni, nessun rischio per i giornalisti freelance
Lo ha precisato la sottosegretaria al welfare, Tiziana Nisini, in risposta ad una interrogazione parlamentare. La gestione Inpgi2, incardinata sul modello contributivo, non mostra segni di squilibrio tecnico-attuariale nel medio-lungo periodo.
Nessun rischio di sostenibilità per le pensioni dei giornalisti freelance. La gestione Inpgi2 presso cui contribuiscono i giornalisti professionisti, pubblicisti ed i praticanti giornalisti iscritti nell'apposito registro, che esercitano attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, anche come co.co.co., non presenta alcun squilibrio nel medio e lungo termine e, pertanto, non si configura alcun rischio per il futuro pagamento delle prestazioni per gli assicurati. Per questo motivo, peraltro, la gestione è rimasta in capo all’Inpgi. Lo ha precisato la sottosegretaria al welfare, Tiziana Nisini, rispondendo ad una interrogazione parlamentare sollevata da Walter Rizzetto (FdI) presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
Anzi, ha spiegato l’esponente di Governo, le proiezioni tecnico-attuariali fanno emergere l'aumento del patrimonio e l'assoluta garanzia in termini di equilibrio economico finanziario della gestione nel medio lungo periodo. L’interrogante, invece, denunciava l’esiguità dei redditi dei contribuenti e delle relative prestazioni previdenziali.
Freelance
Come noto la legge di bilancio 2022, al fine di garantire la tutela delle prestazioni previdenziali dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro dipendente – ha sancito, con effetto dal 1° luglio 2022, il trasferimento all'INPS della funzione previdenziale sostitutiva dell'Assicurazione Generale Obbligatoria svolta dall'INPGI, prevedendo altresì il contestuale trasferimento all'INPS, del patrimonio e delle risorse strumentali, nonché di un contingente di personale, tutti afferenti la Gestione previdenziale sostitutiva.
Nessun assorbimento, invece, ha avuto luogo nei riguardi della gestione separata dell’Inpgi presso cui sono obbligatoriamente assicurati i giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti negli appositi elenchi di categoria ed i praticanti giornalisti iscritti nell'apposito registro, che esercitano attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, anche come co.co.co. Ciò, in quanto, il modello organizzativo della gestione garantisce parametri di efficienza e sostenibilità nel medio-lungo periodo.
Conti in Equilibrio
Ed infatti la gestione, secondo gli ultimi dati Inpgi, fa registrare un andamento economico in costante crescita, sostenuto dal progressivo incremento della platea degli iscritti che sono passati da 42.741 nel 2017 a 45.567 nel 2021 (anche a causa del progressivo indebolimento dei rapporti di lavoro subordinato nel settore). I pensionati della Gestione separata sono passati dai 1.396 del 2017 ai 1.667 del 2021. I risultati di bilancio evidenziano consistenti avanzi del saldo di gestione e le relative proiezioni tecnico attuariali fanno emergere l'aumento del patrimonio e l'assoluta garanzia in termini di equilibrio economico finanziario della gestione nel medio lungo periodo.
La cassa, peraltro, è stata incardinata sin dall'inizio sul modello «contributivo» di calcolo delle prestazioni – al pari delle altre gestioni previdenziali per i lavoratori autonomi che traggono la loro fonte nella legge n. 335 del 1995 – e quindi opera in base al principio della diretta proporzionalità tra il volume della contribuzione versata dagli iscritti nel corso dell'intera vita lavorativa e la misura del trattamento pensionistico.
Il predetto quadro normativo, conclude il rappresentante del Governo, smentisce pertanto qualsiasi «preoccupazione circa il destino della cassa previdenziale dei giornalisti autonomi». In particolare, in merito alla sostenibilità di lungo periodo della Gestione separata dell'INPGI, si evidenzia che «dall'analisi del bilancio tecnico al 31 dicembre 2017, ultimo disponibile, emerge che il saldo tra entrate contributive (soggettivi, integrativi, altri contributi, sanzioni e interessi) ed uscite previdenziali (IVS ed altre prestazioni) e il saldo tra entrate e uscite totali sono sempre positivi nel cinquantennio considerato ed il patrimonio non si azzera mai nel periodo di valutazione, risultando sempre sufficiente alla copertura della riserva legale».