Pensioni, ok all'emendamento che salva i benefici dell'amianto
Durante i lavori della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati é stato approvato un emendamento che risolve definitivamente la questione dei lavoratori genovesi a cui erano stati annullati i benefici pensionistici legati all'amianto.
Kamsin Ha ricevuto il disco verde della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati l’emendamento alla Legge di Stabilità 2015 che annulla le revoche delle certificazioni di esposizione all’amianto operate dall’Inail ai danni dei lavoratori genovesi.
Con la legge di stabilità si conclude, quindi, in modo definitivo una lunga vertenza: ai circa 700 lavoratori delle fabbriche genovesi (Ilva, Ansaldo, Fincantieri, Stoppani, ex Sanac, ex Italimpianti, ecc.) e così via dovranno essere riconosciuti di nuovo i benefici pensionistici che Inps e Inail avevano bloccato in seguito dell’indagine della Procura di Genova.
La vicenda, sulla quale si sono battuti gli Onorevoli Tullo e Giacobbe (Pd), consentirà di riconoscere la certificazione di esposizione all’amianto ad oltre 700 ex lavoratori genovesi che si erano visti annullare i provvedimenti di certificazione dall’Inail a seguito di un'indagine avviata dalla magistratura.
Di seguito l’emendamento approvato:
Art. 11
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
“1-bis. Ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche da parte dei lavoratori attualmente in servizio, con effetto dall’1 gennaio 2015 non si tiene conto dei provvedimenti di annullamento delle certificazioni rilasciate dall’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro per il conseguimento dei benefici di cui all’articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, salvo il caso di dolo dell’interessato accertato in via giudiziale con sentenza definitiva. Gli oneri di cui al presente comma sono valutati in 6 milioni di euro per l’anno 2015, in 16,5 milioni per l’anno 2016, in 21,5 milioni per l’anno 2017, in 21,5 milioni di euro per l’anno 2018, in 20,5 milioni di euro per l’anno 2019, in 16 milioni di euro per l’anno 2020, in 11 milioni di euro per l’anno 2021, in 6,2 milioni di euro per l’anno 2022, in 3,5 milioni di euro per l’anno 2023 e in 3 milioni di euro per l’anno 2024.”.
Zedde