Pensioni, Parte alla Camera l'esame degli emendamenti alla legge di stabilità
Entra nel vivo in Commissione Bilancio alla Camera l'esame degli emendamenti al disegno di legge di stabilità.
Si riparte dai nodi rimasti in sospeso al Senato a cominciare dal Mezzogiorno, tema su cui non è ancora stata fatta una scelta definitiva, ma anche pensioni, enti locali, pubblico impiego e giochi. L'ipotesi al momento prevalente è quella di intervenire a favore delle imprese del Sud con un mix di misure che comprendano l'estensione della decontribuzione per i nuovi assunti (a scalare o al 100% come è attualmente), il credito d'imposta automatico per gli investimenti o l'ulteriore allargamento dei superammortamenti fino al 160%.
Tema altrettanto caldo resta quello delle pensioni. La Commissione Lavoro punta all'estensione dell'estensione dell'opzione donna, includendo nel regime sperimentale anche le nate nell'ultimo trimestre del 1958; la possibilità di cumulo del riscatto della laurea con il congedo facoltativo di maternità; la proroga della Dis-coll fino a tutto il 2016 e il computo dei periodi di maternità ai fini dei premi aziendali di produttività. Ma ad essere «migliorata» potrebbe essere anche la settima salvaguardia con l'estensione al lavoro domestico, agli stagionali e agli agricoli oltre che ad una maggiore tutela per chi ha fruito della mobilità, senza contare le modifiche in favore dei lavoratori precoci (qui gli emendamenti proposti dalla Commissione Lavoro della Camera).
Nel capitolo welfare resta l'obiettivo di anticipare già al 2016 la no tax area per i pensionati, mentre dalle file del Pd spunta anche la richiesta di allungare ulteriormente il congedo per i neopapà, già passato al Senato da uno a due giorni, giudicati però ancora insufficienti. I centristi mirano poi alla detassazione del salario di produttività, misura da abbinare ad interventi per la famiglia, con un bonus per le spese affrontate nel primo anno di vita del bambino. Il centrodestra insiste sul tema sicurezza che però dovrebbe essere completa prerogativa del governo. Come già ampiamente annunciato dal premier Matteo Renzi, la maxi dote da destinare a queste misure sarà di due miliardi di euro. Metà delle risorse andranno alla cybersicurezza, alla difesa, al bonus da 80 euro per le forze dell'ordine e all'ammodernamento e all'incremento dei mezzi. L'altra metà della dote, ossia un miliardo, sarà destinato alla cultura.