Pensioni, Possibile uno sconto di quattro mesi per le lavoratrici madri
Con la riforma della previdenza a cui sta lavorando il governo potrebbe essere infatti allargata a tutte le forme pensionistiche l'opportunità per le donne di ricevere uno sconto per ogni figlio (facoltà attualmente in vigore per chi ha un assegno con il sistema contributivo).
Uno sconto alle madri di 4 mesi per ogni figlio per andare in pensione. E’ quanto emerso questa settimana durante la riunione tra il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon e i sindacati nell'ambito del tavolo sulla riforma delle pensioni, che già più volte il governo ha annunciato che porterà a termine entro la fine di quest'anno. In sostanza si tratterebbe di estendere a tutte le lavoratrici lo sconto di quattro mesi sull’età pensionabile di vecchiaia già previsto dalla Riforma Dini a favore delle lavoratrici che ottengono la liquidazione della pensione con il sistema contributivo
Come noto l’articolo 1, co. 40 della legge n. 335/1995 riconosce alle lavoratrici prive di anzianità assicurativa al 31.12.1995 un anticipo di età rispetto al requisito di accesso alla pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni) pari a 4 mesi per ogni figlio nel limite massimo di 12 mesi. Il beneficio è attivabile anche dalle lavoratrici in possesso di anzianità contributiva al 31.12.1995 purché esercitino la facoltà di opzione al sistema di calcolo contributivo ai sensi dell'articolo 1, comma 23 della legge 223/1995 oppure il cd. «computo nella gestione separata» ai sensi dell'articolo 3 del Dm 282/1996, circostanza che com'è noto, determina il passaggio al sistema contributivo di tutta la contribuzione versata anche prima del 1996.
In alternativa allo «sconto» la lavoratrice può optare per un aumento della misura della pensione attivando un coefficiente di trasformazione elevato di un anno in presenza di uno o due figli o di due anni in presenza di più di due figli.
L’ipotesi sul tavolo del Governo sarebbe quella di estendere i predetti benefici anche alle lavoratrici che hanno la pensione calcolata con il sistema misto entro uno stanziamento annuo di 700 milioni di euro. I sindacati premono, tuttavia, per un irrobustimento del beneficio a 12 mesi per ogni figlio. Nell’incontro è stata inoltre confermata l'intenzione di riproporre la commissione preposta ad analizzare la separazione della spesa previdenziale rispetto a quella assistenziale, aspetto sul quale di discute da diversi anni senza ancora risultati concreti.
Opzione Donna
L’esecutivo, inoltre, sta prestando attenzione ad una modifica di Opzione Donna, dopo l’inaspettata stretta contenuta nella legge di bilancio 2023. L’ipotesi, caldamente stimolata dai sindacati, sarebbe quella di ripristinare i vecchi requisiti di accesso senza vincoli soggettivi. Si rammenta, infatti, che nel 2023 OD sarà disponibile solo per le lavoratrici invalide o che si dedicano all’assistenza di familiari disabili o alle disoccupate che abbiano perso il lavoro all’interno dei procedimenti della crisi d’impresa.
Le nuove regole, peraltro, hanno complicato il meccanismo rendendo necessario ulteriori chiarimenti ministeriali e amministrativi oltre che l’adeguamento delle procedure informatiche dell’Inps. Una scelta infelice e poco efficace considerando la rinnovata attenzione che l’esecutivo sta manifestando alle lavoratrici.