Pensioni, Riforma in Salita
Per i sindacati l’incontro è stato deludente per il mancato cenno alle risorse con cui finanziare gli interventi. Partita rinviata a settembre in vista della preparazione della legge di bilancio.
Ancora un nulla di fatto sul cantiere pensioni. Il primo incontro tra governo e sindacati tenutosi ieri al Dicastero del Lavoro, dopo uno stop di sei mesi, si è concluso con un nuovo rinvio senza alcun accenno alle risorse disponibili. E’ il giudizio amaro raccolto dalle parti sociali, Cgil, Cisl e Uil al termine dell’appuntamento in Via Veneto.
Il Governo ha messo sul tavolo una serie di priorità, le stesse che vanno avanti da più di un lustro, in parte mutuate dalla piattaforma unitaria sindacale ribadita ad inizio anno: flessibilità in uscita, allargamento della platea relativa all’Ape sociale, previdenza complementare con un nuovo semestre di silenzio assenso, deducibilità delle misure di welfare, pensione contributiva per i giovani e donne, strumento unico per gli esodi incentivati. Nessuna proposta, invece, in merito al ripristino dell’opzione donna con le condizioni più favorevoli vigenti sino all’anno scorso.
Come al solito il tempo stringe. A fine anno scade l’ennesima misura temporanea, Quota 103 (almeno 62 anni di età e 41 di contributi), coniata dal nuovo esecutivo sulla falsariga dei due precedenti governi (Draghi e Conte) e bisognerà quindi nuovamente decidere: prorogare Quota 103; introdurre Quota 41 (l'uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall'età) o dai 62 anni di età - come chiedono i sindacati. Che tra l’altro premono anche per una pensione di garanzia per i giovani, sconti contributivi per le donne lavoratrici, ripristino integrale di Opzione Donna, estendere la platea dei lavori gravosi e usuranti e rendere l'Ape sociale strutturale.
Sindacati: Confronto inutile
Duro il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Un incontro totalmente inutile" e "negativo", nel corso del quale "hanno ridetto le cose di gennaio e sulle risorse per fare una trattativa vera non ci hanno risposto. Il governo non ha la volontà di aprire la trattativa e il ministro non ha alcun mandato", sostiene Landini tornando in generale a non escludere alcuno strumento, neanche lo sciopero, in assenza di risposte dal governo.
Duro anche il commento di Bombardieri. "Risultati concreti oggi non ce ne sono stati. Abbiamo preso atto dell’affermazione della ministra che ha letto le nostre proposte, su molte delle quali è d’accordo, ma non c'è stata nessuna una risposta concreta, su nessun tema, risorse comprese. In questo modo rischiamo di fare una trattativa al buio", dice rincarando la dose: "Non c è stata nessuna indicazione economica, solo un’affermazione di principio: ma noi siamo gente molto pragmatica, siamo abituati a misurare i fatti: chiacchiere e distintivo non ci servono".
Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, pur parlando di incontro "interlocutorio" considera invece "positivo" il riavvio del tavolo "perché ci ha consentito di riannodare i fili del confronto. Ho apprezzato la disponibilità e l'impegno del governo - evidenzia - a muoversi per cambiare la legge Fornero, superando le rigidità e aprendo un percorso che guardi a flessibilità, sostenibilità e inclusività" in vista della legge di Bilancio. Anche per l'Ugl "la ripresa del confronto è positiva. La riforma Fornero è sbagliata e non è equa".